Il Vocale Cameristico Alatrense diretto dal
M°
Cristina Tarquini,
si è esibito nello spettacolo-evento "La Memoria è il canto: echi e
visioni della Ciociaria negli spazi della Folcara", organizzato
dall'Università di Cassino, in collaborazione con HormiaiTeatro-Teatro
di Limosa. L’ottetto composto da Giulio Rossi, Luigi, Cristina, Ugo e
Raffaella Tarquini, Barbara Mizzoni, Elisabetta Scerrato e Francesca
Romana Siddi ha interpretato “Al dì dolce ben mio” brano del XVI secolo
di Filippo Azzaiolo e “La ciammotta”, canzone popolare di Alatri con
testo di G.Celebrini e musica di G.Ricciotti, elaborata dal M°
Luigi Tarquini.
Lo spettacolo si è svolto alle ore 19.00 alla presenza del Magnifico
Rettore prof. Paolo Vigo
presso l'Università degli Studi di Cassino, via Sant'Angelo, località
Folcara, Cassino
con Gustavo Riondet (teatro solis),
Elisa Barucchieri (resextensa),
Agnese D'Apuzzo (opera prima),
Vocale Cameristico Alatrense - direttore Cristina Tarquini,
Coro Polifonico dell'Università degli Studi Roma Tre - direttore
Isabella Ambrosini,
Coro dell'Università degli Studi di Cassino - direttore Pompeo Vernile,
Orchestra del Conservatorio di Frosinone,
Giacomo Maria Forte (organetto),
Marco Iamele (zampogna).
Disegno luci e installazioni Sergio Verzilli,
coordinamento musicale Pompeo Vernile,
drammaturgia e regia Enrico Forte.
Tre cori, un'orchestra, attori, una danzatrice, installazioni di luce e
paesaggi sonori per uno spettacolo-evento organizzato dall'Università di
Cassino nell'ambito del progetto I patrimoni dello spettacolo in
Ciociaria promosso dal Dipartimento di Linguistica, Letterature
comparate e Discipline dello spettacolo con il contributo della Regione
Lazio - Assessorato alla Cultura (ideazione e coordinamento: Laura
Mariani e Susanna Pasticci).
Oltre cento artisti impegnati a rileggere la cultura di un territorio in
un viaggio che recupera il senso del nostro tempo ripercorrendo le
tracce di quello trascorso.
Altri "mondi" ed altri "percorsi" rispetto ai quali gli artisti
applicano il proprio immaginario e costruiscono un itinerario
"immaginifico" realizzando un intreccio tra memorie, luoghi moderni (gli
spazi della Folcara) e nuove visioni teatrali.
Come una mappa che si sovrappone a un'altra, Echi e visioni della
Ciociaria ci trasporta dietro le apparenze del quotidiano, in una
suggestione che rende gli spettatori protagonisti di emozioni in
continuo movimento. In un nuovo e temporaneo universo poetico, ironico,
visionario.
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