16 dicembre 2006
La memoria è il canto:
echi e visioni della Ciociaria


Il Vocale Cameristico Alatrense diretto dal M° Cristina Tarquini, si è esibito nello spettacolo-evento "La Memoria è il canto: echi e visioni della Ciociaria negli spazi della Folcara", organizzato dall'Università di Cassino, in collaborazione con HormiaiTeatro-Teatro di Limosa. L’ottetto composto da Giulio Rossi, Luigi, Cristina, Ugo e Raffaella Tarquini, Barbara Mizzoni, Elisabetta Scerrato e Francesca Romana Siddi ha interpretato “Al dì dolce ben mio” brano del XVI secolo di Filippo Azzaiolo e “La ciammotta”, canzone popolare di Alatri con testo di G.Celebrini e musica di G.Ricciotti, elaborata dal M° Luigi Tarquini.

Lo spettacolo si è svolto alle ore 19.00 alla presenza del Magnifico Rettore prof. Paolo Vigo presso l'Università degli Studi di Cassino, via Sant'Angelo, località Folcara, Cassino

con Gustavo Riondet (teatro solis),

Elisa Barucchieri (resextensa),

Agnese D'Apuzzo (opera prima),

Vocale Cameristico Alatrense - direttore Cristina Tarquini,

Coro Polifonico dell'Università degli Studi Roma Tre - direttore Isabella Ambrosini,

Coro dell'Università degli Studi di Cassino - direttore Pompeo Vernile,

Orchestra del Conservatorio di Frosinone,

Giacomo Maria Forte (organetto),

Marco Iamele (zampogna).

Disegno luci e installazioni Sergio Verzilli,

coordinamento musicale Pompeo Vernile,

drammaturgia e regia Enrico Forte.

Tre cori, un'orchestra, attori, una danzatrice, installazioni di luce e paesaggi sonori per uno spettacolo-evento organizzato dall'Università di Cassino nell'ambito del progetto I patrimoni dello spettacolo in Ciociaria promosso dal Dipartimento di Linguistica, Letterature comparate e Discipline dello spettacolo con il contributo della Regione Lazio - Assessorato alla Cultura (ideazione e coordinamento: Laura Mariani e Susanna Pasticci).

Oltre cento artisti impegnati a rileggere la cultura di un territorio in un viaggio che recupera il senso del nostro tempo ripercorrendo le tracce di quello trascorso.

Altri "mondi" ed altri "percorsi" rispetto ai quali gli artisti applicano il proprio immaginario e costruiscono un itinerario "immaginifico" realizzando un intreccio tra memorie, luoghi moderni (gli spazi della Folcara) e nuove visioni teatrali.

Come una mappa che si sovrappone a un'altra, Echi e visioni della Ciociaria ci trasporta dietro le apparenze del quotidiano, in una suggestione che rende gli spettatori protagonisti di emozioni in continuo movimento. In un nuovo e temporaneo universo poetico, ironico, visionario.


 


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