Notizia dell'8
gennaio 2007
La peste del
secolo
Intervista a Vincenzo Punzi autore del libro
"Io, pornodipendente"
Abbiamo
intervistato Vicenzo Punzi, un uomo come
tanti altri, laureato in Economia e
commercio, con un bel lavoro, una fidanzata.
Tutto fa pensare a una vita normale, a volte
felice a volte meno. Ma capita che la vita
reale si scontri con quella virtuale e da
qui insorgano grandi problemi. Vincenzo è
autore del libro Io, pornodipendente sedotto
da internet un viaggio all’interno della
propria anima capace di nascondere lati
oscuri.
Con l’autore abbiamo cercato di capire in
quale modo la rete possa trasformarsi in un
demone, annientando in pochissimo tempo la
personalità, portando via con sé il lavoro,
la fidanzata e gli amici.
«Nel 1996 ho installato internet per poter
leggere l’e-mail, è bastato un solo clic su
un banner pornografico e da quel momento
sono rimasto imprigionato. Quando sei
collegato il tempo si dilata, non senti i
bisogni fisiologici, arrivi alla mattina
velocemente».
Com’è nato il libro?
«Nel 2003 ho fondato un gruppo in rete di
supporto per chi soffre di pornodipendenza.
Oggi conta più di 2300 iscritti. Le lettere
che ricevevo spesso iniziavano così:
"Pensavo di essere l’unico". Erano
testimonianze drammatiche e profonde,
ritengo che la pornodipendenza sia la peste
del secolo. È terribile perché si arriva a
perdere il lavoro, gli amici, la compagna
che inizialmente pensa al tradimento con
un’altra donna... L’unico obiettivo è
raggiungere la trans-pornografica».
Ma come mai si verifica una dipendenza da
internet e non da altri mezzi?
«Perché internet ha un’offerta quasi
illimitata, è possibile stare connessi 15
giorni ed essere bombardati da immagini
sempre nuove. Con la rete c’è la scelta.
Posso decidere di vedere le gambe più belle
del mondo, le donne magre, tutte quelle
grasse...».
Dopo avermi illustrato e in parte capito il
problema gli chiedo che cosa si può
realmente fare per risolverlo. La risposta
non è al momento molto confortante: «La
pornodipendenza è una patologia giovane e
anche gli stessi specialisti si trovano
senza esaurienti risposte. Io che ora sono
un pornodipendente in sobrietà credo che
molto dipende da noi. Siamo noi gli unici
responsabili, occorre prendere atto della
situazione, sapere che ci saranno tante
ricadute, ma che non dobbiamo farlo mai per
tutta la vita».
Gianbattista Pinna