TESTO COORDINATO DEL DECRETO-LEGGE 12 novembre 2001, n.402
Testo del decreto-legge 12 novembre 2001, n. 402 (in Gazzetta
Ufficiale - serie generale - n. 263 del 12 novembre 2001), coordinato
con la legge di conversione 8 gennaio 2002, n. 1 (in questa stessa
Gazzetta Ufficiale alla pag. 5), recante: "Disposizioni urgenti in
materia di personale sanitario".
Avvertenza:
Il testo coordinato qui pubblicato e' stato redatto dal Ministero
della giustizia ai sensi dell'art. 11, comma 1, del testo unico delle
disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei
decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni
ufficiali della Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre
1985, n. 1092, nonche' dell'art. 10, commi 2 e 3, del medesimo testo
unico, al solo fine di facilitare la lettura sia delle disposizioni
del decreto-legge, integrate con le modifiche apportate dalla legge
di conversione, che di quelle modificate o richiamate nel decreto,
trascritte nelle note. Restano invariati il valore e l'efficacia
degli atti legislativi qui riportati.
Le modifiche apportate dalla legge di conversione sono stampate
con caratteri corsivi.
Tali modifiche sono riportate sul terminale tra i segni (( . . . )).
A norma dell'art. 15, comma 5, della legge 23 agosto 1988, n. 400
(Disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza
del Consiglio dei Ministri), le modifiche apportate dalla legge di
conversione hanno efficacia dal giorno successivo a quello della sua
pubblicazione.
Art. 1.
Prestazioni aggiuntive programmabili da parte
degli infermieri dipendenti ed emergenza infermieristica
1. In caso di accertata impossibilita' a coprire posti di
infermiere e di tecnico sanitario di radiologia medica mediante il
ricorso a procedure concorsuali, le Aziende unita' sanitarie locali,
(( le Aziende ospedaliere, le residenze sanitarie assistenziali e le
case di riposo )), previa autorizzazione della Regione e nei limiti
delle risorse finanziarie connesse alle corrispondenti vacanze di
organico ricomprese nella programmazione triennale di cui
all'articolo 39, commi 19 e 20-bis, della legge 27 dicembre 1997, n.
449, e successive modificazioni, hanno facolta', non oltre il 31
dicembre 2003:
a) di riammettere in servizio infermieri e tecnici sanitari di
radiologia medica che abbiano volontariamente risolto il rapporto di
lavoro (( da non oltre cinque anni nel rispetto della procedura di
cui all'articolo 24 del CCNL integrativo del 20 settembre 2001 ));
b) di stipulare contratti di lavoro, a tempo determinato, anche
al di fuori delle ipotesi previste (( dall'articolo 31 del CCNL
integrativo del 20 settembre 2001 )), per la durata massima di un
anno, rinnovabile, con le modalita' ed i criteri indicati dai commi
2, 3, 4, 5, 6 e 7 dello stesso articolo.
1-bis. (( La facolta' di cui al comma 1 e' riconosciuta, non oltre
il 31 dicembre 2003, anche agli istituti di ricovero e cura a
carattere scientifico nei limiti delle risorse finanziarie connesse
alle corrispondenti vacanze di organico ricomprese nella
programmazione triennale di cui all'articolo 39 della legge 27
dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni )).
2. Fermo restando il vincolo finanziario di cui al comma 1 e
comunque non oltre il 31 dicembre 2003, le Aziende unita' sanitarie
locali, le Aziende ospedaliere, le Residenze sanitarie per anziani e
gli Istituti di riabilitazione, (( gli istituti di ricovero e cura a
carattere scientifico e le case di riposo )), previa autorizzazione
della Regione, possono remunerare agli infermieri dipendenti (( in
forza di un contratto con l'azienda )) prestazioni orarie aggiuntive
rese al di fuori dell'impegno di servizio, rispetto a quelle proprie
del rapporto di dipendenza; tali prestazioni (( sono rese in regime
libero professionale e sono assimilate, ancorche' rese
all'amministrazione di appartenenza, al lavoro subordinato, ai soli
fini fiscali e contributivi ivi compresi i premi e i contributi
versati all'INAIL )).
3. Sono ammessi a svolgere prestazioni aggiuntive gli infermieri e
(( i tecnici sanitari di radiologia medica )) dipendenti dalla stessa
Amministrazione, in possesso dei seguenti requisiti:
a) essere in servizio con rapporto di lavoro a tempo pieno da
almeno sei mesi;
b) essere esenti da limitazioni anche parziali o prescrizioni
alle mansioni come certificate dal medico competente;
c) non beneficiare, nel mese in cui e' richiesta la prestazione
aggiuntiva, di istituti normativi o contrattuali che comportino la
riduzione, a qualsiasi titolo, dell'orario di servizio, comprese le
assenze per malattia.
4. L'Amministrazione interessata utilizza in via prioritaria le
prestazioni aggiuntive per garantire gli standard assistenziali nei
reparti di degenza e l'attivita' delle sale operatorie.
5. La tariffa di tali prestazioni aggiuntive a favore
dell'Amministrazione di appartenenza e i tetti massimi individuali
della stessa sono determinati, previa consultazione delle
organizzazioni sindacali in sede decentrata, in misura compatibile
con il vincolo finanziario di cui al comma 1.
6. Le disposizioni di cui ai commi 1, lettera b), 2 e 5 si
applicano, ai sensi dell'articolo 2, comma 3, del decreto legislativo
30 marzo 2001, n. 165, sino all'entrata in vigore di una specifica
disciplina contrattuale e, comunque, non oltre la data del 31
dicembre 2003.
7. (( Il Ministro della salute, sentito il Ministro
dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, individua, con
proprio decreto emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della
legge 23 agosto 1988, n. 400, d'intesa con la Conferenza permanente
per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e Bolzano, le figure di operatori professionali dell'area
sanitaria, fatte salve le competenze gia' attribuite alle professioni
sanitarie disciplinate dalle leggi 26 febbraio 1999, n. 42, e 10
agosto 2000, n. 251, nonche', di concerto con il Ministro del lavoro
e delle politiche sociali, le figure professionali operanti nell'area
socio-sanitaria ad alta integrazione sanitaria che possono essere
formate attraverso corsi organizzati a cura delle regioni senza nuovi
o maggiori oneri per la finanza statale. Con lo stesso decreto sono
stabiliti standard minimi di insegnamento teorico e di addestramento
pratico, nonche' i principi per la composizione della commissione
esaminatrice e per l'espletamento dell'esame finale senza nuovi o
maggiori oneri per la finanza pubblica )).
8. Fino a quando non si procedera' ai sensi del comma 7, per
l'operatore socio-sanitario restano confermate le disposizioni di cui
all'accordo intervenuto il 22 febbraio 2001 in sede di Conferenza
Stato-regioni tra il Ministro della salute, il Ministro del lavoro e
delle politiche sociali e le regioni e le province autonome di Trento
e di Bolzano. Con la stessa procedura e' disciplinata, per
l'operatore socio-sanitario la formazione complementare in assistenza
sanitaria che consente a detto operatore di collaborare con
l'infermiere o con l'ostetrica e di svolgere alcune attivita'
assistenziali in base all'organizzazione dell'unita' funzionale di
appartenenza e conformemente alle direttive del responsabile
dell'assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua
supervisione.
9. Il conseguimento del master di primo livello di tipo
specialistico in Scienze infermieristiche (( e delle professioni
sanitarie )), organizzato dalle universita' ai sensi dell'articolo 3,
comma 8, del decreto del Ministro dell'universita' e della ricerca
scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, costituisce titolo
valutabile ai fini della carriera.
10. (( I diplomi, conseguiti in base alla normativa precedente,
dagli appartenenti alle professioni sanitarie di cui alle leggi 26
febbraio 1999, n. 42, e 10 agosto 2000, n. 251, e i diplomi di
assistente sociale sono validi ai fini dell'accesso ai corsi di
laurea specialistica, ai master ed agli altri corsi di formazione
post-base di cui al decreto del Ministro dell'universita' e della
ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n.509, attivati
dalle universita' )). All'articolo 1, comma 1, della legge 2 agosto
1999, n. 264, alla lettera a), dopo la parola: "architettura" sono
inserite le seguenti: "ai corsi di laurea specialistica delle
professioni sanitarie,".
10-bis. (( Le Aziende unita' sanitarie locali, le aziende
ospedaliere, le altre istituzioni e enti che svolgono attivita'
sanitarie e socio-sanitarie possono assumere personale sanitario
diplomato o laureato non medico residente in altri Paesi dell'Unione
europea, fermo restando il vincolo finanziario di cui al comma 1 )).
10-ter. (( Il Ministro della salute puo' autorizzare le regioni a
compiere gli atti istruttori di verifica per il rilascio del decreto
ministeriale di riconoscimento dei titoli abilitanti per l'esercizio
in Italia della specifica professione )).
11. In ogni caso restano fermi i vincoli finanziari previsti
dall'Accordo tra Governo, regioni e province autonome dell'8 agosto
2001.
Riferimenti normativi:
- Si riporta il testo dell'art. 39, commi 19 e 20-bis,
della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive
modificazioni, recante: "Misure per la stabilizzazione
della finanza pubblica":
"19. Le regioni, le province autonome di Trento e di
Bolzano, gli enti locali, le Camere di commercio,
industria, artigianato e agricoltura, le aziende e gli enti
del Servizio sanitario nazionale, le universita' e gli enti
di ricerca adeguano i propri ordinamenti ai principi di cui
al comma 1, finalizzandoli alla riduzione programmata delle
spese di personale.
(Omissis).
20-bis. Le amministrazioni pubbliche alle quali non si
applicano discipline autorizzatorie delle assunzioni, fermo
restando quanto previsto dai commi 19 e 20, programmano le
proprie politiche di assunzioni adeguandosi ai principi di
riduzione complessiva della spesa di personale, in
particolare per nuove assunzioni, di cui ai commi 2-bis, 3,
3-bis e 3-ter, per quanto applicabili, realizzabili anche
mediante l'incremento della quota di personale ad orario
ridotto o con altre tipologie contrattuali flessibili nel
quadro delle assunzioni compatibili con gli obiettivi della
programmazione e giustificate dai processi di riordino o di
trasferimento di funzioni e competenze. Per le universita'
restano ferme le disposizioni dell'art. 51.".
- Si riporta il testo dell'art. 24 del CCNL integrativo
del 20 settembre 2001:
"Art. 24 (Ricostituzione del rapporto di lavoro). - 1.
Il dipendente che abbia interrotto il rapporto di lavoro
per proprio recesso o per motivi di salute puo' richiedere,
entro due anni dalla data di cessazione del rapporto di
lavoro, la ricostituzione dello stesso.
2. L'azienda si pronuncia entro sessanta giorni dalla
richiesta; in caso di accoglimento il dipendente e'
ricollocato nella categoria e profilo rivestiti al momento
delle dimissioni, secondo il sistema di classificazione
applicato nell'azienda all'atto della ricostituzione del
rapporto di lavoro. Allo stesso e' attribuito il
trattamento economico iniziale del profilo, con esclusione
delle fasce retributive e della RIA a suo tempo
eventualmente maturate.
3. La stessa facolta' di cui al comma 1 e' data al
dipendente, senza limiti temporali, nei casi previsti dalle
disposizioni di legge relative all'accesso al lavoro presso
le pubbliche amministrazioni in correlazione al riacquisto
della cittadinanza italiana o di uno dei Paesi dell'Unione
europea.
4. Nei casi previsti dai precedenti commi, la
ricostituzione del rapporto di lavoro e', in ogni caso,
subordinata alla disponibilita' del corrispondente posto
nella dotazione organica dell'azienda ed al mantenimento
del possesso dei requisiti generali per l'assunzione da
parte del richiedente nonche' all'accertamento
dell'idoneita' fisica se la cessazione del rapporto sia
stata causata da motivi di salute.
5. Qualora il dipendente riammesso goda gia' di
trattamento pensionistico si applicano le vigenti
disposizioni in materia di ricongiunzione e di divieto di
cumulo. Allo stesso, fatte salve le indennita' percepite
agli effetti del trattamento di previdenza per il periodo
di servizio prestato prima della ricostituzione del
rapporto di lavoro, si applica l'art. 46.
6. E' disapplicato l'art. 59 del decreto del Presidente
della Repubblica n. 761/1979.".
- Si riporta il testo dell'art. 31 del CCNL integrativo
del 20 settembre 2001, che sostituisce l'art. 17 del CCNL 1
settembre 1995:
"Art. 31 (Assunzioni a tempo determinato). - 1. In
applicazione e ad integrazione di quanto previsto dalla
legge n. 230/1962 e successive modificazioni ed
integrazioni e dell'art. 23, comma 1, della legge 27
febbraio 1987, n. 56, l'azienda o ente puo' stipulare
contratti individuali per l'assunzione di personale a tempo
determinato nei seguenti casi:
a) in sostituzione di personale assente, quando
l'assenza superi i quarantacinque giorni consecutivi, per
tutta la durata del restante periodo di conservazione del
posto dell'assente;
b) in sostituzione di personale assente per
gravidanza e puerperio, per astensione obbligatoria o
facoltativa previste dalle leggi n. 1204 del 1971 e n. 903
del 1977;
c) per assunzioni legate a particolari punte di
attivita' per esigenze straordinarie nel limite massimo di
sei mesi, quando alle stesse non sia possibile far fronte
con il personale in servizio;
d) temporanea copertura di posti vacanti nei singoli
profili professionali per un periodo massimo di otto mesi,
purche' sia gia' stato bandito il pubblico concorso o sia
gia' stata avviata la procedura di selezione per la
copertura dei posti stessi;
e) per attivita' connesse allo svolgimento dei
progetti finalizzati secondo la disciplina dell'art. 7,
comma 6, della legge 28 dicembre 1988, n. 554, in base alle
vigenti disposizioni.
2. Per la selezione del personale da reclutare in
attuazione del comma 1, le aziende ed enti applicano i
principi previsti dall'art. 9 della legge 20 maggio 1985,
n. 207.
3. Nei casi di cui al comma 1, lettere a) e b), nel
contratto individuale e' specificato per iscritto il
nominativo del dipendente sostituito.
4. Il rapporto di lavoro si risolve automaticamente,
senza diritto al preavviso, alla scadenza indicata nel
contratto individuale ovvero anche prima di tale data con
il rientro in servizio del lavoratore sostituito. In nessun
caso il rapporto di lavoro a tempo determinato puo'
trasformarsi in rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
5. L'assunzione puo' avvenire con rapporto di lavoro a
tempo pieno o parziale per le figure per le quali tale
rapporto puo' essere costituito.
6. Al personale assunto a tempo determinato si applica
il trattamento economico e normativo previsto dal presente
contratto per il personale assunto a tempo indeterminato,
con le seguenti precisazioni:
le ferie sono proporzionali al servizio prestato;
in caso di assenza per malattia, fermi rimanendo i
criteri stabiliti dagli articoli 23 e 24 del CCNL 1
settembre 1995, in quanto compatibili, si applica l'art. 5
del decreto-legge 12 settembre 1983, n. 463, convertito,
con modificazioni, nella legge 11 novembre 1983, n. 638. I
periodi di trattamento economico intero o ridotto sono
stabiliti in misura proporzionale secondo i criteri di cui
all'art. 23, comma 6, del CCNL 1 settembre 1995, salvo che
non si tratti di un periodo di assenza inferiore a due
mesi. Il trattamento economico non puo' comunque essere
erogato oltre la cessazione del rapporto di lavoro. Il
periodo di conservazione del posto e' pari alla durata del
contratto e non puo' in ogni caso superare il termine
massimo fissato dall'art. 23 del CCNL 1 settembre 1995;
possono essere concessi permessi non retribuiti fino
a un massimo di dieci giorni, salvo il caso di matrimonio
in cui si applica l'art. 21 del CCNL 1 settembre 1995;
non possono essere concesse le aspettative di cui
all'art. 12.
7. Il contratto a termine e' nullo e produce unicamente
gli effetti dell'art. 2126 del codice civile quando:
a) l'apposizione del termine non risulta da atto
scritto;
b) sia stipulato al di fuori delle ipotesi previste
nei commi precedenti".
- Si riporta il testo dell'art. 39 della citata legge
27 dicembre 1997, n. 449 e successive modificazioni,
recante: "Misure per la stabilizzazione della finanza
pubblica":
"Art. 39 (Disposizioni in materia di assunzioni di
personale delle amministrazioni pubbliche e misure di
potenziamento e di incentivazione del part-time). - 1. Al
fine di assicurare le esigenze di funzionalita' e di
ottimizzare le risorse per il migliore funzionamento dei
servizi compatibilmente con le disponibilita' finanziarie e
di bilancio, gli organi di vertice delle amministrazioni
pubbliche sono tenuti alla programmazione triennale del
fabbisogno di personale, comprensivo delle unita' di cui
alla legge 2 aprile 1968, n. 482.
2. Per le amministrazioni dello Stato, anche ad
ordinamento autonomo, fatto salvo quanto previsto per il
personale della scuola dall'art. 40, il numero complessivo
dei dipendenti in servizio e' valutato su basi statistiche
omogenee, secondo criteri e parametri stabiliti con decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto con
il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione
economica. Per l'anno 1998, il predetto decreto e' emanato
entro il 31 gennaio dello stesso anno, con l'obiettivo
della riduzione complessiva del personale in servizio alla
data del 31 dicembre 1998, in misura non inferiore all'1
per cento rispetto al numero delle unita' in servizio al
31 dicembre 1997. Alla data del 31 dicembre 1999 viene
assicurata una riduzione complessiva del personale in
servizio in misura non inferiore all'1,5 per cento rispetto
al numero delle unita' in servizio alla data del 31
dicembre 1997. Per l'anno 2000 e' assicurata una ulteriore
riduzione non inferiore all'1 per cento rispetto al
personale in servizio al 31 dicembre 1997. Per l'anno 2001
deve essere realizzata una riduzione di personale non
inferiore all'1 per cento rispetto a quello in servizio al
31 dicembre 1997, fermi restando gli obiettivi di riduzione
previsti per gli anni precedenti, e fatta salva la quota di
riserva di cui all'art. 3 della legge 12 marzo 1999, n. 68.
Nell'ambito della programmazione e delle procedure di
autorizzazione delle assunzioni, deve essere
prioritariamente garantita l'immissione in servizio degli
addetti a compiti di sicurezza pubblica e dei vincitori dei
concorsi espletati alla data del 30 settembre 1999. Per
ciascuno degli anni 2002 e 2003 deve essere realizzata,
un'ulteriore riduzione di personale non inferiore allo 0,5
per cento rispetto a quello in servizio al 31 dicembre
1997.
2-bis. Allo scopo di assicurare il rispetto delle
percentuali annue di riduzione del personale di cui al
comma 2, la programmazione delle assunzioni tiene conto dei
risultati quantitativi raggiunti al termine dell'anno
precedente, separatamente per i Ministeri e le altre
amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo,
per gli enti pubblici non economici con organico superiore
a duecento unita', nonche' per le Forze armate, le Forze di
polizia ed il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Ai
predetti fini i Ministri per la funzione pubblica e del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica
riferiscono al Consiglio dei Ministri entro il primo
bimestre di ogni anno.
3. Per consentire lo sviluppo dei processi di
riqualificazione delle amministrazioni pubbliche connessi
all'attuazione della riforma amministrativa, garantendo il
rispetto degli obiettivi di riduzione programmata del
personale, a decorrere dall'anno 2000 il Consiglio dei
Ministri, su proposta dei Ministri per la funzione pubblica
e del tesoro, del bilancio e della programmazione
economica, definisce preliminarmente le priorita' e le
necessita' operative da soddisfare, tenuto conto in
particolare delle correlate esigenze di introduzione di
nuove professionalita'. In tale quadro, entro il primo
semestre di ciascun anno, il Consiglio dei Ministri
determina il numero massimo complessivo delle assunzioni
delle amministrazioni di cui al comma 2 compatibile con gli
obiettivi di riduzione numerica e con i dati sulle
cessazioni dell'anno precedente. Le assunzioni restano
comunque subordinate all'indisponibilita' di personale da
trasferire secondo le vigenti procedure di mobilita' e
possono essere disposte esclusivamente presso le sedi che
presentino le maggiori carenze di personale. Le
disposizioni del presente articolo si applicano anche alle
assunzioni previste da norme speciali o derogatorie.
3-bis. A decorrere dall'anno 1999 la disciplina
autorizzatoria di cui al comma 3 si applica alla
generalita' delle amministrazioni dello Stato, anche ad
ordinamento autonomo, e riguarda tutte le procedure di
reclutamento e le nuove assunzioni di personale. Il decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri, da emanare a
decorrere dallo stesso anno, entro il 31 gennaio, prevede
criteri, modalita' e termini anche differenziati delle
assunzioni da disporre rispetto a quelli indicati nel comma
3, allo scopo di tener conto delle peculiarita' e delle
specifiche esigenze delle amministrazioni per il pieno
adempimento dei compiti istituzionali.
3-ter. Al fine di garantire la coerenza con gli
obiettivi di riforma organizzativa e riqualificazione
funzionale delle amministrazioni interessate, le richieste
di autorizzazione ad assumere devono essere corredate da
una relazione illustrativa delle iniziative di riordino e
riqualificazione, adottate o in corso, finalizzate alla
definizione di modelli organizzativi rispondenti ai
principi di semplificazione e di funzionalita' rispetto ai
compiti e ai programmi, con specifico riferimento,
eventualmente, anche a nuove funzioni e qualificati servizi
da fornire all'utenza. Le predette richieste sono
sottoposte all'esame del Consiglio dei Ministri, ai fini
dell'adozione di delibere con cadenza semestrale, previa
istruttoria da parte della Presidenza del Consiglio dei
Ministri - Dipartimento della funzione pubblica e del
Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione
economica. L'istruttoria e' diretta a riscontrare le
effettive esigenze di reperimento di nuovo personale e
l'impraticabilita' di soluzioni alternative collegate a
procedure di mobilita' o all'adozione di misure di
razionalizzazione interna. Per le amministrazioni statali,
anche ad ordinamento autonomo, nonche' per gli enti
pubblici non economici con organico superiore a duecento
unita', i contratti integrativi sottoscritti, corredati da
una apposita relazione tecnico-finanziaria riguardante gli
oneri derivanti dall'applicazione della nuova
classificazione del personale, certificata dai competenti
organi di controllo, di cui all'art. 52, comma 5, del
decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive
modificazioni, laddove operanti, sono trasmessi alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della
funzione pubblica e al Ministero del tesoro, del bilancio e
della programmazione economica, che, entro trenta giorni
dalla data di ricevimento, ne accertano, congiuntamente, la
compatibilita' economico-finanziaria, ai sensi dell'art.
45, comma 4, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n.
29. Decorso tale termine, la delegazione di parte pubblica
puo' procedere alla stipula del contratto integrativo. Nel
caso in cui il riscontro abbia esito negativo, le parti
riprendono le trattative.
4. Nell'ambito della programmazione di cui ai commi da
1 a 3, si procede comunque all'assunzione di 3.800 unita'
di personale, secondo le modalita' di cui ai commi da 5 a
15.
5. Per il potenziamento delle attivita' di controllo
dell'amministrazione finanziaria si provvede con i criteri
e le modalita' di cui al comma 8 all'assunzione di 2.400
unita' di personale.
6. Al fine di potenziare la vigilanza in materia di
lavoro e previdenza, si provvede altresi' all'assunzione di
300 unita' di personale destinate al servizio ispettivo
delle direzioni provinciali e regionali del Ministero del
lavoro e della previdenza sociale e di 300 unita' di
personale destinate all'attivita' dell'Istituto nazionale
della previdenza sociale; il predetto Istituto provvede a
destinare un numero non inferiore di unita' al servizio
ispettivo.
7. Con regolamento da emanare su proposta del
Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro del
lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il
Ministro per la funzione pubblica e con il Ministro del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica,
entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della
presente legge, previo parere delle competenti Commissioni
parlamentari, ai sensi dell'art. 17, comma 2, della legge
23 agosto 1988, n. 400, sono indicati i criteri e le
modalita', nonche' i processi formativi, per disciplinare
il passaggio, in ambito regionale, del personale delle
amministrazioni dello Stato, anche in deroga alla normativa
vigente in materia di mobilita' volontaria o concordata, al
servizio ispettivo delle direzioni regionali e provinciali
del Ministero del lavoro e della previdenza sociale.
8. Le assunzioni sono effettuate con i seguenti criteri
e modalita':
a) i concorsi sono espletati su base circoscrizionale
corrispondente ai territori regionali ovvero provinciali,
per la provincia autonoma di Trento, o compartimentale, in
relazione all'articolazione periferica dei dipartimenti del
Ministero delle finanze;
b) il numero dei posti da mettere a concorso nella
settima qualifica funzionale in ciascuna circoscrizione
territoriale e' determinato sulla base della somma delle
effettive vacanze di organico riscontrabili negli uffici
aventi sede nella circoscrizione territoriale medesima,
fatta eccezione per quelli ricompresi nel territorio della
provincia autonoma di Bolzano, con riferimento ai profili
professionali di settima, ottava e nona qualifica
funzionale, ferma restando, per le ultime due qualifiche,
la disponibilita' dei posti vacanti. Per il profilo
professionale di ingegnere direttore la determinazione dei
posti da mettere a concorso viene effettuata con le stesse
modalita', avendo a riferimento il profilo professionale
medesimo e quello di ingegnere direttore coordinatore
appartenente alla nona qualifica funzionale;
c) i concorsi consistono in una prova attitudinale
basata su una serie di quesiti a risposta multipla mirati
all'accertamento del grado di cultura generale e specifica,
nonche' delle attitudini ad acquisire le professionalita'
specialistiche nei settori giuridico, tecnico, informatico,
contabile, economico e finanziario, per svolgere le
funzioni del corrispondente profilo professionale. I
candidati che hanno superato positivamente la prova
attitudinale sono ammessi a sostenere un colloquio
interdisciplinare;
d) la prova attitudinale deve svolgersi
esclusivamente nell'ambito di ciascuna delle circoscrizioni
territoriali;
e) ciascun candidato puo' partecipare ad una sola
procedura concorsuale.
9. Per le graduatorie dei concorsi si applicano le
disposizioni dell'art. 11, commi settimo e ottavo, della
legge 4 agosto 1975, n. 397, in materia di graduatoria
unica nazionale, quelle dell'art. 10, ultimo comma, della
stessa legge, con esclusione di qualsiasi effetto
economico, nonche' quelle di cui al comma 2 dell'art. 43
del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e
successive modificazioni ed integrazioni.
10. Per assicurare forme piu' efficaci di contrasto e
prevenzione del fenomeno dell'evasione fiscale, il
Dipartimento delle entrate del Ministero delle finanze
individua all'interno del contingente di cui all'art. 55,
comma 2, lettera b), del decreto del Presidente della
Repubblica 27 marzo 1992, n. 287, due aree funzionali
composte da personale di alta professionalita' destinato ad
operare in sede regionale, nel settore dell'accertamento e
del contenzioso. Nelle aree predette sono inseriti, previa
specifica formazione da svolgersi in ambito periferico, il
personale destinato al Dipartimento delle entrate ai sensi
del comma 5, nonche' altri funzionari gia' addetti agli
specifici settori, scelti sulla base della loro esperienza
professionale e formativa, secondo criteri e modalita' di
carattere oggettivo.
11. Dopo l'immissione in servizio del personale di cui
al comma 5, si procede alla riduzione proporzionale delle
dotazioni organiche delle qualifiche funzionali inferiori
alla settima nella misura complessiva corrispondente al
personale effettivamente assunto nel corso del 1998 ai
sensi del comma 4, provvedendo separatamente per i singoli
ruoli.
12. (Sostituisce il comma 47 dell'art. 1, legge 23
dicembre 1996, n. 662).
13. Le graduatorie dei concorsi per esami, indetti ai
sensi dell'art. 28, comma 2, del decreto legislativo
3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni,
conservano validita' per un periodo di diciotto mesi dalla
data della loro approvazione.
14. Per far fronte alle esigenze connesse con la
salvaguardia dei beni culturali presenti nelle aree
soggette a rischio sismico il Ministero per i beni
culturali e ambientali, nell'osservanza di quanto disposto
dai commi 1 e 2, e' autorizzato, nei limiti delle dotazioni
organiche complessive, ad assumere 600 unita' di personale
anche in eccedenza ai contingenti previsti per i singoli
profili professionali, ferme restando le dotazioni di
ciascuna qualifica funzionale. Le assunzioni sono
effettuate tramite concorsi da espletare anche su base
regionale mediante una prova attitudinale basata su una
serie di quesiti a risposta multipla mirati
all'accertamento del grado di cultura generale e specifica,
nonche' delle attitudini ad acquisire le professionalita'
specialistiche nei settori tecnico, scientifico, giuridico,
contabile, informatico, per svolgere le funzioni del
corrispondente profilo professionale. I candidati che hanno
superato con esito positivo la prova attitudinale sono
ammessi a sostenere un colloquio interdisciplinare.
Costituisce titolo di preferenza la partecipazione per
almeno un anno, in corrispondente professionalita', ai
piani o progetti di cui all'art. 6 del decreto-legge 21
marzo 1988, n. 86, convertito, con modificazioni, dalla
legge 20 maggio 1988, n. 160, e successive modificazioni.
15. Le amministrazioni dello Stato possono assumere,
nel limite di 200 unita' complessive, con le procedure
previste dal comma 3, personale dotato di alta
professionalita', anche al di fuori della dotazione
organica risultante dalla rilevazione dei carichi di lavoro
prevista dall'art. 3, comma 5, della legge 24 dicembre
1993, n. 537, in ragione delle necessita' sopraggiunte alla
predetta rilevazione, a seguito di provvedimenti
legislativi di attribuzione di nuove e specifiche
competenze alle stesse amministrazioni dello Stato. Si
applicano per le assunzioni di cui al presente comma le
disposizioni previste dai commi 8 e 11.
16. Le assunzioni di cui ai commi precedenti sono
subordinate all'indisponibilita' di idonei in concorsi gia'
espletati le cui graduatorie siano state approvate a
decorrere dal 1 gennaio 1994 secondo quanto previsto
dall'art. 1, comma 4, della legge 28 dicembre 1995, n. 549,
che richiama le disposizioni di cui all'art. 22, comma 8,
della legge 23 dicembre 1994, n. 724.
17. Il termine del 31 dicembre 1997, previsto dall'art.
12, comma 3, del decreto-legge 31 dicembre 1996, n. 669,
convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio
1997, n. 30, in materia di attribuzione temporanea di
mansioni superiori, e' ulteriormente differito alla data di
entrata in vigore dei provvedimenti di revisione degli
ordinamenti professionali e, comunque, non oltre il 31
dicembre 1998.
18. Allo scopo di ridurre la spesa derivante da nuove
assunzioni il Consiglio dei Ministri, con la determinazione
da adottare ai sensi del comma 3, definisce, entro il primo
semestre di ciascun anno, anche la percentuale del
personale da assumere annualmente con contratto di lavoro a
tempo parziale o altre tipologie contrattuali flessibili,
salvo che per le Forze armate, le Forze di polizia ed il
Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Tale percentuale non
puo' essere inferiore al 50 per cento delle assunzioni
autorizzate salvo che le corrispondenti riduzioni di spesa
siano ugualmente realizzate anche mediante ricorso ad
ulteriori tipologie di assunzioni comportanti oneri unitari
inferiori rispetto a quelli derivanti dalle ordinarie
assunzioni di personale. Per le amministrazioni che non
hanno raggiunto una quota di personale a tempo parziale
pari almeno al 4 per cento del totale dei dipendenti, le
assunzioni possono essere autorizzate, salvo motivate
deroghe, esclusivamente con contratto a tempo parziale.
L'eventuale trasformazione a tempo pieno puo' intervenire
purche' cio' non comporti riduzione complessiva delle
unita' con rapporto di lavoro a tempo parziale.
18-bis. E' consentito l'accesso ad un regime di impegno
ridotto per il personale non sanitario con qualifica
dirigenziale che non sia preposto alla titolarita' di
uffici, con conseguenti effetti sul trattamento economico
secondo criteri definiti dai contratti collettivi nazionali
di lavoro.
19. Le regioni, le province autonome di Trento e di
Bolzano, gli enti locali, le camere di commercio,
industria, artigianato e agricoltura, le aziende e gli enti
del Servizio sanitario nazionale, le universita' e gli enti
di ricerca adeguano i propri ordinamenti ai principi di cui
al comma 1 finalizzandoli alla riduzione programmata delle
spese di personale.
20. Gli enti pubblici non economici adottano le
determinazioni necessarie per l'attuazione dei principi di
cui ai commi 1 e 18, adeguando, ove occorra, i propri
ordinamenti con l'obiettivo di una riduzione delle spese
per il personale. Agli enti pubblici non economici con
organico superiore a 200 unita' si applica anche il
disposto di cui ai commi 2 e 3.
20-bis. Le amministrazioni pubbliche alle quali non si
applicano discipline autorizzatorie delle assunzioni, fermo
restando quanto previsto dai commi 19 e 20, programmano le
proprie politiche di assunzioni adeguandosi ai principi di
riduzione complessiva della spesa di personale, in
particolare per nuove assunzioni, di cui ai commi 2-bis, 3,
3-bis e 3-ter, per quanto applicabili, realizzabili anche
mediante l'incremento della quota di personale ad orario
ridotto o con altre tipologie contrattuali flessibili nel
quadro delle assunzioni compatibili con gli obiettivi della
programmazione e giustificate dai processi di riordino o di
trasferimento di funzioni e competenze. Per le universita'
restano ferme le disposizioni dell'art. 51.
20-ter. Le ulteriori economie conseguenti
all'applicazione del presente articolo, realizzate in
ciascuna delle amministrazioni dello Stato, anche ad
ordinamento autonomo, e presso gli enti pubblici non
economici con organico superiore a duecento unita', sono
destinate, entro i limiti e con le modalita' di cui
all'art. 43, comma 5, ai fondi per la contrattazione
integrativa di cui ai vigenti contratti collettivi
nazionali di lavoro ed alla retribuzione di risultato del
personale dirigente. Con la medesima destinazione e ai
sensi del predetto art. 43, comma 5, le amministrazioni e
gli enti che abbiano proceduto a ridurre la propria
consistenza di personale di una percentuale superiore allo
0,4 per cento rispetto agli obiettivi percentuali di
riduzione annua di cui al comma 2 possono comunque
utilizzare le maggiori economie conseguite.
21. Per le attivita' connesse all'attuazione del
presente articolo, la Presidenza del Consiglio dei Ministri
ed il Ministero del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica possono avvalersi di personale
comandato da altre amministrazioni dello Stato, in deroga
al contingente determinato ai sensi della legge 23 agosto
1988, n. 400, per un numero massimo di 25 unita'.
22. Al fine dell'attuazione della legge 15 marzo 1997,
n. 59, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e'
autorizzata, in deroga ad ogni altra disposizione, ad
avvalersi di un contingente integrativo di personale in
posizione di comando o di fuori ruolo, fino ad un massimo
di cinquanta unita', appartenente alle amministrazioni di
cui agli articoli 1, comma 2, e 2, commi 4 e 5, del decreto
legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, nonche' ad enti
pubblici economici. Si applicano le disposizioni previste
dall'art. 17, comma 14, della legge 15 maggio 1997, n. 127.
Il personale di cui al presente comma mantiene il
trattamento economico fondamentale delle amministrazioni o
degli enti di appartenenza e i relativi oneri rimangono a
carico di tali amministrazioni o enti. Al personale di cui
al presente comma sono attribuiti l'indennita' e il
trattamento economico accessorio spettanti al personale di
ruolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, se piu'
favorevoli. Il servizio prestato presso la Presidenza del
Consiglio dei Ministri e' valutabile ai fini della
progressione della carriera e dei concorsi.
23. All'art. 9, comma 19, del decreto-legge 1 ottobre
1996, n. 510, convertito, con modificazioni, dalla legge 28
novembre 1996, n. 608, le parole: "31 dicembre 1997", sono
sostituite dalle seguenti: "31 dicembre 1998". Al comma l8
dell'art. 1 della legge 28 dicembre 1995, n. 549, come
modificato dall'art. 6, comma 18, lettera c), della legge
15 maggio 1997, n. 127, le parole "31 dicembre 1997", sono
sostituite dalle seguenti: "31 dicembre 1998". L'eventuale
trasformazione dei contratti previsti dalla citata legge n.
549 del 1995 avviene nell'ambito della programmazione di
cui ai commi 1, 2 e 3 del presente articolo.
24. In deroga a quanto previsto dall'art. 1, comma 115,
della legge 23 dicembre 1996, n. 662, l'entita' complessiva
di giovani iscritti alle liste di leva di cui all'art. 37
del decreto del Presidente della Repubblica 14 febbraio
1964, n. 237, da ammettere annualmente al servizio
ausiliario di leva nelle Forze di polizia, e' incrementato
di 3.000 unita', da assegnare alla Polizia di Stato,
all'Arma dei carabinieri ed al Corpo della guardia di
finanza, in proporzione alle rispettive dotazioni
organiche. A decorrere dall'anno 1999 e' disposto un
ulteriore incremento di 2.000 unita' da assegnare all'Arma
dei carabinieri, nell'ambito delle procedure di
programmazione ed autorizzazione delle assunzioni di cui al
presente articolo.
25. Al fine di incentivare la trasformazione del
rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici da tempo pieno a
tempo parziale e garantendo in ogni caso che cio' non si
ripercuota negativamente sulla funzionalita' degli enti
pubblici con un basso numero di dipendenti, come i piccoli
comuni e le comunita' montane, la contrattazione collettiva
puo' prevedere che i trattamenti accessori collegati al
raggiungimento di obiettivi o alla realizzazione di
progetti, nonche' ad altri istituti contrattuali non
collegati alla durata della prestazione lavorativa siano
applicati in favore del personale a tempo parziale anche in
misura non frazionata o non direttamente proporzionale al
regime orario adottato. I decreti di cui all'art. 1, comma
58-bis, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, introdotto
dall'art. 6 del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79,
convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997,
n. 140, devono essere emanati entro novanta giorni dalla
data di entrata in vigore della presente legge. In
mancanza, la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo
parziale puo' essere negata esclusivamente nel caso in cui
l'attivita' che il dipendente intende svolgere sia in
palese contrasto con quella svolta presso l'amministrazione
di appartenenza o in concorrenza con essa, con motivato
provvedimento emanato d'intesa fra l'amministrazione di
appartenenza e la Presidenza del Consiglio dei Ministri -
Dipartimento della funzione pubblica.
26. Le domande di trasformazione del rapporto di lavoro
da tempo pieno a tempo parziale, respinte prima della data
di entrata in vigore della presente legge, sono riesaminate
d'ufficio secondo i criteri e le modalita' indicati al
comma 25, tenendo conto dell'attualita' dell'interesse del
dipendente.
27. Le disposizioni dell'art. 1, commi 58 e 59, della
legge 23 dicembre 1996, n. 662, in materia di rapporto di
lavoro a tempo parziale, si applicano al personale
dipendente delle regioni e degli enti locali finche' non
diversamente disposto da ciascun ente con proprio atto
normativo.
28. Nell'esercizio dei compiti attribuiti dall'art. 1,
comma 62, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, il Corpo
della guardia di finanza agisce avvalendosi dei poteri di
polizia tributaria previsti dal decreto del Presidente
della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e dal decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. Nel
corso delle verifiche previste dall'art. 1, comma 62, della
legge 23 dicembre 1996, n. 662, non e' opponibile il
segreto d'ufficio.".
- Si riporta il testo dell'art. 2, comma 3, del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante: "Norme
generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche":
"3. I rapporti individuali di lavoro di cui al comma 2
sono regolati contrattualmente. I contratti collettivi sono
stipulati secondo i criteri e le modalita' previste nel
titolo III del presente decreto; i contratti individuali
devono conformarsi ai principi di cui all'art. 45, comma 2.
L'attribuzione di trattamenti economici puo' avvenire
esclusivamente mediante contratti collettivi o, alle
condizioni previsate, mediante contratti individuali. Le
disposizioni di legge, regolamenti o atti amministrativi
che attribuiscono incrementi retributivi non previsti da
contratti cessano di avere efficacia a far data
dall'entrata in vigore del relativo rinnovo contrattuale. I
trattamenti economici piu' favorevoli in godimento sono
riassorbiti con le modalita' e nelle misure previste dai
contratti collettivi e i risparmi di spesa che ne
conseguono incrementano le risorse disponibili per la
contrattazione collettiva.".
- Si riporta il testo dell'art. 17, comma 3, della
legge 23 agosto 1988, n. 400, recante: "Disciplina
dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza
del Consiglio dei Ministri":
"3. Con decreto ministeriale possono essere adottati
regolamenti nelle materie di competenza del Ministro o di
autorita' sottordinate al Ministro, quando la legge
espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per
materie di competenza di piu' Ministri, possono essere
adottati con decreti interministeriali, ferma restando la
necessita' di apposita autorizzazione da parte della legge.
I regolamenti ministeriali ed interministeriali non possono
dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati
dal Governo. Essi debbono essere comunicati al Presidente
del Consiglio dei Ministri prima della loro emanazione.".
- La legge 26 febbraio 1999, n. 42, concerne:
"Disposizioni in materia di professioni sanitarie".
- La legge 10 agosto 2000, n. 251, concerne:
"Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche,
tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonche'
della professione ostetrica".
- L'accordo intervenuto il 22 febbraio 2001 e'
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - serie generale - n.
91 del 19 aprile 2001.
- Si riporta il testo dell'art. 3, comma 8, del decreto
del Ministro dell'universita' e della ricerca scientifica e
tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, recante: "Regolamento
recante norme concernenti l'autonomia didattica degli
atenei":
"8. Restano ferme le disposizioni di cui all'art. 6
della legge 19 novembre 1990, n. 341, in materia di
formazione finalizzata e di servizi didattici integrativi.
In particolare, in attuazione dell'art. 1, comma 15, della
legge 14 gennaio 1999, n. 4, le universita' possono
attivare, disciplinandoli nei regolamenti didattici di
ateneo, corsi di perfezionamento scientifico e di alta
formazione permanente e ricorrente, successivi al
conseguimento della laurea o della laurea specialistica,
alla conclusione dei quali sono rilasciati i master
universitari di primo e di secondo livello.".
- Per le leggi 26 febbraio 1999, n. 42, e 10 agosto
2000, n. 251, si veda il riferimento in nota.
- Si riporta il testo dell'art. 1, comma 1, lettera a)
della legge 2 agosto 1999, n. 264, recante: "Norme in
materia di accessi ai corsi universitari", come modificato
dal presente articolo:
"1. Sono programmati a livello nazionale gli accessi:
a) ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, in
medicina veterinaria, in odontoiatria e protesi dentaria,
in architettura, ai corsi di laurea specialistica delle
professioni sanitarie, nonche' ai corsi di diploma
universitario, ovvero individuati come di primo livello in
applicazione dell'art. 17, comma 95, della legge 15 maggio
1997, n. 127, e successive modificazioni, concernenti la
formazione del personale sanitario infermieristico, tecnico
e della riabilitazione ai sensi dell'art. 6, comma 3, del
decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive
modificazioni, in conformita' alla normativa comunitaria
vigente e alle raccomandazioni dell'Unione europea che
determinano standard formativi tali da richiedere il
possesso di specifici requisiti;".
Art. 1-bis.
(( Modifica al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 ))
(( 1. All'articolo 2, comma 1, lettera d), numero 1), del decreto
legislativo 19 settembre 1994, n. 626, dopo le parole: "o in clinica
del lavoro", sono inserite le seguenti: "o in igiene e medicina
preventiva o in medicina legale e delle assicurazioni" )).
Riferimenti normativi:
- Il decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626,
reca: "Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE,
89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE,
90/679/CEE, 93/88/CEE, 97/42/CE e 1999/38/CE riguardanti il
miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori
durante il lavoro".
- Si riporta il testo dell'art. 2, comma 1, lettera d),
numero 1), del citato decreto legislativo 19 settembre
1994, n. 626, come modificato dal presente articolo:
"Art. 2 (Definizioni). - 1. Agli effetti delle
disposizioni di cui al presente decreto si intendono per:
(Omissis);
d) medico competente: medico in possesso di uno dei
seguenti titoli:
1) specializzazione in medicina del lavoro o in
medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica o in
tossicologia industriale o in igiene industriale o in
fisiologia ed igiene del lavoro o in clinica del lavoro o
in igiene e medicina preventiva o in medicina legale e
delle assicurazioni ed altre specializzazioni individuate,
ove necessario, con decreto del Ministro della sanita' di
concerto con il Ministro dell'universita' e della ricerca
scientifica e tecnologica;".
Art. 1-ter.
(( Disposizioni particolari per le province autonome di Trento e di
Bolzano ))
(( 1. Le disposizioni del presente decreto sono applicabili alle
province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme
dei rispettivi statuti )).
Art. 2.
Entrata in vigore
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a
quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana e sara' presentato alle Camere per la conversione
in legge.
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