SCHEDE INFORMATIVE SULLE PROFESSIONI SANITARIE

Le schede presentate nascono dall'esigenza di rispondere ai bisogni informativi e di orientamento dei cittadini in un campo così complesso, e caratterizzato da grandi trasformazioni, come quello della sanità in Italia.
Le schede riguardano 14 figure professionali del settore comprese nelle aree del personale tecnico, infermieristico e della riabilitazione, innovate dall'introduzione della riforma sanitaria del 1992.

Le schede contengono la descrizione dei seguenti profili professionali:

Le descrizioni sono il risultato del trattamento di fonti esclusivamente normative e intendono integrare le informazioni relative ai bandi di accesso ai corsi di diploma universitario corrispondenti.


Infermiere

DESCRIZIONE

E’ l’operatore sanitario responsabile dell’assistenza generale infermieristica. Con questo termine si intendono le funzioni di prevenzione delle malattie , l’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l’educazione sanitaria. L’infermiere, quindi, svolge la propria attività a favore di varie tipologie di persone: dal neonato , all’adulto, all’anziano, non solo quando tali persone sono malate e a volte in forte pericolo di vita, ma anche quando sono sane per aiutarle a preservare la salute.In particolare l’infermiere:

  • partecipa all’identificazione dei bisogni di salute, fisici, psicologici e sociali, della persona e della collettività;
  • identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formula i relativi obiettivi;
  • pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico;
  • garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche.

Può agire sia individualmente che in collaborazione con altri operatori sanitari e sociali. Per l’espletamento delle funzioni si avvale ove necessario dell’opera del personale di supporto (operatori tecnici d’assistenza).La caratteristica principale di questa professione è prendersi cura dell’altro. Questo comporta impegno emotivo continuo, da un lato, ma, dall’altro, la costante sensazione di sentirsi utile.

AMBIENTE DI LAVORO

L’infermiere può svolgere la sua attività in strutture sanitarie pubbliche o private, nel territorio e nell’assistenza domiciliare (ospedali, case di cura, ambulatori, residenze sanitarie assistite per anziani, ecc.).L’orario di lavoro dipende dalle esigenze delle diverse strutture: in alcuni ambienti è necessario svolgere turni di lavoro che coprano le 24 ore, in altri gli orari di lavoro sono esclusivamente diurni.

COME SI DIVENTA...

percorso formativo

Dopo aver conseguito un qualsiasi diploma quinquennale di scuola media superiore è necessario iscriversi al corso di Diploma Universitario per Infermiere presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Qualora il numero degli aspiranti al corso sia superiore a quello dei posti disponibili, l’accesso è subordinato al superamento di un esame. La durata del corso è di 3 anni. Il corso, suddiviso in semestri, prevede 1600 ore di teoria e 3000 ore di attività pratica (simulazioni, esercitazioni, tirocinio) per un totale di 4600 ore; si conclude con un esame finale di Diploma con valore abilitante all’esercizio della professione.

altri requisiti necessari

Per svolgere la professione di infermiere è necessario essere iscritti all’albo professionale.

modalità di accesso

L’infermiere può esercitare la sua professione in rapporto di dipendenza o libero professionale. L’ accesso alla professione nel settore pubblico avviene attraverso concorsi. La libera professione può essere svolta sia individualmente sia attraverso la creazione di studi associati o cooperative sociali o l’adesione a strutture già esistenti.

conoscenze essenziali

L’infermiere deve avere conoscenze di base di fisica, statistica, informatica, chimica, biologia e genetica, anatomia [struttura delle parti esterne e interne dell’organismo],Deve avere le basi culturali per poter seguire gli atti medici, anche nelle loro applicazioni pratiche, attraverso la conoscenza della fisiologia [meccanismi di funzionamento e regolazione dei vari organi e apparati], della patologia [malattie], della medicina clinica [manifestazioni cliniche connesse al decorso delle principali malattie], delle specialità mediche e chirurgiche, delle scienze umane e sociali.Deve conoscere in maniera approfondita i principi teorici del nursing [assistenza infermieristica], le tecniche infermieristiche applicate alle diverse specialità mediche e chirurgiche, i principi di igiene generale e applicata.Deve avere, inoltre alcune conoscenze trasversali per le figure professionali comprese nelle aree del personale tecnico, infermieristico e della riabilitazione come quelle relative ai principi di diritto, al complesso delle norme etico-sociali che disciplinano l’esercizio della professione, alla lingua inglese, con particolare riferimento alla terminologia scientifica.

capacità richieste

L’infermiere deve avere: capacità di stabilire e mantenere relazioni efficaci sia con la persona assistita e la sua famiglia, sia con i membri dell’équipe di lavoro; capacità organizzative, tecniche e investigative per pianificare, applicare e valutare gli interventi assistenziali; capacità didattiche orientate all’informazione, istruzione ed educazione degli utenti, dei loro familiari, della collettività, del personale collaborante.

POSSIBILITÀ DI CARRIERA

All’interno del servizio sanitario pubblico, il livello di inquadramento iniziale, a cui si accede tramite concorso, è attualmente il VI (collaboratore), con possibilità di sviluppo di carriera in relazione all’articolazione funzionale prevista dall’ordinamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale, in corso di ridefinizione.Nella libera professione non esiste una vera e propria carriera verticale; le possibilità di sviluppo professionale dipendono sia dagli spazi di mercato sia dall’esperienza acquisita e dalla capacità di tenersi sempre aggiornati. E’ prevista la possibilità di una formazione post base per la pratica specialistica nelle seguenti aree: a) sanità pubblica: infermiere di sanità pubblica; b) pediatria: infermiere pediatrico; c) salute mentale-psichiatria: infermiere psichiatrico; d) geriatria: infermiere geriatrico; e) area critica: infermiere di area critica.

ALTRE INFORMAZIONI

Per questa figura professionale la Regione Emilia Romagna prevede un fabbisogno occupazionale nell’area sanitaria, sulla base di ricognizioni effettuate nel 1997 nella sanità pubblica e privata e confrontate con i dati del collegio.

RIFERIMENTI

· Decreto ministeriale del 14 settembre 1994 n.739 pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 9/1/95 · Decreto ministeriale del 24 luglio 1996 pubblicato sul "supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale" del 14/10/1996, serie generale n. 241.


Tecnico sanitario di radiologia medica

DESCRIZIONE

E’ l’operatore sanitario autorizzato a espletare indagini e prestazioni radiologiche. In via autonoma o in collaborazione con altre figure sanitarie realizza, dietro prescrizione medica, tutti gli interventi che richiedono l’uso di sorgenti di radiazioni ionizzanti, sia artificiali che naturali, di energie termiche, ultrasoniche, di risonanza magnetica nucleare nonché gli interventi per la protezione fisica o dosimetrica. Tali interventi possono essere ricondotti a 4 principali ambiti di attività:

  • radiodiagnostica, che comporta l’effettuazione di esami radiologici di vari organi e apparati del corpo umano utilizzabili dal personale medico per scopi diagnostici [per identificare una malattia];
  • radioterapia, che comporta l’ impostazione e l’effettuazione della terapia [cura] prescritta dal medico per mezzo di raggi x o di sostanze radioattive;
  • medicina nucleare, che comporta la presa in consegna del materiale radioattivo, l’allestimento delle dosi da somministrare ai pazienti, il controllo di efficienza delle apparecchiature;
  • fisica sanitaria, che comporta la collaborazione alla risoluzione di problemi di fisica nell’impiego di sorgenti di radiazione per la diagnostica, la terapia e la ricerca.

In particolare, il tecnico sanitario di radiologia medica:

  • partecipa alla programmazione e organizzazione del lavoro nell’ambito della struttura in cui opera, nel rispetto delle proprie competenze;
  • programma e gestisce l’erogazione delle prestazioni polivalenti di sua competenza in collaborazione diretta con il medico radiodiagnosta, il medico nucleare, il fisico radioterapista e il fisico sanitario;
  • è responsabile degli atti di sua competenza, in particolare controllando il corretto funzionamento delle apparecchiature, provvedendo alla eliminazione di incovenienti di modesta entità e attuando programmi di verifica e controllo a garanzia della qualità secondo indicatori e standard predefiniti.
  • contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca.

AMBIENTE DI LAVORO

Il tecnico sanitario di radiologia medica può svolgere la sua attività nelle strutture sanitarie pubbliche o private (ospedali, cliniche, studi privati), all’interno dei servizi di radiodiagnostica, radioterapia oncologica, medicina nucleare, fisica sanitaria.

COME SI DIVENTA ...

percorso formativo

Dopo aver conseguito un qualsiasi diploma di scuola media superiore è necessario iscriversi al corso di Diploma Universitario per Tecnico Sanitario di Radiologia Medica presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Qualora il numero degli aspiranti al corso sia superiore a quello dei posti disponibili, l’accesso è subordinato al superamento di un esame. La durata del corso è di 3 anni. Il corso, suddiviso in semestri, prevede 1600 ore di teoria e 3000 ore di attività pratica (simulazioni, esercitazioni, tirocinio) per un totale di 4600 ore; si conclude con un esame finale di Diploma con valore abilitante all’esercizio della professione.

altri requisiti necessari

Per svolgere la professione di tecnico sanitario di radiologia medica è necessario essere iscritti all’albo professionale.

modalità di accesso

Il tecnico sanitario di radiologia medica può lavorare in rapporto di dipendenza o libero professionale.L’ accesso alla professione nel settore pubblico avviene attraverso concorsi. Nel settore privato, oltre che come dipendenti, si può lavorare come libero professionisti

conoscenze essenziali

Il tecnico sanitario di radiologia medica deve avere conoscenze di base di analisi matematica, statistica, informatica, chimica, biologia e anatomofisiologia [struttura e funzionamento dell’organismo umano].Deve avere conoscenze più approfondite di patologia generale [le malattie dell’organismo umano] con particolare riferimento agli effetti delle radiazioni e alle tecniche radiologiche e radioterapiche, di tecnologia radiodiagnostica, di diagnostica per immagini, di radioterapia, di bioingegneria elettronica, di elettrotecnica, di misure elettriche ed elettroniche, di fisica, di fisica nucleare, di biofisica, di cibernetica, telecomunicazioni, farmacologia, igiene.Deve avere, inoltre, alcune conoscenze trasversali per le figure professionali comprese nelle aree del personale tecnico, infermieristico e della riabilitazione come quelle relative al complesso delle norme etico-sociali che disciplinano l’esercizio della professione.

POSSIBILITÀ DI CARRIERA

All’interno del servizio sanitario pubblico, il livello di inquadramento iniziale, a cui si accede tramite concorso, è attualmente il VI (collaboratore), con possibilità di sviluppo di carriera in relazione all’articolazione funzionale prevista dall’ordinamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale, in corso di ridefinizione.Nella libera professione non esiste una vera e propria carriera verticale; le possibilità di sviluppo professionale dipendono sia dagli spazi di mercato sia dall’esperienza acquisita e dalla capacità di tenersi sempre aggiornati sulle innovazioni tecnologiche

ALTRE INFORMAZIONI

Per questa figura professionale la Regione Emilia Romagna prevede un fabbisogno occupazionale nell’area sanitaria, sulla base di ricognizioni effettuate nel 1997 nella sanità pubblica e privata e confrontate con i dati dei collegio.

RIFERIMENTI · Decreto ministeriale del 26 settembre 1994 n.746 pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 9/1/95 · Decreto ministeriale del 24 luglio 1996 pubblicato sul "supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale" del 14/10/1996, serie generale n. 241· Legge 31.1.83, n.25


Podologo

DESCRIZIONE

Il podologo è l’operatore sanitario specializzato nell’analisi del piede e nel trattamento delle callosità, delle unghie ipertrofiche, deformi e incallite, nonché dei disturbi del piede doloroso. Per il trattamento utilizza metodi incruenti [che non comportano l’incisione dei tessuti], ortesici [che prevedono l’utilizzo di apparecchiature per correggere un funzionamento difettoso] e idromassoterapici [che prevedono una terapia basata sul massaggio a opera di getti d’acqua].Su prescrizione medica previene e svolge la medicazione delle ulcerazioni delle verruche del piede e comunque assiste, anche ai fini dell’educazione sanitaria, i soggetti portatori di malattie a rischio.Individua e segnala al medico le sospette condizioni patologiche che richiedono un approfondimento diagnostico o un intervento terapeutico.

AMBIENTE DI LAVORO

Il podologo può svolgere la sua attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private (ospedali, studi privati, case di riposo, case protette, residenze sanitarie assistite, ecc.).

COME SI DIVENTA ...

percorso formativo

Dopo aver conseguito un qualsiasi diploma di scuola media superiore è necessario iscriversi al corso di Diploma Universitario per Podologo presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Qualora il numero degli aspiranti al corso sia superiore a quello dei posti disponibili, l’accesso è subordinato al superamento di un esame. La durata del corso è di 3 anni. Il corso, suddiviso in semestri, prevede 1600 ore di teoria e 3000 ore di attività pratica (simulazioni, esercitazioni, tirocinio) per un totale di 4600 ore; si conclude con un esame finale di Diploma con valore abilitante all’esercizio della professione.

modalità di accesso

Il podologo può lavorare in rapporto di dipendenza o libero professionale. L’ accesso alla professione nel settore pubblico avviene attraverso concorsi; Nel settore privato, oltre che come dipendenti, si può lavorare come liberi professionisti. Attualmente è proprio il settore privato ad offrire maggiori possibilità di inserimento lavorativo per questa figura professionale.

conoscenze essenziali

Il podologo deve avere conoscenze di base di fisica, statistica, informatica, chimica, biologia e genetica.Deve avere nozioni di base della cura e dell’assistenza secondo principi pedagogici.Deve conoscere la struttura del piede, il suo funzionamento e le sue malattie nonché i metodi e le tecniche per poter intervenire sulle diverse patologie approfondendo materie come fisiopatologia generale e podologica, podologia speciale e d’urgenza, fisioterapia podologica, farmacologia, geriatria e gerontologia, igiene.Deve avere, inoltre alcune conoscenze trasversali per le figure professionali comprese nelle aree del personale tecnico, infermieristico e della riabilitazione come quelle relative ai principi di diritto, al complesso delle norme etico-sociali che disciplinano l’esercizio della professione, alla lingua inglese, con particolare riferimento alla terminologia scientifica.

POSSIBILITÀ DI CARRIERA

All’interno del servizio sanitario pubblico, il livello di inquadramento iniziale, a cui si accede tramite concorso, è attualmente il VI (collaboratore), con possibilità di sviluppo di carriera in relazione all’articolazione funzionale prevista dall’ordinamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale, in corso di ridefinizione.Nella libera professione non esiste una vera e propria carriera verticale; le possibilità di sviluppo professionale dipendono sia dagli spazi di mercato sia dall’esperienza acquisita e dalla capacità di tenersi sempre aggiornato.

ALTRE INFORMAZIONI

Per questa figura professionale la Regione Emilia Romagna prevede un fabbisogno occupazionale nell’area sanitaria, sulla base di ricognizioni effettuate nel 1997 nella sanità pubblica e privata e confrontate con i dati delle associazioni.

RIFERIMENTI · Decreto ministeriale del 14 settembre 1994 n.666 pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 9/1/95 · Decreto ministeriale del 24 luglio 1996 pubblicato sul "supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale" del 14/10/1996, serie generale n. 241


Tecnico di neurofisiopatologia

DESCRIZIONE

E’ l’operatore sanitario che svolge la propria attività nell’ambito della diagnosi [individuazione] delle malattie del sistema nervoso, applicando direttamente, su prescrizione medica, le metodiche diagnostiche specifiche in campo neurologico e neurochirurgico quali, ad esempio, l’elettroencefalografia [esame delle funzioni cerebrali mediante registrazione grafica dei potenziali elettrici del cervello] e l’elettroncuromiografia [esame del tono e della funzione muscolare mediante registrazione grafica dei fenomeni elettrici che accompagnano le contrazioni]. Nello specifico, il tecnico di neurofisiopatologia:· applica le metodiche più idonee per la registrazione dei fenomeni bioelettrici, con diretto intervento sul paziente e sulle apparecchiature ai fini della realizzazione di un programma di lavoro diagnostico-strumentale o di ricerca neurofisiologica predisposto in stretta collaborazione con il medico specialista;· gestisce compiutamente il lavoro di raccolta e di ottimizzazione delle varie metodiche diagnostiche, sulle quali, su richiesta, deve redarre un rapporto descrittivo sotto l’aspetto tecnico;· impiega metodiche diagnostico-strumentali per l’accertamento dell’attività elettrocerebrale ai fini clinici e/o legali, come ad esempio, la certificazione della morte cerebrale;· provvede alla predisposizione e controllo della strumentazione delle apparecchiature in dotazione.Ha dirette responsabilità nell’applicazione e nel risultato finale della metodica diagnostica utilizzata.

AMBIENTE DI LAVORO

Svolge la sua attività in strutture sanitarie pubbliche o private (ospedali, cliniche, studi privati).

COME SI DIVENTA ...

percorso formativo

Dopo aver conseguito un qualsiasi diploma di scuola media superiore è necessario iscriversi al corso di Diploma Universitario per Tecnico di neurofisiopatologia presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Qualora il numero degli aspiranti al corso sia superiore a quello dei posti disponibili, l’accesso è subordinato al superamento di un esame. La durata del corso è di 3 anni. Il corso, suddiviso in semestri, prevede 1600 ore di teoria e 3000 ore di attività pratica (simulazioni, esercitazioni, tirocinio) per un totale di 4600 ore; si conclude con un esame finale di Diploma con valore abilitante all’esercizio della professione.

modalità di accesso

Il tecnico di neurofisiopatologia può lavorare in regime di dipendenza o libero professionaleL’ accesso alla professione nel settore pubblico avviene attraverso concorsi;Nel settore privato, oltre che come dipendenti, si può lavorare come liberi professionisti

conoscenze essenziali

Il tecnico di nuerofisiopatologia deve avere conoscenze di base di fisica, statistica, informatica, chimica, biologia e genetica, anatomia [struttura del corpo umano].Deve conoscere in modo più approfondito la struttura e il funzionamento del sistema nervoso, le sue malattie e le relative tecniche di esplorazione, approfondendo materie quali: anatomofisiologia del sistema nervoso, neurologia, neurochirurgia, anestesiologia, farmacologia, misure elettriche e elettroniche, scienze infermieristiche e tecniche della riabilitazione neuropsichiatrica.Deve avere, inoltre alcune conoscenze trasversali per le figure professionali comprese nelle aree del personale tecnico, infermieristico e della riabilitazione come quelle relative ai principi di diritto, al complesso delle norme etico-sociali che disciplinano l’esercizio della professione, alla lingua inglese, con particolare riferimento alla terminologia scientifica.

POSSIBILITÀ DI CARRIERA

All’interno del servizio sanitario pubblico, il livello di inquadramento iniziale, a cui si accede tramite concorso, è attualmente il VI (collaboratore), con possibilità di sviluppo di carriera in relazione all’articolazione funzionale prevista dall’ordinamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale, in corso di ridefinizione.Nella libera professione non esiste una vera e propria carriera verticale; le possibilità di sviluppo dipendono sia dagli spazi di mercato sia dall’esperienza acquisita e dalla capacità di tenersi sempre aggiornati.

ALTRE INFORMAZIONI

Per questa figura professionale la Regione Emilia Romagna prevede un fabbisogno occupazionale nell’area sanitaria, sulla base di ricognizioni effettuate nel 1997 nella sanità pubblica e privata e confrontate con i dati delle associazioni.

RIFERIMENTI · Decreto ministeriale del 15 marzo 1995 n. 183 pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 20/5/95 · Decreto ministeriale del 24 luglio 1996 pubblicato sul "supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale" del 14/10/1996, serie generale n. 241


Ostetrica/o

DESCRIZIONE

È l’operatore sanitario che assiste e consiglia la donna nel periodo della gravidanza, durante il parto e nel puerperio, conduce e porta a termine parti normali con propria responsabilità e presta assistenza al neonato.L’ostetrica/o, per quanto di sua competenza, partecipa:· ad interventi di educazione sanitaria e sessuale sia nell’ambito della famiglia che nella comunità;· alla preparazione psicoprofilattica del parto;· alla preparazione ed assistenza ad interventi ginecologici;· alla prevenzione e all’accertamento dei tumori della sfera genitale femminile;· ai programmi di assistenza materna e neonatale.L’ostetrica/o, nel rispetto dell’etica professionale, gestisce, come membro dell’équipe sanitaria, l’intervento assistenziale di propria competenza. E’ in grado di individuare situazioni potenzialmente patologiche che richiedono intervento medico e di praticare, ove occorra, le relative misure di particolare urgenzaPuò contribuire alla formazione del personale di supporto e concorrere direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca.

AMBIENTE DI LAVORO

L’ostetrica/o svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche e private, come ad esempio, ospedali, cliniche, consultori.

COME SI DIVENTA ...

percorso formativo

Dopo aver conseguito un qualsiasi diploma quinquennale di scuola media superiore è necessario iscriversi al corso di Diploma Universitario per Ostetrica/o presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Qualora il numero degli aspiranti al corso sia superiore a quello dei posti disponibili, l’accesso è subordinato al superamento di un esame. La durata del corso è di 3 anni. Il corso, suddiviso in semestri, prevede 1600 ore di teoria e 3000 ore di attività pratica (simulazioni, esercitazioni, tirocinio) per un totale di 4600 ore; si conclude con un esame finale di Diploma con valore abilitante all’esercizio della professione. altri requisiti necessari Per svolgere la professione di ostetrica/o è obbligatorio essere iscritti all’albo professionale.

modalità di accesso

L’ostetrica/o può lavorare in regime di dipendenza o libero professionale.L’accesso alla professione nel settore pubblico avviene attraverso concorsi.Nel settore privato, oltre che come dipendenti si può lavorare come libero professionisti.

conoscenze essenziali

L’ostetrica/o deve avere conoscenze di base di fisica, statistica, informatica, chimica, biologia e genetica.Deve conoscere la fisiologia [il funzionamento] e la patologia [le malattie] della riproduzione umana, della gravidanza e del parto, i principi della medicina preventiva preconcezionale e dell’età evolutiva, i principi teorici e pratici della cura e dell’assistenza ostetrica nonché della comunicazione nel processo assistenziale approfondendo materie quali ginecologia e ostetricia, pediatria, igiene, chirurgia generale, anestesiologia, farmacologia, oncologia, scienze infermieristiche ostetrico-ginecologiche, pedagogia, psicologia.Deve avere, inoltre alcune conoscenze trasversali per le figure professionali comprese nelle aree del personale tecnico, infermieristico e della riabilitazione come quelle relative ai principi di diritto, al complesso delle norme etico-sociali che disciplinano l’esercizio della professione, alla lingua inglese, con particolare riferimento alla terminologia scientifica.

POSSIBILITÀ DI CARRIERA

All’interno del servizio sanitario pubblico, il livello di inquadramento iniziale, a cui si accede tramite concorso, è attualmente il VI (collaboratore), con possibilità di sviluppo di carriera in relazione all’articolazione funzionale prevista dall’ordinamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale, in corso di ridefinizione.Nella libera professione non esiste una vera e propria carriera verticale; le possibilità di sviluppo professionale dipendono sia dagli spazi di mercato sia dall'esperienza acquisita e dalla capacità di tenersi sempre aggiornati.

ALTRE INFORMAZIONI

Per questa figura professionale la Regione Emilia Romagna prevede un fabbisogno occupazionale nell’area sanitaria, sulla base di ricognizioni effettuate nel 1997 nella sanità pubblica e privata e confrontate con i dati del collegio.

RIFERIMENTI · Decreto ministeriale del 14 settembre 1994 n.740 pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 9/1/95 · Decreto ministeriale del 24 luglio 1996 pubblicato sul "supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale" del 14/10/1996, serie generale n. 241


Tecnico ortopedico

DESCRIZIONE

E’ l’operatore sanitario che, su prescrizione medica e successivo collaudo, si occupa della costruzione e/o adattamento, dell’ applicazione e della fornitura di protesi e ausilii di vario genere (ad esempio, plantari, carrozzine, ecc.) sostitutivi, correttivi e di sostegno dell’apparato locomotore, di natura funzionale ed estetica, di tipo meccanico o che utilizzano l’energia o energia mista corporea ed esterna, mediante rilevamento diretto sul paziente di misura e modelli. Rientra nei suoi compiti anche l’ addestramento del disabile all’uso delle protesi o degli altri apparecchi applicati e lo svolgimento, in collaborazione con il medico, dell’assistenza tecnica per la fornitura, la sostituzione e la riparazione di questi.Il tecnico ortopedico collabora con altre figure professionali al trattamento multidisciplinare previsto nel piano di riabilitazione ed è responsabile dell’organizzazione, pianificazione e qualità degli atti professionali svolti nell’ambito delle proprie mansioni.

AMBIENTE DI LAVORO

Il tecnico ortopedico esercita la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche o private (ad es., ospedali, laboratori e officine ortopediche, strutture protette, case di cura).

COME SI DIVENTA ...

percorso formativo

Dopo aver conseguito un qualsiasi diploma di scuola media superiore è necessario iscriversi al corso di Diploma Universitario per Tecnico Ortopedico presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Qualora il numero degli aspiranti al corso sia superiore a quello dei posti disponibili, l’accesso è subordinato al superamento di un esame. La durata del corso è di 3 anni. Il corso, suddiviso in semestri, prevede 1600 ore di teoria e 3000 ore di attività pratica (simulazioni, esercitazioni, tirocinio) per un totale di 4600 ore; si conclude con un esame finale di Diploma con valore abilitante all’esercizio della professione.

modalità di accesso

Il tecnico ortopedico può lavorare in rapporto di dipendenza o libero professionale. L’accesso alla professione nel settore pubblico avviene tramite concorsi. Nel settore privato, oltre che come dipendenti, si può lavorare come liberi professionisti.

conoscenze essenziali

Il tecnico ortopedico deve avere conoscenze di base di matematica, fisica, chimica e biologia.Deve avere una cultura di base anche nel campo meccanico e dei materiali e nel campo elettrico ed elettronico.Deve conoscere in modo più approfondito: l’anatomia [struttura del corpo umano], la fisiologia [funzionamento del corpo umano] e la patologia [malattie] del corpo umano con particolare riferimento alle malattie dell’apparato locomotore; gli aspetti biomeccanici del comportamento del tronco, degli arti superiori e inferiori e della loro protesizzazione; gli aspetti biomeccanici del comportamento del piede; le tecnologie e i sistemi di lavorazione di organi artificiali, protesi e ortesi; i principi della riabilitazione neuromotoria e della chirurgia generale e specialistica. Deve avere, inoltre alcune conoscenze trasversali per le figure professionali comprese nelle aree del personale tecnico, infermieristico e della riabilitazione come quelle relative ai principi di diritto, al complesso delle norme etico-sociali che disciplinano l’esercizio della professione, alla lingua inglese, con particolare riferimento alla terminologia scientifica.

POSSIBILITÀ DI CARRIERA

All’interno del servizio sanitario pubblico, il livello di inquadramento iniziale, a cui si accede tramite concorso, è attualmente il VI (collaboratore), con possibilità di sviluppo di carriera in relazione all’articolazione funzionale prevista dall’ordinamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale, in corso di ridefinizione.Nella libera professione non esiste una vera e propria carriera verticale; le possibilità di sviluppo professionale dipendono sia dagli spazi di mercato sia dall’esperienza acquisita e dalla capacità di tenersi sempre aggiornati.

ALTRE INFORMAZIONI

Per questa figura professionale la Regione Emilia Romagna prevede un fabbisogno occupazionale nell’area sanitaria, sulla base di ricognizioni effettuate nel 1997 nella sanità pubblica e privata e confrontate con i dati delle associazioni.

RIFERIMENTI · Decreto ministeriale del 14 settembre 1994 n.665 pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 3/12/94 · Decreto ministeriale del 24 luglio 1996 pubblicato sul "supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale" del 14/10/1996, serie generale n. 241



Fisioterapista

DESCRIZIONE

E’ l’operatore sanitario che svolge, in via autonoma o in collaborazione con altre figure sanitarie, interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità [insieme delle condizioni neurofisiologiche che consentono all’individuo tutti i movimenti corporei richiesti dalla vita di relazione], delle funzioni corticali [della corteccia cerebrale] superiori e di quelle viscerali [degli organi interni] conseguenti a malattie di origine diversa, congenite o acquisite. Ad esempio, interviene nei casi in cui una persona, a seguito di un trauma o di un handicap sia nella condizione di dover recuperare o rieducare un muscolo, un’articolazione o una funzione organica. In particolare il fisioterapista, a seguito della diagnosi e della prescrizione del medico:· elabora, anche in équipe multidisciplinare, la definizione del programma di riabilitazione volto all’individuazione e al superamento del bisogno di salute del disabile;· pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabità motorie, psicomotorie e cognitive utilizzando terapie fisiche, manuali, massoterapiche e occupazionali;· propone, quando è necessario, l’adozione di protesi ed ausili, ne addestra all’uso il paziente e ne verifica l’efficacia;· verifica la rispondenza della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale.Può svolgere, inoltre, attività di studio, didattica e consulenza professionale nei servizi sanitari e nei centri che richiedono le sue competenze professionali.

AMBIENTE DI LAVORO

Il fisioterapista può svolgere la sua attività in strutture sanitarie pubbliche o private (ospedali, case di cura, fondazioni, centri specializzati, ambulatori, centri sportivi, stabilimenti termali, ecc.).

COME SI DIVENTA ...

percorso formativo

Dopo aver conseguito un qualsiasi diploma quinquennale di scuola media superiore è necessario iscriversi al corso di Diploma Universitario per Fisioterapista presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Qualora il numero degli aspiranti al corso sia superiore a quello dei posti disponibili, l’accesso è subordinato al superamento di un esame. La durata del corso è di 3 anni. Il corso, suddiviso in semestri, prevede 1600 ore di teoria e 3000 ore di attività pratica (simulazioni, esercitazioni, tirocinio) per un totale di 4600 ore; si conclude con un esame finale di Diploma con valore abilitante all’esercizio della professione.

modalità di accesso

Il fisioterapista può lavorare in rapporto di dipendenza o libero professionale.L’ accesso alla professione nel settore pubblico avviene attraverso concorsi.Nel settore privato, oltre che come dipendenti, si può lavorare come liberi professionisti aprendo, ad esempio, uno studio privato; tuttavia, va ricordato che, nell’ambito della legislazione vigente, per l’espletamento di alcuni atti professionali è necessaria la presenza del medico.

conoscenze essenziali

Il fisioterapista deve avere conoscenze di base di fisica, statistica, informatica, chimica, biologia e genetica.Deve avere una cultura di base anche in campo psicologico e pedagogico.Deve conoscere in modo più approfondito l’anatomo-fisiologia [struttura e funzionamento] del sistema nervoso, la patologia [le malattie] dell'apparato locomotore e le altre affezioni di organi e apparati che possono richiedere procedure riabilitative, le scienze infermieristiche e le tecniche della riabilitazione neuropsichiatrica, la medicina fisica e riabilitativa.Deve avere, inoltre, alcune conoscenze trasversali per le figure professionali comprese nelle aree del personale tecnico, infiermieristico e della riabilitazione come quelle relative al diritto, al complesso delle norme etico-sociali che disciplinano l'esercizio della professione, alla lingua inglese, con particolare riferimento alla terminologia scientifica.

POSSIBILITÀ DI CARRIERA

All’interno del servizio sanitario pubblico, il livello di inquadramento iniziale, a cui si accede tramite concorso, è attualmente il VI (collaboratore), con possibilità di sviluppo di carriera in relazione all’articolazione funzionale prevista dall’ordinamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale, in corso di ridefinizione.Nella libera professione non esiste una vera e propria carriera verticale; le possibilità di sviluppo professionale dipendono sia dagli spazi di mercato sia dall'esperienza acquisita e dalla capacità di tenersi sempre aggiornati.E’ prevista la possibilità di una formazione complementare a quella di base con due indirizzi di specializzazione:a) psicomotricitàb) terapia occupazionale

ALTRE INFORMAZIONI

Per questa figura professionale la Regione Emilia Romagna prevede un fabbisogno occupazionale nell’area sanitaria, sulla base di ricognizioni effettuate nel 1997 nella sanità pubblica e privata e confrontate con i dati delle associazioni.

RIFERIMENTI · Decreto ministeriale del 14 settembre 1994 n.741 pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 9/1/95 · Decreto ministeriale del 24 luglio 1996 pubblicato sul "supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale" del 14/10/1996, serie generale n. 241



Tecnico audiprotesista

DESCRIZIONE

E’ l’operatore sanitario che si occupa della fornitura , adattamento e controllo dei presidi protesici [apparecchi o dispositivi artificiali che sostituiscono un organo del corpo umano - in questo caso l’orecchio - mancante o difettoso] per la prevenzione e correzione dei deficit uditivi.In particolare il tecnico audioprotesista:· applica i presidi protesici mediante il rilievo dell’impronta del condotto uditivo esterno, · costruisce e applica le chiocciole o altri sistemi di accoppiamento acustico;· somministra le prove di valutazione protesica.Collabora con altre figure professionali ai programmi di prevenzione e di riabilitazione della sordità mediante la fornitura di presidi protesici e l’addestramento al loro uso.Il tecnico audioprotesista opera su prescrizione del medico con piena responsabilità e completa autonomia sui propri atti professionali.E’ una figura professionale vicina a quella del tecnico audiometrista; entrambi sono specializzati nei problemi dell’udito, pur avendo funzioni ben distinte.

AMBIENTE DI LAVORO

Il tecnico di laboratorio svolge la sua attività in strutture sanitarie, pubbliche o private (ospedali, ambulatori, reparti di medicina sociale, studi privati).

COME SI DIVENTA ...

percorso formativo

Dopo aver conseguito un qualsiasi diploma di scuola media superiore è necessario iscriversi al corso di Diploma Universitario per Tecnico Audioprotesista presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Qualora il numero degli aspiranti al corso sia superiore a quello dei posti disponibili, l’accesso è subordinato al superamento di un esame. La durata del corso è di 3 anni. Il corso, suddiviso in semestri, prevede 1600 ore di teoria e 3000 ore di attività pratica (simulazioni, esercitazioni, tirocinio) per un totale di 4600 ore; si conclude con un esame finale di Diploma con valore abilitante all’esercizio della professione.

modalità di accesso

Il tecnico sanitario può lavorare in rapporto di dipendenza o libero professionaleL’ accesso alla professione nel settore pubblico avviene attraverso concorsi; Nel settore privato, oltre che come dipendenti, si può lavorare come liberi professionisti, ma se si desidera aprire uno studio è necessario farlo con un medico.

conoscenze essenziali

Il tecnico audioprotesista deve avere conoscenze di base di fisica, statistica, informatica, chimica, biologia e genetica, anatomia [struttura del corpo umano].Deve conoscere il funzionamento e le possibili malattie del sistema uditivo e vestibolare [parte non acustica dell’orecchio interno, sede della sensibilità spaziale e dell’equilibrio], i fondamenti psicologici e linguistici della percezione sensoriale e uditiva, le tecniche di esplorazione uditiva e vestibolare, i principi della riabilitazione del sistema uditivo e dell’handicap conseguente a malattie, le tecnologie biomediche e biomeccaniche e le tecniche audioprotesiche approfondendo materie quali: audiologia, otorinolaringoiatria, fonatria, audiometria, glottologia e linguistica, psicologia, scienze di riabilitazione in logopedia, bioingegneria, misure elettriche ed elettroniche, scienza e tecnologia dei materiali.Deve avere, inoltre, alcune conoscenze trasversali per le figure professionali comprese nelle aree del personale tecnico, infermieristico e della riabilitazione come quelle relative ai principi di diritto, al complesso delle norme etico-sociali che disciplinano l’esercizio della professione, alla lingua inglese, con particolare riferimento alla terminologia scientifica.

POSSIBILITÀ DI CARRIERA

All’interno del servizio sanitario pubblico, il livello di inquadramento iniziale, a cui si accede tramite concorso, è attualmente il VI (collaboratore), con possibilità di sviluppo di carriera in relazione all’articolazione funzionale prevista dall’ordinamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale, in corso di ridefinizione.Nella libera professione non esiste una vera e propria carriera verticale; le possibilità di sviluppo professionale dipendono sia dagli spazi di mercato sia dall’esperienza acquisita e dalla capacità di tenersi sempre aggiornati.

ALTRE INFORMAZIONI

Per questa figura professionale la Regione Emilia Romagna prevede un fabbisogno occupazionale nell’area sanitaria, sulla base di ricognizioni effettuate nel 1997 nella sanità pubblica e privata e confrontate con i dati delle associazioni.

RIFERIMENTI · Decreto ministeriale del 14 settembre 1994 n.668 pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 3/12/94 · Decreto ministeriale del 24 luglio 1996 pubblicato sul "supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale" del 14/10/1996, serie generale n. 241



Igienista dentale

DESCRIZIONE

E’ l’operatore sanitario che svolge compiti relativi alla prevenzione delle malattie della bocca e dei denti, alle dipendenze degli odontoiatri [dentisti] e dei medici chirurghi legittimati all’esercizio dell’odontoiatria.In particolare, l’igienista dentale:· collabora alla compilazione della cartella clinica e provvede alla raccolta di dati tecnico-statistici; · si occupa della pulizia dei denti, provvedendo alla rimozione del tartaro e alla levigatura delle radici, · applica le medicazioni curative; · insegna ai pazienti i metodi di igiene orale e l'utilizzo dei mezzi idonei a evidenziare placca batterica e patina dentale, spiegando loro l'importanza dei controlli clinici periodici; · fornisce indicazioni sull'alimentazione da seguire per tutelare la salute dentalePuò svolgere attività di educazione sanitaria dentale e partecipare a progetti di prevenzione primaria, nell’ambito del sistema sanitario pubblico

AMBIENTE DI LAVORO

L'igienista dentale svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private (cliniche odontoiatriche, studi dentistici)

COME SI DIVENTA ...

percorso formativo

Dopo aver conseguito un qualsiasi diploma di scuola media superiore è necessario iscriversi al corso di Diploma Universitario per Igienista Dentale presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Qualora il numero degli aspiranti al corso sia superiore a quello dei posti disponibili, l’accesso è subordinato al superamento di un esame. La durata del corso è di 3 anni. Il corso, suddiviso in semestri, prevede 1600 ore di teoria e 3000 ore di attività pratica (simulazioni, esercitazioni, tirocinio) per un totale di 4600 ore; si conclude con un esame finale di Diploma con valore abilitante all’esercizio della professione.

modalità di accesso

L'igienista dentale può lavorare in rapporto di dipendenza o libero professionale.L’ accesso alla professione nel settore pubblico avviene attraverso concorsi.Nel settore privato, oltre che come dipendenti, si può lavorare con contratto libero-professionale all’interno di studi odontoiatrici.

conoscenze essenziali

L'igienista dentale deve avere conoscenze di base di fisica, statistica, informatica, chimica. Deve avere anche nozioni di base della cura e dell'assistenza secondo principi pedagogici nonché di anatomofisiologia [struttura e funzionamento dell'organismo umano] e di patologia [malattie dell’organismo umano].Deve conoscere in modo più approfondito le diverse malattie e malformazioni odontostomatologiche [della bocca e dell'apparato dentale], i metodi e le tecniche degli interventi riabilitativi e integrativi (implantologia, protesi, odontoiatria restaurativa), i principi e le tecniche di igiene dentale, i principi e la metodologia dell'educazione sanitaria.Deve avere, inoltre, alcune conoscenze trasversali per le figure professionali comprese nelle aree del personale tecnico, infermieristico e della riabilitazione come quelle relative al diritto, al complesso delle norme etico-sociali che disciplinano l'esercizio della professione, alla lingua inglese, con particolare riferimento alla terminologia scientifica.

POSSIBILITÀ DI CARRIERA

All’interno del servizio sanitario pubblico, il livello di inquadramento iniziale, a cui si accede tramite concorso, è attualmente il VI (collaboratore), con possibilità di sviluppo di carriera in relazione all’articolazione funzionale prevista dall’ordinamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale, in corso di ridefinizione.Nella libera professione non esiste una vera e propria carriera verticale; le possibilità di sviluppo professionale dipendono sia dagli spazi di mercato sia dall'esperienza acquisita e dalla capacità di tenersi sempre aggiornati.

RIFERIMENTI · Decreto ministeriale del 14 settembre 1994 n.669 pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 3/12/94 · Decreto ministeriale del 24 luglio 1996 pubblicato sul "supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale" del 14/10/1996,



Logopedista

DESCRIZIONE

Il logopedista è l’operatore sanitario che interviene nel campo della prevenzione e del trattamento riabilitativo dei disturbi del linguaggio e della comunicazione nei bambini, negli adulti e negli anziani.L’attività del logopedista è volta all’educazione e rieducazione di tutte le malattie che provocano disturbi della voce, della parola, del linguaggio orale e scritto e degli handicap comunicativi. Ad esempio, può occuparsi di bambini che presentano problemi di ritardo nel linguaggio o di adulti e anziani che, a seguito di una malattia o un evento traumatico come un'emoraggia cerebrale o un incidente, non riescono più a esprimersi mediante la parola o la scrittura e/o a comprendere le parole e gli scritti degli altri.In particolare, sulla base della diagnosi e della prescrizione medica, il logopedista:· elabora, anche in équipe multidisciplinare, il bilancio logopedico volto all’individuazione e al superamento del bisogno di salute del disabile; · pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità comunicative e cognitive, utilizzando terapie logopediche di abilitazione e riabilitazione della comunicazione e del linguaggio, verbali e non verbali; · propone l’adozione di ausili, ne addestra all’uso e ne verifica l’efficacia· verifica la rispondenza della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale.Può svolgere attività di studio, di didattica di consulenza professionale, nei servizi sanitari e in quelli dove si richiedono le sue competenze professionaliCollabora con altre figure professionali quali il neuropsichiatra, il terapista della riabilitazione, lo psicologo, il pediatra, il medico scolastico.

AMBIENTE DI LAVORO

Il logopedista svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private (nei reparti di riabilitazione, di neuropsichiatria infantile e di otorinolaringoiatria degli ospedali o delle cliniche, negli ambulatori dei servizi territoriali, nelle strutture riabilitative, negli studi medici, ecc.)

COME SI DIVENTA ...

percorso formativo

Dopo aver conseguito un qualsiasi diploma di scuola media superiore è necessario iscriversi al corso di Diploma Universitario per Logopedista presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Qualora il numero degli aspiranti al corso sia superiore a quello dei posti disponibili, l’accesso è subordinato al superamento di un esame. La durata del corso è di 3 anni. Il corso, suddiviso in semestri, prevede 1600 ore di teoria e 3000 ore di attività pratica (simulazioni, esercitazioni, tirocinio) per un totale di 4600 ore; si conclude con un esame finale di Diploma con valore abilitante all’esercizio della professione.

modalità di accesso

Il logopedista può lavorare in rapporto di dipendenza o libero professionale.L’ accesso alla professione nel settore pubblico avviene attraverso concorsi; Nel settore privato, oltre che come dipendenti, si può lavorare come liberi professionisti, da soli o associandosi ad altri operatori.

conoscenze essenziali

Il logopedista deve avere conoscenze di base di fisica, statistica, informatica, chimica biologia e genetica.Deve conoscere in modo più approfondito l’anatomofisiologia [struttura e funzionamento] degli organi di senso e della fonazione; i principi generali di linguistica e di scienza della comunicazione umana; la psicologia; i principi di fisiopatologia [funzionamento e alterazione] della comunicazione nonché le diverse specialità mediche e chirurgiche che si occupano di organi e apparati connessi con la funzione comunicativa (otorinolaringoiatria, audiologia, neurologia, malattie odontostomatologiche, chirurgia maxillo-facciale); le tecniche logopediche e riabilitative specifiche, comprese quelle relative alla psicomotricità. Deve avere, inoltre, alcune conoscenze trasversali per le figure professionali comprese nelle aree del personale tecnico, infiermieristico e della riabilitazione come quelle relative al diritto, al complesso delle norme etico-sociali che disciplinano l'esercizio della professione, alla lingua inglese, con particolare riferimento alla terminologia scientifica.

POSSIBILITÀ DI CARRIERA

All’interno del servizio sanitario pubblico, il livello di inquadramento iniziale, a cui si accede tramite concorso, è attualmente il VI (collaboratore), con possibilità di sviluppo di carriera in relazione all’articolazione funzionale prevista dall’ordinamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale, in corso di ridefinizione.Nella libera professione non esiste una vera e propria carriera verticale; le possibilità di sviluppo professionale dipendono sia dagli spazi di mercato sia dall'esperienza acquisita e dalla capacità di tenersi sempre aggiornati.

RIFERIMENTI · Decreto ministeriale del 14 settembre 1994 n.742 pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 9/1/95 · Decreto ministeriale del 24 luglio 1996 pubblicato sul "supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale" del 14/10/1996, serie generale n. 241



Dietista

DESCRIZIONE

E’ l’operatore sanitario che si occupa di tutte le attività finalizzate alla corretta applicazione dell’alimentazione e della nutrizione, comprese quelle relative agli aspetti educativi e alla collaborazione nell’attuazione delle politiche alimentari. Sono di sua competenza l’organizzazione e il coordinamento delle attività specifiche relative all’alimentazione in generale e alla dietetica in particolare.Le attività specifiche del dietista riguardano:· la collaborazione alla tutela dell’aspetto igienico sanitario del servizio di alimentazione;· l’elaborazione, la formulazione, la realizzazione di diete prescritte dal medico e il controllo dell’accettabilità da parte dei pazienti nei casi in cui, per particolari tipi di malattie (ad esempio, diabete, ulcera, cardiopatia, ecc.) sia necessario seguire un’alimentazione specifica;· lo studio e l’elaborazione della composizione di razioni alimentari necessarie per soddisfare i bisogni nutrizionali di gruppi di popolazione e la pianificazione dell’organizzazione dei servizi di alimentazione di comunità di sani e malati (ad esempio, i bambini di un asilo o i degenti di un ospedale).· la collaborazione con altre figure professionali al trattamento dei disturbi del comportamento alimentare.Il dietista può svolgere anche attività didattico-educativa e di informazione finalizzate alla diffusione di principi di alimentazione corretta tale da consentire il recupero e il mantenimento di un buono stato di salute del singolo, di collettività, di gruppi di popolazione.

AMBIENTE DI LAVORO

Il dietista può svolgere la sua attività professionale in strutture sanitarie ed extra-sanitarie pubbliche o private. Ad esempio, può lavorare all’interno di ospedali, di case di riposo per anziani, di enti pubblici ma anche di società private di ristorazione collettiva a cui gli enti pubblici affidano la gestione delle mense di asili, scuole, comunità.

COME SI DIVENTA ...

percorso formativo

Dopo aver conseguito un qualsiasi diploma quinquennale di scuola media superiore è necessario iscriversi al corso di Diploma Universitario per Dietista presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Qualora il numero degli aspiranti al corso sia superiore a quello dei posti disponibili, l’accesso è subordinato al superamento di un esame. La durata del corso è di 3 anni. Il corso, suddiviso in semestri, prevede 1600 ore di teoria e 3000 ore di attività pratica (simulazioni, esercitazioni, tirocinio) per un totale di 4600 ore; si conclude con un esame finale di Diploma con valore abilitante all’esercizio della professione.

modalità di accesso

Il dietista può lavorare in regime di dipendenza o libero professionale.L’ accesso alla professione nel settore pubblico avviene attraverso concorsi;Nel settore privato, oltre che come dipendenti, si può lavorare come liberi professionisti.

conoscenze essenziali

Il dietista deve avere conoscenze di base di fisica, statistica, informatica e anatomia [struttura del corpo umano].Deve conoscere i fondamenti chimico-tecnologici e le relative tecniche di laboratorio applicate agli alimenti e all’alimentazione, il funzionamento e le malattie della nutrizione e del ricambio, la legislazione e organizzazione del servizio di alimentazione, i principi di educazione alimentare, delle politiche alimentari e del trattamento dei disturbi alimentari, i principi di terapia dietetica nelle diverse malattie, approfondendo materie quali: biochimica, microbiologia, igiene, scienze tecniche dietetiche applicate, alimentazione e nutrizione umana, legislazione sanitaria e alimentare, igiene, medicina interna, psicologia.Deve avere, inoltre, alcune conoscenze trasversali per le figure professionali comprese nelle aree del personale tecnico, infermieristico e della riabilitazione come quelle relative al diritto, al complesso delle norme etico-sociali che disciplinano l'esercizio della professione, alla lingua inglese, con particolare riferimento alla terminologia scientifica.

POSSIBILITÀ DI CARRIERA

All’interno del servizio sanitario pubblico, il livello di inquadramento iniziale, a cui si accede tramite concorso, è attualmente il VI (collaboratore), con possibilità di sviluppo di carriera in relazione all’articolazione funzionale prevista dall’ordinamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale, in corso di ridefinizione.Nella libera professione non esiste una vera e propria carriera verticale; le possibilità di sviluppo professionale dipendono sia dagli spazi di mercato sia dall'esperienza acquisita e dalla capacità di tenersi sempre aggiornati.

RIFERIMENTI · Decreto ministeriale del 14 settembre 1994 n.744 pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 9/1/95 · Decreto ministeriale del 24 luglio 1996 pubblicato sul "supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale" del 14/10/1996, serie generale n. 241



Tecnico sanitario di laboratorio biomedico

DESCRIZIONE

E’ l’operatore sanitario che svolge attività di laboratorio di analisi e di ricerca relative ad analisi biomediche e biotecnologiche, in particolare di biochimica [analisi chimiche su campioni biologici], microbiologia e virologia [ricerca e coltura di batteri e virus], farmacotossicologia [ricerca ed analisi delle sostanze velenose per l’organismo], di immunologia [analisi sul sistema di difesa dell’organismo nei confronti di malattie o sostanze tossiche], di patologia clinica, di ematologia [analisi del sangue], di citologia [esame delle cellule dell’ organismo], di istopatologia [analisi delle alterazioni dei tessuti dell’organismo in condizioni di malattia].L’attività prevalente consiste nell’identificazione di elementi che possono essere utili per scopi diagnostici o di ricerca all’interno di un prelievo. Ad esempio, da un prelievo di sangue o di un’altra secrezione dell’organismo, viene identificato un batterio o un microbo o una cellula cancerosa che può essere responsabile di una malattia. Il tecnico sanitario di laboratorio biomedico, tuttavia, non interviene nel campo dell’interpretazione dei risultati delle analisi, che è riservato al personale laureato di laboratorio.Il suo compito è anche quello di controllare e verificare il corretto funzionamento delle apparecchiature utilizzate, di provvedere alla loro manutenzione ordinaria e alla eventuale eliminazione dei piccoli inconvenienti nonché di verificare la corrispondenza delle prestazioni erogate agli indicatori e standard predefiniti dal responsabile di struttura.Inoltre partecipa alla programmazione e organizzazione del lavoro nell’ambito della struttura in cui opera, contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca.Il tecnico sanitario di laboratorio biomedico svolge la propria prestazione lavorativa in completa autonomia tecnico professionale e in piena responsabilità, nell’ambito delle proprie funzioni, sulle procedure analitiche seguite e sul proprio operato.

AMBIENTE DI LAVORO

Svolge la sua attività in strutture di laboratorio pubbliche e private autorizzate secondo la normativa vigente. La sua presenza è prevista sia nei laboratori di indagine scientifico-sperimentale pubblici e privati, compresi quelli gestiti dalle industrie farmaceutiche produttrici di reattivi, sia in quelli di medicina clinica.

COME SI DIVENTA ...

percorso formativo

Dopo aver conseguito un qualsiasi diploma di scuola media superiore è necessario iscriversi al corso di Diploma Universitario per Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Qualora il numero degli aspiranti al corso sia superiore a quello dei posti disponibili, l’accesso è subordinato al superamento di un esame. La durata del corso è di 3 anni. Il corso, suddiviso in semestri, prevede 1600 ore di teoria e 3000 ore di attività pratica (simulazioni, esercitazioni, tirocinio) per un totale di 4600 ore; si conclude con un esame finale di Diploma con valore abilitante all’esercizio della professione.

modalità di accesso

Il tecnico di laboratorio può lavorare in rapporto di dipendenza o libero professionale.L’ accesso alla professione nel settore pubblico avviene attraverso concorsi.La libera professione può essere svolta sia individualmente sia associandosi a centri di analisi, che, però, per legge, devono essere sempre diretti da un medico.

conoscenze essenziali

Il tecnico sanitario di laboratorio biomedico deve avere conoscenze di base di matematica, fisica, statistica, informatica, chimica, biologia e genetica. Deve conoscere i principi di funzionamento della strumentazione analitica e le metodologie del processo analitico approfondendo materie quali: biochimica clinica, microbiologia, parassitologia, fisiologia, biofisica, patologia clinica, economia aziendale, patologia generale, anatomia patologica e tecniche di anatomo-istopatologia, farmacologia, biologia farmaceutica.Deve conoscere i principi di sicurezza di laboratorio e di radioprotezione.Deve avere, inoltre, alcune conoscenze trasversali per le figure professionali comprese nelle aree del personale tecnico, infermieristico e della riabilitazione come quelle relative al complesso delle norme etico-sociali che disciplinano l’esercizio della professione e alla conoscenza della lingua inglese, con particolare riferimento alla terminologia scientifica.

POSSIBILITÀ DI CARRIERA

All’interno del servizio sanitario pubblico, il livello di inquadramento iniziale, a cui si accede tramite concorso, è attualmente il VI (collaboratore), con possibilità di sviluppo di carriera in relazione all’articolazione funzionale prevista dall’ordinamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale, in corso di ridefinizione.Nella libera professione non esiste una vera e propria carriera verticale; le possibilità di sviluppo professionale dipendono sia dagli spazi di mercato sia dall’esperienza acquisita e dalla capacità di tenersi sempre aggiornati.

RIFERIMENTI · Decreto ministeriale del 14 settembre 1994 n.745 pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 9/1/95 · Decreto ministeriale del 24 luglio 1996 pubblicato sul "supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale" del 14/10/1996, serie generale n. 241



Ortottista - Assistente di oftalmologia

DESCRIZIONE

È l’operatore sanitario che, dietro prescrizione del medico, si occupa dei disturbi motori e sensoriali della visione. In particolare, esegue esami e valutazioni della vista a scopo diagnostico, cioè, finalizzati all’individuazione di malattie, ed effettua trattamenti rieducativi. E’specializzato nel trattamento dello strabismo.E’ responsabile dell’organizzazione, pianificazione e qualità degli atti professionali svolti nell’ambito delle proprie mansioni.

AMBIENTE DI LAVORO

Svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche o private, come ad esempio, ospedali, ambulatori, servizi di medicina scolastica, istituti di neuropsichiatria infantile, ecc.

COME SI DIVENTA ...

percorso formativo

Dopo aver conseguito un qualsiasi diploma quinquennale di scuola media superiore è necessario iscriversi al corso di Diploma Universitario per Ortottista-Assistente di Oftalmologia presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Qualora il numero degli aspiranti al corso sia superiore a quello dei posti disponibili, l’accesso è subordinato al superamento di un esame. Il corso, suddiviso in semestri, prevede 1600 ore di teoria e 3000 ore di attività pratica (simulazioni, esercitazioni, tirocinio) per un totale di 4600 ore; si conclude con un esame finale di Diploma con valore abilitante all’esercizio della professione.

modalità di accesso

L’ortottista-assistente di oftalmologia può lavorare in rapporto di dipendenza o libero professionale.L’accesso alla professione nel settore pubblico avviene tramite concorsi.Nel settore privato, oltre che come dipendenti, si può lavorare come liberi professionisti.

conoscenze essenziali

L’ortottista deve avere conoscenze di base di fisica, statistica, informatica, chimica, biologia e genetica.Deve conoscere in modo più approfondito gli elementi fondamentali di anatomofisiologia [struttura e funzionamento] dell’apparato visivo, della motilità oculare e della visione binoculare nonché della relativa patologia [malattie]; le metodologie di esame a scopo diagnostico, i metodi e le tecniche relativi al trattamento dello strabismo e della rieducazione della visione.Deve avere, inoltre alcune conoscenze trasversali per le figure professionali comprese nelle aree del personale tecnico, infermieristico e della riabilitazione come quelle relative ai principi di diritto, al complesso delle norme etico-sociali che disciplinano l’esercizio della professione, alla lingua inglese, con particolare riferimento alla terminologia scientifica.

POSSIBILITÀ DI CARRIERA

All’interno del servizio sanitario pubblico, il livello di inquadramento iniziale, a cui si accede tramite concorso, è attualmente il VI (collaboratore), con possibilità di sviluppo di carriera in relazione all’articolazione funzionale prevista dall’ordinamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale, in corso di ridefinizione.Nella libera professione non esiste una vera e propria carriera verticale; le possibilità di sviluppo professionale dipendono sia dagli spazi di mercato sia dall’esperienza acquisita e dalla capacità di tenersi sempre aggiornato.

RIFERIMENTI · Decreto ministeriale del 14 settembre 1994 n.743 pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 9/1/95 · Decreto ministeriale del 24 luglio 1996 pubblicato sul "supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale" del 14/10/1996, serie generale n. 241


Tecnico audiometrista

DESCRIZIONE

E’ l’operatore sanitario che si occupa di prevenzione, valutazione e riabilitazione delle malattie del sistema uditivo e vestibolare [della parte non acustica dell’orecchio interno, sede della sensibilità spaziale e dell’equilibrio] nel rispetto delle attribuzioni e delle competenze del medico, a cui spetta il compito della diagnosi [ individuazione della malattia] e della terapia [individuazione della cura].In particolare, l’attività dell’audiometrista è volta all’esecuzione di tutte le prove non invasive [che non comportano penetrazioni nella cavità auricolare], psico-acustiche ed elettrofisiologiche di valutazione e misura del sistema uditivo e vestibolare ed alla riabilitazione dell’handicap conseguente a malattie dell’apparato uditivo e vestibolare. Il tecnico audiometrista opera su prescrizione del medico ma compie in piena responsabilità e autonomia i propri atti professionali.Collabora con altre figure professionali ai programmi di prevenzione e di riabilitazione delle sordità utilizzando tecniche e metodologie strumentali e protesiche.E’ una figura professionale vicina a quella del tecnico audioprotesista; entrambi sono specializzati in problemi dell’udito, pur avendo funzioni ben distinte.

AMBIENTE DI LAVORO

Il tecnico audiometrista svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private (ospedali nei reparti di audiologia, otorinolaringoiatria, neurologia, neuropsichiatria infantile, riabilitazione; servizi di medicina di base materno infantile e dell’età evolutiva, servizi di medicina sociale e del lavoro, servizi di medicina legale, studi privati)

COME SI DIVENTA...

percorso formativo

Dopo aver conseguito un qualsiasi diploma di scuola media superiore è necessario iscriversi al corso di Diploma Universitario per Tecnico Audiometrista presso la facoltà di Medicina e Chirurgia. Qualora il numero degli aspiranti al corso sia superiore a quello dei posti disponibili, l’accesso è subordinato al superamento di un esame. La durata del corso è di 3 anni. Il corso, suddiviso in semestri, prevede 1600 ore di teoria e 3000 ore di attività pratica (simulazioni, esercitazioni, tirocinio) per un totale di 4600 ore; si conclude con un esame finale di Diploma con valore abilitante all’esercizio della professione.

modalità di accesso

L’audiometrista può lavorare in rapporto di dipendenza o libero professionale. L’ accesso alla professione nel settore pubblico avviene attraverso concorsi;Nel settore privato, oltre che come dipendenti, si può lavorare come liberi professionisti, aprendo uno studio che però deve essere diretto da un medico.

conoscenze essenziali

Il tecnico audiometrista deve avere conoscenze di base di fisica, statistica, informatica, chimica, biologia e genetica, anatomia [struttura del corpo umano].Deve conoscere il funzionamento e le possibili malattie di organi e apparati connessi con il sistema uditivo e vestibolare, i fondamenti psicologici e linguistici della percezione sensoriale e uditiva, le tecniche di esplorazione uditiva e vestibolare, i principi della riabilitazione del sistema uditivo e dell’handicap conseguente a malattie, le tecnologie biomediche e biomeccaniche e le tecniche audioprotesiche, approfondendo materie quali audiologia, otorinolaringoiatria, fonatria, audiometria, glottologia e linguistica, psicologia, scienze di riabilitazione in logopedia, bioingegneria, misure elettriche ed elettroniche, scienza e tecnologia dei materiali.Deve avere, inoltre alcune conoscenze trasversali per le figure professionali comprese nelle aree del personale tecnico, infermieristico e della riabilitazione come quelle relative ai principi di diritto, al complesso delle norme etico-sociali che disciplinano l’esercizio della professione, alla lingua inglese, con particolare riferimento alla terminologia scientifica.

POSSIBILITÀ DI CARRIERA

All’interno del servizio sanitario pubblico, il livello di inquadramento iniziale, a cui si accede tramite concorso, è attualmente il VI (collaboratore), con possibilità di sviluppo di carriera in relazione all’articolazione funzionale prevista dall’ordinamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale, in corso di ridefinizione.Nella libera professione non esiste una vera e propria carriera verticale le possibilità di sviluppo professionale dipendono sia dagli spazi di mercato sia dall'esperienza acquisita e dalla capacità di tenersi sempre aggiornati. RIFERIMENTI ·

Decreto ministeriale del 14 settembre 1994 n. 667 pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 3/12/94 ·

Decreto ministeriale del 24 luglio 1996 pubblicato sul "supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale" del 14/10/1996, serie generale n. 241