Cronaca di Frosinone

Domenica 6 Febbraio 2000
Veroli/Scaricabarile sulle fatture da otto miliardi relative alle prestazioni erogate da luglio ad ottobre
”Città bianca”, il pasticcio continua
La clinica, pur non convenzionata, continua a far ricoveri come un ospedale

di FABIANA DELLA VALLE

Veroli, ore 15. Accettazione. «Vorrei informazioni per un ricovero». «Serve l’impegnativa del medico», risponde una delle addette della reception. «E per il pagamento?». «Nulla. Il ricovero è con l’Asl». «Dunque la clinica è convenzionata?» «Sì, è convenzionata» conclude l’addetta all’accettazione con modi estremamente gentili.
Succede alla "Città bianca", la clinica aperta a Veroli poco meno di un anno fa. Nell’atrio, 20 persone in attesa. Nel parcheggio, posti riservati al direttore, al personale interno e a quello della Asl. Davanti al cancello d’ingresso, l’insegna informa: "Asl Fr - Ini Città bianca. Casa di cura privata convenzionata". Insomma, tutto lascia capire che il ricovero è "coperto" dall’Asl, ossia dal servizio sanitario nazionale. Ma così non è. Eppure sembra che tutto continui come se la convenzione esista davvero, e da tempo. Non a caso dalla "Città bianca" sono state inviate all’Asl 8 miliardi di fatture, per le prestazioni erogate da luglio a ottobre.
La storia è nota: ricevute quelle fatture, l’Asl (dopo aver tergiversato) le ha rispedite al mittente spiegando, appunto, che non trattandosi di clinica convenzionata, la "Città bianca", gestita dalla famiglia Faroni, non poteva reclamare alcunché. La clinica, infatti, è stata autorizzata dalla Regione solo a svolgere attività sanitaria, ma non è ancora stata "accreditata" (ovvero non ha ottenuto dall’Ente il convenzionamento con l’Azienda, che consentirebbe ai pazienti di farsi curare a costo zero, come in un qualsiasi ospedale pubblico). In verità l’unico legame tra Asl e "Città bianca" è "la sperimentazione di prestazioni cogestite", ossia l’esperimento tra pubblico e privato che l’Asl ha portato avanti con la clinica da agosto a settembre per valutare la possibilità di fornire ai pazienti prestazioni che non esistono in Ciociaria (come la lunga degenza e la terapia del dolore). Un esperimento che ha consentito all’Azienda l’utilizzazione di 80 posti-letto agli stessi costi di una struttura pubblica e che è terminato il 30 settembre (delibera n.1930). Ma quell’esperimento è finito da tempo, la convenzione non è ancora giunta e l’ambiguità sui ricoveri resta. Non a caso il sindacato Ugl ha presentato una denuncia in procura commentando: «Se le prestazioni (8 miliardi) sono state erogate e l’Asl (giustamente) non paga, finirà che la clinica si rifarà sui pazienti stessi chiedendo loro il pagamento dei giorni di degenza? Oppure la famiglia Faroni abbandonerà quegli 8 miliardi e si trasformerà in Babbo Natale?». A far chiarezza, ora, spetta alla magistratura.