Veroli/La ”Città bianca” non
molla Fatture per 8 miliardi non pagate
dall’Asl, la clinica ricorre al Tar
Si riaccende lo scontro tra la clinica privata "Città Bianca" di Veroli e l'Asl. La clinica ha infatti presentato un ricorso al Tar per ottenere
dall'Azienda sanitaria il pagamento di circa otto miliardi per le prestazioni
offerte nel periodo compreso tra luglio e ottobre. Per il momento, però, i
responsabili della clinica di Veroli tengono ancora la bocca cucita, attendendo
anche che il Tar fissi la data dell'udienza in cui il ricorso verrà
discusso. La vicenda è nota: la "Città Bianca" inviò all'Asl fatture per
circa otto miliardi, ma l'Azienda sanitaria rispedì al mittente quelle stesse
fatture spiegando che, non essendo la "Città Bianca" una clinica convenzionata,
non poteva essere reclamato alcun rimborso. La clinica, infatti, sarebbe stata
autorizzata dalla Regione solamente a svolgere attività sanitaria, ma non era
stata "accreditata". In altri termini, non aveva ottenuto dalla Regione il
convenzionamento con l'Asl, che avrebbe permesso ai pazienti di farsi curare
senza sostenere alcuna spesa, come avviene in ogni ospedale pubblico. L'accordo
tra la clinica e l'Asl era invece una "sperimentazione di prestazioni cogestite": un esperimento portato avanti
dall'Asl per valutare la possibilità
di offrire ai pazienti prestazioni che in Ciociaria non esistono (come la lunga
degenza o la terapia del dolore). Soltanto da febbraio, la Regione ha
autorizzato l'Asl ad usare la struttura e i servizi della "Città Bianca", per un
numero limitato di posti (da 69 a 138 per i primi sei mesi e da 138 al totale di
231 a partire dal secondo semestre). Tuttavia, anche in questo caso, non si
tratta di una convenzione: i malati potranno ricoverarsi nella clinica a spese
della regione solo se saranno indirizzati lì dall'Asl. Ma l'ambiguità del
rapporto tra la clinica di Veroli e l'Asl non sembrano esaurirsi qui: l'Ugl
sospetta infatti che l'Azienda sanitaria stia per "stipulare - si legge in una
nota del sindacato - un contratto d'affitto, per svariati miliardi, con l'Ini
Città Bianca". Inevitabili le contestazioni: "Tutto sembra possibile in questa
provincia - continua l'Ugl - ma risulta difficile pensare che l'Asl, dopo aver
disattivato ben cinque ospedali per acuti (Arpino, Atina, Ceprano, Isola Liri e
Ferentino) possa avere in mente di stipulare un contratto di affitto con una
struttura privata per prestazioni che potevano essere assicurate proprio negli
ospedali giudicati superflui". E ancora: "Sarebbe poi assolutamente
inconcepibile motivare il ricorso al fitto, adducendo a pretesto la carenza
degli spazi negli ospedali pubblici dell'Asl, quando gli ospedali di Ceccano e
Sora non attendono che di essere utilizzati per le loro enormi disponibilità in
termini di spazi e posti letto".
ALE. CAR.
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