Cronaca di Frosinone

Venerdì 14 Aprile 2000
Domenico Merfi (Sdi) propone: «Scegliamo direttori del luogo e sottoponiamoli al giudizio degli utenti»
«La sanità affoga, manager latitante»
I sindacati: invece di occuparsi dell’Asl, Pugliese fa propaganda elettorale

«Mentre la sanità è al tracollo, il comportamento del manager nell’attuale campagna elettorale per le regionali è a dir poco vergognoso». Non hanno peli sulla lingua i sindacati Ugl e Cgil che puntano l’indice contro il direttore sanitario della Asl di Frosinone, Nicola Pugliese, reo di essere sceso nella bagarre elettorale e di non mantenere quel ruolo "super partes" che, invece, compete ad un manager della sanità pubblica. «La campagna elettorale messa in atto da Pugliese — insiste Rosa Roccatani, segretaria dell’Ugl — a fianco del candidato del Ppi, Enzo Di Stefano, è palese. Più che alle lottizzazioni politiche, farebbe bene ad impegnarsi nei tanti guai della sanità locale». «La sponsorizzazione di qualsiasi candidato alle elezioni — gli fa eco Davide Della Rosa, della Cgil — è da condannare. Perché Pugliese non pensa a risolvere le carenze strutturali presenti in provincia?»
E un alto dirigente dell’Asl, che chiede l’anonimato, mette il dito nella piaga: «Come può, un manager "vicino" al Ppi, amico dell’ex leader Franco Marini, restare alla finestra in una competizione accanita come questa?»
«La verità - interviene l’attuale capogruppo alla Provincia dello Sdi, Domenico Merfi - è che un’unica Azienda provinciale rischia di diventare un grosso "carrozzone", per di più fornendo servizi inadeguati. Ecco perché rinnovo l’idea, che già avanzai quando ero Presidente della Commissione Sanità alla Provincia, di suddividere la Ciociaria in quattro Asl in modo da renderle più snelle e di potersi specializzare, ognuna, in una precisa branca della medicina. Eppoi - prosegue Merfi - è ora di finirla con questi manager che nascondono una precisa maschera dei poteri forti, figlia della lottizzazione. La soluzione? Scegliere innanzitutto candidati del posto, ognuno con un curriculum ineccepibile e dunque in possesso di referenze più che collaudate; ma poi sottoporre il suo nome al gradimento dei cittadini. Sì, insomma, sottoporli al voto degli utenti che, alla fine del mandato, dovranno giudicarlo e, semmai, confermarlo. Un giudizio che, essendo stato vissuto sulla propria pelle, sarà certamente indifferente a pressioni di altra natura».

G. Rus.