LE ACCUSE DELLE DONNE «Sì, ho pagato il medico per farmi
ricoverare»
Sei aborti a Villa Gina raccontati da donne ciociare. Le loro deposizioni
sono state raccolte dai carabinieri: sono scritte in quelle pagine, le accuse
contro i ginecologi cassinati Giuseppe Pavia e Annamaria Panico. Tutte hanno
riferito una stranezza: «Un paio di giorni dopo il ricovero venni operata per
interrompere la gravidanza. No, non mi fecero attendere la settimana di
riflessione prevista dalla legge in modo da maturare un eventuale ripensamento».
Accuse delle quali ora dovranno rispondere i responsabili della clinica. Contro
il dottor Pavia ci sono queste frasi: «Pagai per abortire a Villa Gina, versai
una somma direttamente a lui ed un’altra alla clinica». E ancora: «Sono in cura
dal dottor Pavia (...) non volevo abortire nell’ospedale di Pontecorvo perché
temevo che si venisse a sapere in quanto abito in un paese vicino (...) allora
fu lui ad indicarmi il nome di Villa Gina (...) Sì, il dottor Pavia era presente
all’intervento cui sono stata sottoposta». L’accusa principale contro la
ginecologa Annamaria Panico è basata invece su questa frase, riferita dalle tre
donne che indirizzò nella clinica romana: «La dottoressa mi avvertì che lì c’era
da pagare qualcosa». Una di loro ha aggiunto: «Venni dimessa da Villa Gina nel
mese di giugno del 1999 poco dopo l’interruzione di gravidanza, il dottor
Spallone mi diede un pacco di bigliettini da visita chiedendomi di portarli alla
dottoressa Panico». Per gli investigatori è la prova dell’accordo che esisteva
tra il medico cassinate e la struttura sanitaria finita sotto inchiesta.
Al.Po.
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