Asl nella bufera/Sequestri in via
Fabi Indagini della Finanza
sulle
convenzioni con le cliniche private
di DOMENICO TORTOLANO
E' bufera sull'Asl di Frosinone sia per gli appalti che per gli incarichi conferiti. Negli ultimi
giorni accuse sono venute non solo dai sindacati ma anche dall'ordine degli
Ingegneri e ieri, proprio mentre si apriva un convegno internazionale di
architettura sanitaria, un blitz inatteso delle Fiamme gialle in via Fabi ha
creato scompiglio nella "città della salute". Ma, soprattutto, ha confermato
l’attenzione della magistratura su diversi capitoli della gestione del manager
Nicola Pugliese.
CONVENZIONI
SOSPETTE. Tutte le convenzioni stipulate finora dal
manager dell'Asl, Nicola Pugliese, con le case di cura private sono al vaglio
dei funzionari del servizio ispettivo del ministero del Tesoro. Un’ inchiesta
scaturita dalla serie di esposti inviati alla Guardia di finanza dal sindacato
Ugl ma anche da altre organizzazioni. Gli uomini della Finanza hanno preteso dai
dirigenti dei vari uffici della "città della salute" di via Fabi tutti i
fascicoli sulle convenzioni, non tralasciando quella relativa alla "Città
Bianca" di Veroli con la quale l'Asl ha stipulato un contratto per circa 16
miliardi per la fornitura di una serie di servizi sanitari. Secondo gli esposti,
la maggior parte delle convenzioni sarebbe illegale perché l'Asl non avrebbe
espletato regolari bandi di gara. Non a caso la stessa Corte dei Conti sta
indagando sugli eventuali sperperi di denaro pubblico.
CONSULENTI SUPERPAGATI. Va avanti poi
l'indagine della Corte dei Conti sulle consulenze d'oro a professionisti
esterni. Infatti secondo uno dei tanti esposti inviati sia alla magistratura
penale che amministrativa, l'Asl negli ultimi due anni avrebbe conferito una
serie di incarichi professionali anziché utilizzare il proprio personale
interno. Per esempio, con una delibera del 28 dicembre 1999 ne risultano
affidati ben dodici per una spesa complessiva di due miliardi e 700 milioni ma i
beneficiari sono soltanto quattro fortunati consulenti. E tra questi quattro,
c’è un ingegnere romano incaricato sia di ridisegnare le sale operatorie che di
elaborare i relativi capitolati d’appalto. Un incarico - contesta l'Ugl in un
esposto - interamente di carattere fiduciario dato senza alcuna pubblicizzazione
preventiva e senza la valutazione dei curricula degli altri professionisti
interessati.
GARA D’APPALTO SOSPESA. Ancora guai per l'Asl che è stata costretta a sospendere, su
disposizione della regione Lazio, la gara d'appalto per l'affidamento dei lavori
di ristrutturazione e adeguamento normativo delle sale operatorie negli ospedali
di Frosinone, Pontecorvo e Cassino per un importo di cinque miliardi e 200
milioni. Gli uffici regionali del genio civile di Frosinone e Cassino hanno
praticamente bocciato i progetti non cantierabili anche perché il finanziamento
è incerto. Anche su questa gara sta indagando la Corte dei Conti per sperpero di
denaro pubblico. Infatti, secondo una relazione del dottor Giancarlo
Pizzutelli (funzionario dell’Asl) inviata a Pugliese, in base ai sopralluoghi
eseguiti nella primavera del ’98 dall'ing. Panzanella e dei medici Tremiterra e
Pessia, ogni sala operatoria sarebbe costata 70 milioni mentre, nel progetto
attuale, una sala operatoria costerebbe quasi 900 milioni. Una disparità che non
è sfuggita ai magistrati della Corte dei Conti. Il progetto attuale è quello
redatto dall’ingegnere romano, già nel mirino dell’Ugl, il quale dapprima fu
pagato, come consulente, con un compenso di 5 milioni al mese. Successivamente
venne deliberato un compenso di 500 milioni per la progettazione delle sale
operatorie degli ospedali di Anagni, Alatri, Frosinone, Sora, Cassino e
Pontecorvo.
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