Cronaca di Frosinone

Mercoledì 22 Novembre 2000
Asl/Nominato al posto di Pugliese
Il neo manager Cavallotti:
«Così cambierò la sanità»

di ALDO SIMONI

Cinquantuno anni, originario di Aversa (Caserta) ma da anni residente a Roma, il dottor Carmine Cavallotti è il nuovo direttore generale dell’Asl di Frosinone. Subentra a Nicola Pugliese che dieci giorni fa ha Rassegnato le dimissioni nelle mani del presidente della giunta regionale dopo aver guidato, per tre anni, un’azienda che, per fatturato e numero di dipendenti, è seconda solo alla Fiat.
La notizia della nomina gli è giunta telefonicamente, alle 18, a Roma, mentre era in ospedale (da un anno è direttore sanitario del Regina Elena e del San Gallicano, mentre nel ’96 ha lavorato come vice direttore sanitario al Policlinico Umberto Primo). Ex Dc, di lui si conoscono numerose amicizie nel mondo cattolico capitolino; sia lui che il fratello (professore di Anatomia all’Università) sono molto conosciuti negli ambienti medici romani. Ha denunciato una retribuzione lorda annua di 108 milioni.
Il nome di Carmine Cavallotti è stato fortemente sponsorizzato dal presidente della commissione regionale Alessandro Foglietta (An), ma pare che sia gradito anche ai Ds ciociari, primo tra tutti Francesco De Angelis che in serata ha diramato un comunicato in cui sottolinea come «il nuovo direttore troverà un’opposizione responsabile ed attenta ai problemi della sanità».
Sui suoi "delfini" le indiscrezioni sono confermate: il dottor Panella dovrebbe essere il nuovo direttore amministrativo, mentre il dottor Mirabella il neo direttore sanitario.
«Ma parlare di queste nomine è prematuro - si affretta a precisare il neo manager Cavallotti - Quindi preferisco non fare alcun nome. Prima devo arrivare a Frosinone e, se potrò, vorrei starci già giovedì mattina».
Le pesa quest’incarico, sapendo che il suo nome è stato fortemente voluto da un esponente di An?
«No, perché ho due obblighi ben precisi: verso la popolazione e verso l’ente Regione che controllerà il mio operato».
Pensa di poter dare una svolta alla sanità in Ciociaria?
«Innanzitutto voglio lavorare molto sul territorio e favorire le strutture decentrate. In altre parole, farò in modo che gli ospedali siano solo l’ultimo baluardo. E in quest’ottica voglio rivalutare la figura del medico di famiglia: una figura essenziale per il buon funzionamento della sanità. Ma in quest’opera chiederò la collaborazione di tutti: dai sindaci agli organi di informazone».
Sa in che disastrose condizioni è il bilancio dell’Asl ciociara?
«No, e la prego, non me lo dica».
Quale sarà il primo capitolo del suo programma?
«Creare un reparto di "neurochirurgia" a Frosinone: è assurdo pensare ad una provincia di 500 mila abitanti, priva di una struttura simile».
E il suo sogno?
«Riuscire a dare fiducia ai cittadini e attrarre pazienti verso le nostre strutture: ne trarranno benefici le nostre casse ma, soprattutto, finiranno quei vergognosi "viaggi della speranza" verso altre strutture sanitarie».