Asl/Nominato al posto di
Pugliese Il neo manager Cavallotti:
«Così
cambierò la sanità»
di ALDO SIMONI
Cinquantuno anni, originario di Aversa (Caserta) ma da anni residente a Roma, il dottor Carmine
Cavallotti è il nuovo direttore generale dell’Asl di Frosinone. Subentra a
Nicola Pugliese che dieci giorni fa ha Rassegnato le dimissioni nelle mani del
presidente della giunta regionale dopo aver guidato, per tre anni, un’azienda
che, per fatturato e numero di dipendenti, è seconda solo alla Fiat. La
notizia della nomina gli è giunta telefonicamente, alle 18, a Roma, mentre era
in ospedale (da un anno è direttore sanitario del Regina Elena e del San
Gallicano, mentre nel ’96 ha lavorato come vice direttore sanitario al
Policlinico Umberto Primo). Ex Dc, di lui si conoscono numerose amicizie nel
mondo cattolico capitolino; sia lui che il fratello (professore di Anatomia
all’Università) sono molto conosciuti negli ambienti medici romani. Ha
denunciato una retribuzione lorda annua di 108 milioni. Il nome di Carmine
Cavallotti è stato fortemente sponsorizzato dal presidente della commissione
regionale Alessandro Foglietta (An), ma pare che sia gradito anche ai Ds
ciociari, primo tra tutti Francesco De Angelis che in serata ha diramato un
comunicato in cui sottolinea come «il nuovo direttore troverà un’opposizione
responsabile ed attenta ai problemi della sanità». Sui suoi "delfini" le
indiscrezioni sono confermate: il dottor Panella dovrebbe essere il nuovo
direttore amministrativo, mentre il dottor Mirabella il neo direttore sanitario.
«Ma parlare di queste nomine è prematuro - si affretta a precisare il neo
manager Cavallotti - Quindi preferisco non fare alcun nome. Prima devo arrivare
a Frosinone e, se potrò, vorrei starci già giovedì mattina». Le pesa quest’incarico, sapendo che il suo nome è stato fortemente
voluto da un esponente di An? «No, perché ho due
obblighi ben precisi: verso la popolazione e verso l’ente Regione che
controllerà il mio operato». Pensa di poter dare una
svolta alla sanità in Ciociaria? «Innanzitutto
voglio lavorare molto sul territorio e favorire le strutture decentrate. In
altre parole, farò in modo che gli ospedali siano solo l’ultimo baluardo. E in
quest’ottica voglio rivalutare la figura del medico di famiglia: una figura
essenziale per il buon funzionamento della sanità. Ma in quest’opera chiederò la
collaborazione di tutti: dai sindaci agli organi di informazone». Sa in che disastrose condizioni è il bilancio dell’Asl
ciociara?
«No, e la prego, non me lo dica». Quale sarà il primo capitolo del suo programma? «Creare un reparto di "neurochirurgia" a
Frosinone: è assurdo pensare
ad una provincia di 500 mila abitanti, priva di una struttura simile».
E il suo sogno? «Riuscire a dare fiducia ai cittadini e attrarre pazienti verso le
nostre strutture: ne trarranno benefici le nostre casse ma, soprattutto,
finiranno quei vergognosi "viaggi della speranza" verso altre strutture
sanitarie».
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