Medici indagati «Dal Gup
dimostreremo
la nostra innocenza»Mentre il Gip è chiamato a valutare la richiesta di rinvio a giudizio del
sostituto procuratore Tonino Di Bona che ha indagato su 16 medici, ritenendoli
colpevoli di aver dichiarato residenze fasulle per gonfiare i rimborsi
chilometrici, sull’inchiesta interviene l’avvocato Lello Maietta, difensore di
due degli indagati: la dottoressa Anna Rita Buratti e la dottoressa Luciana Di
Meo. Scrive l’avvocato: «Se è vero che il pm ha ritenuto di dover chiedere
il rinvio a giudizio dei 16 professionisti, è altrettanto indiscutibile che
tutta la vicenda viene trasmessa all’esame di un giudice, il quale, all’esito
dell’udienza preliminare, dovrà pronunciarsi in ordine alla legittimità e
fondatezza della richiesta. E’ chiaro ed evidente che il Gup dovrà vagliare e
valutare anche la tesi dei difensori, i quali, per la prima volta, hanno questa
opportunità e chiederanno di non processare quei professionisti. Per quanto più
strettamente si riferisce alla posizione delle mie assistite - aggiunge l’avv.
Maietta- devo riferire che, in esito all’avviso di conclusioni delle indagini
preliminari, sono stati depositati documenti e sono state chieste prove orali i
cui contenuti hanno apportato ulteriore supporto a quella che è la, già di per
sé, obiettiva estraneità alle ipotesi formulate. La dottoressa Buratti e la
dottoressa Di Meo, proprio in virtù della loro perfetta buona fede e della loro
indiscutibile innocenza (la prima risiede a Frosinone da oltre 15 anni e la
seconda da circa 11; la prima ha percepito per il periodo contestato
un’indennità di 2 milioni e mezzo e la seconda di 2 milioni e 900 mila lire a
fronte di spese complessive per il soggiorno in questa città di gran lunga
superiori) confidano nel successivo corso della Giustizia».
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