Cronaca di Frosinone

Domenica 31 Dicembre 2000
Cassino/Non abbiamo ricevuto neppure il rinvio a giudizio, mentre i condannati restano al loro posto
"La mia sospensione? Un atto politico"
di Stefano Di Scanno

"E' in atto una destabilizzazione politica programmata a ridosso delle elezioni": il dottor Giuseppe Pavia introduce un dubbio insidioso a margine della decisione del direttore generale della Asl, Carmine Cavallotti, che lo ha sospeso per 30 giorni dal servizio al "De Posis" e al "Del Prete" insieme alla collega, Anna Maria Panico. E cioè che la decisione punitiva nei confronti dei due sanitari coinvolti nello scandalo di Villa Gina (presunte interruzioni di gravidanza oltre il termine previsto dalla legge), sia motivata - in realtà - solo da una qualche strategia anti-abortista che il Polo, in una stagione in cui non si fa altro che parlare di urne, vorrebbe rinfocolare (come fece subito dopo l'elezione di Storace alla Pisana).
L'atto della Asl, del resto, contiene uno svarione nella motivazione, per la parte in cui fa riferimento ad un presunto rinvio a giudizio. "Macché - spiega Pavia, che insieme alla collega è l'unico a possedere copia del provvedimento (neppure i direttori sanitari dei due nosocomi cassinati ne hanno avuto notizia ufficiale) - non esiste neppure la richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero. La verità è che un nuovo direttore generale, ad un mese dall'insediamento, a rigor di logica, con tutti i problemi che ha sul tappeto, da quelli legati al cinquemila dipendenti al futuro degli ospedali, non può stare a pensare a me e alla mia collega. L'inchiesta di Villa Gina è ancora a livello di indagini preliminari: man mano che vanno avanti, molti degli addebiti che mi venivano mossi sono stati riconosciuti come inesistenti dalla stessa Procura e alcuni reati non mi vengono neppure più contestati".
Allora, si chiede Pavia, "perché questa decisione affrettata di Cavallotti? Francamente non capisco il motivo per cui c'è tutto questo astio quando tutti sanno che ci sono dipendenti condannati in prima istanza che ricoprono normalmente il proprio incarico".
Se l'azienda intende moralizzare, fa capire il medico, deve prima fare "piazza pulita" rispetto ad altre situazioni per le quali la giustizia ha almeno percorso un primo tragitto: e i casi a cui fa riferimento Pavia sono diversi. Citiamo quelli di un dirigente amministrativo cassinate condannato a 5 anni, di un impiegato sorano accusato di aver rubato dalla cassa ticket, di un dirigente dell'ufficio Igiene frusinate condannato a 3 anni: tutti lavorano tranquillamente al loro posto. E, fino a condanna definitiva, è probabilmente giusto che sia così. Ma non è giusta, evidentemente, la diversa valutazione della Asl per il caso Pavia-Panico.
Se, invece, il provvedimento è stato preso perché i due medici hanno prestato servizio in una struttura convenzionata (Villa Gina, e peraltro sarebbe teoricamente solo il caso di Pavia e non della Panico) senza il permesso della Asl, potrebbe trattarsi di una sanzione inoppugnabile. Ma anche in riferimento a ciò va ricordato che il decreto legge 229 della Bindi prevede che i dipendenti che hanno optato per il lavoro "extra moenia" non si trovano nelle condizioni di dirigere una struttura all'interno della Asl. Risulta, invece, che da maggio numerosi funzionari, pur avendo optato per il lavoro esterno all'ospedale pubblico, continuano a dirigere regolarmente le strutture aziendali senza che nessuno dica niente.
"Essere medici abortisti nel nostro territorio - riflette ancora Pavia - non è facile. Siamo penalizzati ma, nonostante ciò, portiamo avanti il servizio con abnegazione. Sono arrivato a lavarmi i ferri perché non riuscivo ad avere in pianta stabile un'infermiera, senza contare che sono l'unico a lavorare in anestesia locale e me ne assumo tutte le responsabilità.
In una situazione del genere cosa fa l'Ordine dei Medid? "Viviamo brutti momenti - commenta Pavia -: come Ordine dei Medici se si è antipatici a qualcuno non ci vuole molto a vedersi messi in difficoltà. Credo che di questa mia vicenda debba essere investito l'organismo di categoria perché non è giusto che un professionista paghi per colpa di una operazione di destabilizzazione politica a ridosso di elezioni". Il 10 gennaio 2001 Pavia e la Panico dovranno presentarsi alla Asl di via Fabi per dare spiegazioni. Dopo di che la sospensione dal servizio potrebbe essere revocata o reiterata da Cavallotti.