Ceccano/Processo per tre dottori dell’ex
Usl . La piccola paziente, che ora ha cinque anni, è invalida del
tutto Bimba disabile, medici a
giudizio Secondo l’accusa sottovalutarono i
sintomi di allergia al vaccino
Paola ha cinque anni e non può giocare come gli altri bambini. Non riesce a
stare in piedi, cammina solo con le stampelle. Colpa del vaccino obbligatorio
che le hanno iniettato nell’ambulatorio Asl di Ceccano, quando lei aveva ancora
sei mesi. La battaglia legale della mamma per dimostrare che all’epoca qualcuno
dei medici ha sbagliato è cominciata nel ’96: solo ieri la magistratura di
Frosinone ha riconosciuto che i suoi sospetti erano fondati. Il sostituto
procuratore Saverio Musolino ha disposto la citazione a giudizio per tre dei
medici che seguirono la bimba, i dottori Italo B. (48 anni), Filippo A. (71) e
Wanda C. (64) tutti dell’ex Servizio Vaccinazioni di Ceccano. Li accusa di
"lesioni colpose gravissime", la prima udienza è stata fissata al 20 febbraio
2001. In pratica, sono sospettati di avere sottovalutato i sintomi negativi che
la bimba aveva mostrato subito dopo l’iniezione del primo ciclo di vaccino
antipolio; di avere continuato ad usare i farmaci ai quali Paola era allergica.
L’inchiesta della procura di Frosinone all’inizio aveva coinvolto sei medici
ma era stata archiviata due anni fa. Nessuno aveva individuato un collegamento
tra la vaccinazione e la malattia della bambina. Anche i due periti nominati
dalla magistratura lo avevano escluso. Il caso è stato riaperto dopo
l’intervento dell’Istituto superiore di sanità e dopo il parere espresso dal
professor Montinari, il medico che venne incaricato dal pretore di Maglie
d’eseguire un’indagine scientifica sulla validità della cura Di Bella. A
chiedere il loro intervento sono stati gli avvocati Nicola Ottaviani e Antonio
Natalizia, incaricati dai genitori di Paola di seguire il caso. L’Istituto ha
ammesso che si tratta di una "sindrome post vaccinica", cioè la colpa della
malattia è dovuta al farmaco iniettato. Ma non è stata una fatalità, il classico
caso di reazione negativa che si verifica in media ogni centomila vaccinazioni.
O almeno questo ha sostenuto il professor Montinari: nella sua perizia dice che,
appena Paola aveva mostrato i sintomi di allergia, andava sospesa la
somministrazione dei farmaci. Invece - secondo l’accusa - si continuò ad
utilizzare lo stesso tipo di medicine. Così Paola adesso è invalida al cento per
cento. Una seconda inchiesta è ancora in corso. La denuncia è stata
presentata quando la mamma ha chiesto un certificato in cui si attestassero le
date esatte di somministrazione dei farmaci. «Le date sono false» è scritto
nell’esposto, in cui si ipotizzano i reati di "falso in atto pubblico" e
"abrasione di registri".
Al. Po.
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