L’odissea di una casalinga affetta da
calcolosi finisce al San Camillo dove le hanno estratto un tubicino lungo 15
centimetri Operata, ma la cannula resta
nell’addome Malasanità: indagati per lesioni
tre chirurghi dell’ospedale di Anagni
E’ l’odissea di una casalinga di 50 anni, Paola P., moglie di un operaio di
Anagni e vittima dell’ennesimo caso di malasanità in Ciociaria. Dopo
un’operazione alla colecisti, s’è ritrovata con una cannula di ben 15 centimetri
nell’addome. Inutile aggiungere che è stata costretta a sottoporsi ad un nuovo
intervento per l’asportazione, appunto, di quell’oggetto estraneo. Nel frattempo
tre chirurghi dell’ospedale di Anagni sono finiti sott’inchiesta. La storia
di Paola P. inizia il 6 febbraio scorso quando viene sottoposta ad intervento
chirurgico presso l’ospedale di Anagni per una calcolosi alla colecisti. Il
decorso post-operatorio dura poco più di una settimana finché la donna viene
dimessa. Ma qualcosa non va. La donna avverte dolori all’addome e così torna di
nuovo in ospedale. «Non si preoccupi, signora: potrebbe essere qualcosa che ha
mangiato e non doveva». Paola P. torna a casa, ma i dolori continuano, anzi con
fitte sempre più forti. Fin quando torna di nuovo in ospedale (sempre ad Anagni)
dove uno dei medici dell’équipe che l’ha operata, la rassicura: «Stia
tranquilla, sono aderenze che presto andranno via». Tutto chiaro, pensa la
paziente (è proprio il caso di chiamarla così!). E invece la situazione si
complica. I dolori sono sempre più frequenti e, soprattutto, più lancinanti.
A questo punto la donna abbandona l’ospedale e inizia degli accertamenti
esterni, cominciando da un’ecografia a Ferentino. E qui sorge la prima sorpresa:
dal monitor si vede che qualcosa non quadra. E senza mezzi termini le
riferiscono che c’è "un corpo estraneo". La Tac, subito dopo, chiarisce il
dubbio: quel corpo estraneo altro non è che una cannula lunga 15 centimetri e
larga mezzo. La cannula, cioè, usata subito dopo l’intervento operatorio per il
drenaggio. Cannula, però, che poi anziché essere rimossa, è stata lasciata
nell’addome. Per farla breve Paola P. viene rioperata al San Camillo (a
Roma) dove i medici le asportano quel corpo estraneo. Poi, ironicamente, glielo
restituiscono con un sorriso. Ma la donna, uscita dall’ospedale, monta su tutte
le furie e si rivolge al suo avvocato di fiducia Lello Maietta, per denunciare i
medici dell’ospedale di Anagni (ora indagati). Il caso è affidato al sostituto
Vittorio Misiti che ha ordinato una perizia medico-legale che dovrà valutare il
comportamento dei medici di Anagni. La perizia sarà pronta entro gennaio.
A. Sim.
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