Posta di Frosinone - Sanità
«L'ospedale di Cassino va raso al suolo? Attenzione ai proclami distruttivi di Cavallotti»
Il 15 marzo 1944 rappresenta una data infausta per tutti i cassinati, perché in quella tragica giornata la loro città fu rasa al suolo dai bombardamenti. E sia le vecchie che le nuove generazioni, hanno pensato, fino a qualche giorno fa, che nessuno volesse usare il verbo radere al suolo nei confronti della città Martire.
Ma non è così! Il dottor Carmine Cavallotti, neo-manager dell'Asl di Frosinone, recentemente nominato dalla giunta Storace, ha riportato indietro nel tempo il pensiero di molti cassinati, asserendo che il vecchio ospedale Gemma De Bosis va raso al suolo per assenza di igiene e sicurezza.
Le ipotesi sono due: o Cavallotti vuole emulare le gesta di Storace, grande "Epurator”, oppure, dietro all'intenzione di radere al suolo la vecchia struttura ospedaliera, si nasconde il disegno ben più lungimirante e pericoloso che, se attuato, farebbe sprofondare nel baratro la sanità pubblica locale. Noi, che conosciamo poco Cavallotti, siamo portati ad escludere la prima ipotesi, confortati dal fatto che il neo-manager, non ha mai mostrato idee cosi bellicose...
La verità è un'altra. Grazie all'opera costante delle forze di centrosinistra è stata finalmente avviata la costruzione del nuovo ospedale di Cassino per un importo di circa 100 miliardi, e, sempre grazie al centrosinistra (governo della regione Lazio) Cavallotti ha a disposizione un finanziamento di 7 miliardi (fondi regionali) per la messa a norma del vecchio "De Bosis", per la realizzazione del nuovo reparto di ostetricia e neonatologia e del nuovo pronto soccorso. Bisogna aspettare soltanto l'ok del comitato regionale per rendere cantierabili i suddetti lavori. Ma non basta! Sempre grazie alle scelte operate dal centrosinistra alla regione Lazio, Cavallotti ha a disposizione circa due miliardi e 400 milioni per la realizzazione dì ben quattro sale operatorie a Cassino e quasi due miliardi per la realizzazione di altre sale operatorie nella struttura ospedaliera di Pontecorvo! Bisogna solo aprire le buste per aggiudicare i lavori alla ditta vincitrice della gara di appalto e smetterla di usare pareri di uffici regionali periferici, tendenti a ritardare la realizzazione ditali opere. Tutto ciò, per dare corpo ed efficienza in modo definitivo al polo ospedaliero Cassino-Pontecorvo, in continuità con quanto è stato già realizzato in modo celere e positivo in questi ultimi due anni, in cui soprattutto il vecchio "De Bosis" è stato risanato e dotato di nuovi reparti e di efficienti attrezzature. Anzi vale la pena di sottolineare come in questi ultimi due anni le forze di centrosinistra e i movimenti della società civile si siano attivati per ottenere finanziamenti pubblici per il risanamento e adeguamento delle strutture sanitarie cassinati, invertendo una pericolosa tendenza, secondo cui non bisognava spendere soldi sul vecchio in attesa del nuovo ospedale in costruzione. Era stata, in sostanza, sconfitta una logica perversa tramite cui, con la scusa del nuovo che doveva arrivare, si cercava di produrre lo sfascio completo della struttura ospedaliera esistente a vantaggio delle strutture private e di qualche primario locale troppo interessato a tutelare interessi personali.
Alla luce di tali sacrosante considerazioni, pensiamo che il neo manager non può applicare il criterio della discontinuità imposta da Storace e dalla Giunta regionale, perché, se così fosse, ci sarebbe ritorno al passato. Storace e la sua giunta, in cui militano assessori di Cassino (Formisano e Gargano), non possono togliere con l'ausilio di Cavallotti i finanziamenti già dati alle strutture ospedaliere locali per dirottarli altrove. Sarebbe un furto e uno schiaffo anche a coloro che li hanno eletti! I democratici di sinistra si opporranno con tutte le loro forze per evitare che ciò possa accadere ed invitiamo sin d’ora Cavallotti a confrontarsi con tutti prima di emettere proclami distruttivi e a spendere subito le risorse da tempo destinate a Cassino. La città ha ancora bisogno, dopo oltre 50 anni, di una saggia opera di ricostruzione, di ammodernamento e di recupero dell'esistente, non di demolizioni. A questo ci hanno già pensato, purtroppo, gli eventi bellici.
La segreteria dei Ds di Cassino
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