E’ stato appurato che i dottori Annamaria
Panico e Giuseppe Pavia hanno lavorato anche a Villa Gina Asl, sospesi due medici I
provvedimenti presi dopo lo scandalo degli aborti clandestini
di ALESSIO PORCU
Prima l'inchiesta, con la
quale sono stati accusati di essere coinvolti nello scandalo degli aborti
clandestini compiuti nella clinica Villa Gina a Roma. Poi gli arresti
domiciliari, scattati il nove giugno su ordine della magistratura della Capitale
che ha trovato tracce precise della loro presenza nell'ospedale degli orrori.
Ora per i ginecologi Annamaria Panico e Giuseppe Pavia di Cassino, arriva
l'indagine interna della Asl di Frosinone: ieri mattina il manager Carmine
Cavallotti ha firmato il provvedimento di sospensione dal servizio nell'ospedale
Gemma De Posis di Cassino a da tutte le altre strutture sanitarie pubbliche
della provincia di Frosinone.
Alla base della sospensione ci sono i
risultati dell'accertamento. E' emerso che i due sanitari avevano svolto
attività anche nella clinica romana. Ma siccome sono dipendenti Asl a tempo
pieno, era necessaria un'autorizzazione a prestare la loro opera presso
strutture private. E al momento, negli uffici amministrativi dell'Azienda
Sanitaria quell'autorizzazione non risulta.
La contestazione dell'Asl
contro il dottor Giuseppe Pavia si basa sulle sue dichiarazioni rilasciate agli
investigatori l'estate scorsa quando venne interrogato. Soprattutto sul
memoriale messo a punto con i suoi difensori Stefania Iasonna e Paolo Gallinelli
per difendersi dalle accuse di associazione per delinquere, concussione,
estorsione: in pratica - per la magistratura - avrebbe costretto le sue pazienti
a pagare somme fino a quattro milioni per abortire oltre il terzo mese di
gravidanza, cioè dopo il limite consentito dalla legge. Nel memoriale ha
sostenuto che "non aveva preteso tangenti, la somma contestata e cioè molto meno
di un milione, era il corrispettivo per l'assistenza prestata come
professionista privato ed esterno a Villa Gina". Ma quell'attività di consulente
esterno non era stata autorizzata, dice oggi la Asl di Frosinone. Molto diversa
la posizione della dottoressa Annamaria Panico. Contro di lei c'è solo l'accusa
di associazione per delinquere, cioè di essere d'accordo con gli amministratori
della clinica e di averci accompagnato tre pazienti: una donna di Cassino, una
di Pontecorvo e una di Sant'Apollinare. Assistita dagli avvocati Oreste
Cifalitti e Canio Marzocca però ha garantito di non avere mai svolto attività a
Villa Gina. "Sono iscritta nell'elenco dei medici contrari agli aborti - disse -
tentai di dissuadere le mie clienti ma di fronte alle loro insistenze suggerii
allora d'andare nell'ospedale di Pontecorvo. Loro pretendevano d'andare più
lontano perché temevano che la loro scelta d'interrompere la gravidanza si
venisse a sapere". Non è bastato ad evitare la sospensione.
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