Sanità nel caos/Figurano negli elenchi
dei medici di famiglia, ma sono defunti o si sono trasferiti
altrove L’esercito dei pazienti
fantasma In Ciociaria sono diecimila: tutta
colpa della mancata revisione delle liste
di FRANCESCA DE SANCTIS
Pazienti fantasma in vita solo per le Asl e medici di famiglia oberati di lavoro soltanto sulla
carta. Sono anni ormai che questi eserciti di pazienti fantasma continuano a
vivere sui tabulati forniti dalla Regione: tutta colpa delle liste mai
aggiornate (da anni) che includono persone defunte o trasferite in altre
province. In provincia di Frosinone per ogni assistito la Asl paga
annualmente 85 mila lire lorde ai medici di famiglia e, tra il 1994 e il 1999,
l'Azienda sanitaria locale ha sborsato questa cifra per ben 10 mila pazienti in
più. Questo significa che i medici di base dovranno restituire in tutto qualcosa
come 850 milioni. Insomma, oltre al danno per i medici è in arrivo anche la
beffa. Sì perché spesso i medici di famiglia massimalisti (quelli cioè che hanno
1500 pazienti) non possono soddisfare altri utenti a causa del limite massimo di
pazienti consentiti per ogni medico, pur avendo ancora disponibilità di posti,
visto che il numero di 1500 utenti include persone decedute e trasferite .
Ma di chi è la responsabilità di questo problema ormai cronico? «Sicuramente
non dei medici di famiglia - spiega il dottor Francesco Carrano, presidente
provinciale della Fimg (Federazione italiana di medicina generale) - I tabulati
vengono preparati dalla Regione e non sempre vengono consegnati puntualmente. Se
l'anagrafe, l'azienda sanitaria e gli altri enti pubblici non comunicano tra
loro è chiaro che la situazione rimane invariata. Questo è un problema vecchio
che continua a danneggiare i medici di famiglia, sia dal punto di vista
professionale che economico. Comunque, è la Asl che dovrebbe depennare le
persone decedute e quelle trasferite in altre regioni, e aggiungere i nomi dei
pazienti che, invece, sono assistiti ma non risultano negli elenchi». E
l'Azienda sanitaria locale recita spontaneamente il mea culpa, consapevole della
propria responsabilità. «E' un errore nostro - ammette il neo direttore generale
Carmine Cavallotti - Tra il '94 e il '99 abbiamo versato la quota annuale per 10
mila pazienti in più, ma proprio in questi giorni stiamo verificando quanti
medici di famiglia devono restituire il pagamento. E' vero, è stata una nostra
mancanza, ma stiamo riparando». Così la maggior parte dei 600 medici di famiglia
ciociari riceveranno presto una lettera direttamente dalla Asl. Ma una volta
riparato l'errore, come è possibile evitare che si ripeta ancora? «Credo che
l'informatizzazione sia la soluzione migliore», aggiunge il direttore generale
Cavallotti. In effetti, è previsto un progetto che metterà in rete Asl e medici,
ma la concreta realizzazione di una banca dati on-line è ancora lontana.
Intanto, i pazienti fantasma continuano a vivere tra gli elenchi dei medici.
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