Dopo il ricorso dell’Ordine degli
ingegneri per la scarsa trasparenza nell’affidamento: non fu fatta la
gara Incarichi Asl, indaga la Corte dei
Conti Ipotesi di danno erariale segnalata
dall’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici
di LUCIANO D’ARPINO
Dodici incarichi
professionali dati dall’Asl nel 1999 a quattro professionisti per un importo di
2 miliardi e 700 milioni con procedure poco trasparenti. E’ quanto sostiene
l’Autorità per la vigilanza sui Lavori pubblici che ha segnalato il caso alla
Procura generale della Corte dei Conti evidenziando «l’ipotesi di danno
erariale», così come è scritto in una nota inviata all’Ordine degli ingegneri di
Frosinone che aveva presentato diversi esposti. Ma da cosa deriva questa
ipotesi di danno erariale, vale e dire per i soldi della collettività?
«L’ipotesi - scrive il dirigente generale dell’Autorità per la vigilanza, Emilio
Pascale - è derivante dalle seguenti irregolarità afferenti alle procedure di
affidamento di incarichi professionali l’illegittimo frazionamento di incarichi
professionali di valore superiore ai 200.000 euro (400 milioni di lire, ndr) e
conseguentemente, eludere il loro affidamento previa pubblicazione di apposito
bando di gara in sede europea; il non rispetto della normativa legislativa e
regolamentare in materia di adempimenti pubblicitari anche in relazione agli
affidamenti di incarichi professionali di valore inferiore ai 200.000 euro; la
scarsa credibilità della motivazione dell’urgenza per giustificare il ricorso
agli affidamenti in via fiduciaria, considerato che le relative delibere
adottate in data 15/11/’99 sono state, per la maggior parte, successivamente
annullate e sostituite con altre in data 28.12.1999». Gli incarichi vennero
dati dall’ex manager Nicola Pugliese per progetti relativi all’adeguamento e
alla ristrutturazione in diversi ospedali della provincia (vedi articolo a fianco), ma subito
scattò la protesta dell’Ordine degli ingegneri di Frosinone che oggi canta
vittoria. «Questa significa - afferma il presidente dell’Ordine Alfredo Delfi -
che non avevamo posto una questione di carattere corporativo , ma a tutela della
collettività. Questo vuol dire anche che se l’Asl avesse rispettato le norme
avrebbe potuto beneficiare di prestazioni, svolte presumibilmente con la stessa
professionalità, ma ad un costo inferiore. Fare la gara, infatti, avrebbe
comportato delle economie». Ora, però sarà la Corte dei Conti a dire se il danno
c’è stato o meno.
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