Al reparto oculistica del Ss Trinità l’unica apparecchiatura del Lazio
meridionale
Sora, laser all’ospedale
A disposizione anche delle divisioni di Frosinone e Cassino
di CIRO ALTOBELLI
SORA - Un laser di ultima generazione per correggere i difetti della
vista in dotazione all’ospedale «S.S. Trinità» di Sora. Evento
importantissimo se si considera che sarà l’unico presente in strutture
pubbliche dell’intero territorio del Basso Lazio (province di Frosinone e
Latina).
A darne notizia il direttore sanitario dott. Corrado Busi Rizzi e il
primario dell’unità operativa di oculistica dott. Luigi Rossini. Ed è
stato proprio quest’ultimo a illustrare le caratteristiche del laser che
viene usato per correggere difetti come la miopia, l’astigmatismo e
l’ipermetropia. Questo tipo di intervento, che agisce sulla cornea, viene
praticato da anni in tutto il mondo, con risultati molto soddisfacenti a
persone dai venti ai quarantacinque anni. Il direttore sanitario Corrado
Busi Rizzi ha voluto sottolineare il merito del direttore generale dell’Asl
Carmine Cavallotti che ha portato a positiva conclusione la vicenda che si
trascinava da qualche mese. Diversi i vantaggi dell’uso del laser, primo
fra tutti la durata di pochi minuti dell’intervento che viene effettuato
in regime ambulatoriale senza cioè bisogno del ricovero ospedaliero. Da non
sottovalutare poi l’aspetto economico che registra la drastica riduzione
al solo pagamento del ticket sanitario di spese che invece nelle cliniche
private si aggirano sui cinque/sei milioni.
Di assoluto rilievo, inoltre, il fatto che il macchinario verrà utilizzato,
con modalità e tempi elaborati dalla direzione sanitaria, anche dalle altre
due divisioni oculistiche presenti negli ospedali negli ospedali di
Frosinone e Cassino dotate di apparecchiature all’avanguardia per la
preparazione e per il decorso operatorio.
Un esempio lampante di intelligente politica sanitaria con strutture
ospedaliere che collaborano per venire incontro alle esigenze dei pazienti
ma anche un punto di partenza per offrire prestazioni ad alto livello per
evitare l’increscioso fenomeno dei «pellegrinaggi della salute» con
pazienti del nostro territorio costretti a recarsi negli ospedali più
attrezzati di Roma o del nord Italia per vedere risolti i loro problemi.
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