Sanità - Il manager Cavallotti parla di "acquisto di servizi"
per 15 miliardi
Città Bianca, la Asl cede
L'Ugl contro la Quercia: "E' soltanto demagogia elettorale"
Ha parlato di "acquisto di servizi", non di rinnovo della
convenzione, Carmine Cavallotti, direttore generale dell'Azienda Sanitaria
Locale. Ma, nella sostanza dei fatti, il rapporto tra Azienda Usl di
Frosinone e Città Bianca di Veroli cambierà poco. O niente. A margine
della conferenza stampa di ieri Cavallotti ha detto che la Asl dovrà
continuare ad "acquistare servizi" che non è in grado di
assicurare: dalla radioterapia ad alcune prestazioni riabilitative (cardio-respiratorie,
cognitive, motorie, neuromotorie) che prevedono altresì l'utilizzo di
palestre, piscine e camminamenti per un totale di 120 posti letto.
Ha detto Cavallotti: "Acquisteremo servizi dalla Città Bianca per un totale di 15 miliardi all'anno, visto che alcune prestazioni saremo in grado di assicurarle noi". Il manager ha fatto riferimento, per
esempio, alla Tac e alla risonanza magnetica.
Poi Carmine Cavallotti ha concluso: "La convenzione dello scorso anno costava 28 miliardi
all'anno."
Per la verità il contratto stipulato tra AsI e Città Bianca era, cifre alla
mano, di 20 miliardi e 413 milioní di lire all'anno. Con la seguente
ripartizione: 5 miliardi e 266 milioni per il fitto dei locali, 2 miliardi e 533 milioni per il fitto delle
tecnologie, 5 miliardi e 698 milioni per le spese relative al personale paramedico e tecnico, 6 miliardi e 916 milioni per i servizi generali. Delle due
l'una: o in realtà il contratto è risultato ancora più esoso di quello inizialmente previsto o il «taglio»
rispetto allo scorso anno non è di 13 miliardi, ma di 5,5. Evidentemente la «strategia del terrore» ha prodotto i suoi primi effetti, dopo aver fatto balenare l'ipotesi di un licenziamento dei 170 dipendenti. Il fatto
è che il personale dipendente può tranquillamente essere «riassorbito» all'interno dell'Azienda
Sanitaria Locale: non è stato proprio Carmine Cavallotti a prevedere 250
nuove assunzioni? Infatti l'Unione Generale del Lavoro parla di «nodi che vengono al pettine e sempre in campagna elettorale». Scrive il sindacato guidato da Rosa Roccatani: «Se la memoria
non ci inganna, il problema della cosiddetta sinergia "pubblico-privato" tra la AusI provinciale e la società Ini Città Bianca si manifestò con preoccupazioni occupazionali già alla fine del mese di marzo
dell'anno scorso, in piena campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio
regionale.
Qualche candidato, sempre se non ci inganna la memoria, poi chiuse la sua campagna elettorale con un'assemblea dei lavoratori della Città Bianca.
Il 15 aprile 2000, il giorno prima delle elezioni regionali, l'allora direttore generale Pugliese firmò due contratti di fitto in attuazione delle direttive impartitegli dalla giunta regionale Badaloni con la delibera numero 399 del 15 febbraio precedente. Il costo di quel fitto veniva presuntivamente calcolato dalla Ugl in circa 20 miliardi l'anno. Il contratto, stipulato da Pugliese, venne stipulato per una durata di 12 mesi, prorogabili
eventualmente per altri 12 mesi previo rinnovo da decidersi almeno tre mesi prima della scadenza.
Così stando le cose, il contratto a suo tempo stipulato tra la AusI e la società Ini Città Bianca, avrebbe potuto essere rinnovato sino al 15 aprile 2001 con un accordo tra le parti (e, per quanto riguarda la Ausl, nel rispetto delle procedure di legge) da formalizzarsi al
massimo entro il 15 gennaio scorso. Tutto ciò non è accaduto e pertanto la delibera numero 399 del 2000 della giunta
Badaloni, a nostro giudizio, ha definitivamente esaurito tutti i suoi effetti. Il consigliere regionale De Angelis e tutti gli altri che ora tanto si
agitano, preoccupati solo di salvaguardare i posti di lavoro (la Ugl apprezza tali dimostrazioni di sensibilità sociale) avrebbero dovuto preoccuparsi del destino dei
lavoratori già dalla fine dello scorso anno. Oggi è troppo tardi per rinnovare il contratto e nemmeno
può essere riattivata l'efficacia della delibera di Badaloni dell'anno scorso. La Ugl condivide e comprende le ansie ed i timori dei lavoratori che vedono in pericolo il loro precario posto di lavoro e per questo giudica
con severità e negatività i tardivi interessamenti, per di più (anche questa volta) in piena campagna elettorale, di chi doveva prima e con rigore ben maggiore
affrontare questa vicenda. La Ugl chiede che venga accertato il costo reale del contratto stipulato dal dottor Pugliese, che ne sia verificata l'efficacia e che lo stesso venga dichiarato definitivamente esaurito. Ogni altra iniziativa, a tutela esclusivamente dei diritti dei lavoratori, deve essere
assunta nel rispetto della legge nazionale e della normativa europea in
materia di appalti e servizi e di forniture".
Intanto Danilo Campanari, sindaco diessino di Veroli e candidato all'Ulivo
nel collegio Camera-Frosinone, si è rivolto al presidente della Regione
Lazio Francesco Storace. Inserendosi con perfetta scelta di tempo nel solco
già tracciato dal segretario dela Cisl Fratarcangeli, Campanari si dice
preoccupato e scrive: "Sono infatti a rischio centosettanta posti di
lavoro della clinica, senza considerare i numerosi dell'indotto. Dopo la
vicenda Plastwood, che ha visto la chiusura della locale fabbrica con
licenziamenti di 55 lavoratori, per Veroli è indispensabile trovare
soluzioni che scongiurino l'emorragia occupazionale locale". E' la
solita strategia dello sbandieramento della chiusura dell'azienda. Non
accettabile, men che meno quando si tratta di sanità.
Corrado Trento
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