Pontecorvo/Segnalate anche disfunzioni che riguardano optometrica e
profilassi del favismo
"Pneumologia diventi reparto"
Richiesta dei comitati civici che potrebbe trovare il supporto
di Fabio Pappalardo
Dopo il cambio dei vertici aziendali, le prospettive per Pneumologia sono migliorate, anche perché è stato rimosso il conflitto di interessi, che avviluppava l'ex direttore sanitario, Marcello Fanelli, il quale, essendo primario di medicina generale, non aveva alcun interesse (i pazienti di Pneumologia sono attribuiti a lui, ai fini dell'indennità) a segnalare al direttore generale Cavallotti la necessità di elevare a reparto la Pneumologia.
Il dott. Marino Di Cicco, che è la Ionga manus del direttore sanitario del distretto D, Ettore Cataldi, avrebbe tutti i poteri per
rappresentare al manager Cavallotti la necessità di dare un'ampia autonomia al reparto di Pneumologia, anche perché è diventato
il fiore all'occhiello» del "Pasquale Del Prete".
I sodalizi civici (Tribunale del malato e Centro per i "Diritti del cittadino") si stanno battendo da tempo per ottenere il riconoscimento di un'unità operativa di Pneumologia. Ma il dott. Cavallotti è lento nelle decisioni, forse perché siamo in periodo elettorale. Le associazioni civiche hanno segnalato altre disfunzioni. «Per rinnovare le patenti - precisa Mario Di Litta, presidente del Tribunale del Malato -, nel comprensorio dell'ex Usl Fr9, manca la "Tavola optometrica decimale". Il dott. Giuseppe Tronci ha effettuato la richiesta, ma finora nessuno ha colmato la lacuna». La profilassi ambientale per prevenire il 'favismo' è tenuta in poca considerazione dai comuni, nonostante che siano stati avvertiti dal responsabile territoriale del servizio igiene e sanità pubblica, dott. Giovanni Lullo. «Premesso - ha avvisato il dirigente del servizio igiene Lullo - che ai sensi dei risultati scientifici, il favismo è determinato da un'alterazione genetica che codifica l'anomalia strutturale dell'enzima gluco sei fosfato deidrogenasi con il risultato della rottura dei globuli rossi e la conseguente crisi emolitica; che, a seconda della gravità, la crisi emolitica si caratterizza con manifestazioni sintomatiche
progressive che vanno dall'astenia intensa fino a un quadro clinico di estrema gravità che può determinare anche il coma e l'arresto cardiaco; che i soggetti con il predetto deficit, nella variante mediterranea, possono sviluppare crisi emolitica, se esposti alla ingestione dei legumi denominati "fave" ovvero anche alla sola percezione dell'odore delle medesime o alla inalazione del loro polline durante il periodo dell'inflorescenza; che il fenomeno dell'inalazione può facilmente avvenire in prossimità dei campi e orti di produzione di fave; l'autorità sanitaria invita le persone fisiche o giuridiche interessate a produrre al Servizio igiene e sanità l'elenco dei "soggetti favici", affinché sia fatto divieto di coltivazione, nella campagna agricola corrente, delle fave a 300 metri di raggio dal perimetro di cinta e all'interno dello stesso sia delle abitazioni sia degli altri ambienti frequentati per qualsiasi motivo». La segnalazione è particolarmente importante per prevenire il "favismo". Infatti, la profilassi ambientale, fatta con cura, potrebbe prevenire crisi emolitiche, che alcune volte hanno avuto effetti letali.
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