SORA Perse due dita dopo un’operazione:
a giudizio il primario
dell’ospedale
di RAFFAELE CALCABRINA
Perse due dita di una mano dopo un intervento chirurgico. Per quell’amputazione, un operaio di
Isola del Liri adesso accusa un medico. L’operazione alla quale si sottopose due
anni fa doveva andare in ben altro modo e per questo ha denunciato il sanitario.
Quindi ora, con l’accusa di lesioni personali colpose, il dottor Gino Parente,
55 anni, primario del reparto di traumatologia dell’ospedale di Sora dovrà
affrontare un processo. Il medico, infatti, è stato rinviato a giudizio dal gip
presso il tribunale di Sora. I fatti per i quali il primario dovrà difendersi
sono conseguenza di un intervento chirurgico eseguito il 26 maggio del 1999 e,
secondo l’accusa, mal riuscito. La vittima è L.C., un operaio di 48 anni, che ha
subito la parziale amputazione delle falangi del secondo e terzo dito della mano
sinistra. L.C. si rivolse alla struttura sanitaria sorana dopo un incidente
occorsogli sul lavoro. La pubblica accusa contesta al medico una condotta
“negligente ed imprudente" che sarebbe costata all’operaio la menomazione.
Inoltre, sempre secondo il capo di imputazione, Parente non avrebbe avvisato il
paziente dei rischi cui andava incontro sottoponendosi all'intervento chirurgico
e non gli avrebbe illustrato eventuali alternative terapeutiche all’operazione
medesima. Inoltre il primario non avrebbe posto in essere un “tentativo di
ricostruzione delle strutture ossee, cagionando al paziente un indebolimento
permanente della mano" e la perdita della funzione “prensile" dell’arto stesso.
Il processo si aprirà il 27 novembre, data in cui è fissata la prima
udienza. Con ogni probabilità, in quell’occasione, la presunta vittima si
costituirà parte civile per il tramite dell’avvocato Amleto Iafrate. Gino
Parente sarà, invece, difeso da Franco Assante, suo legale di fiducia.
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