Intervista al dott. Benito Savo, medico e
candidato della CdL alla Camera Centralità
dell’ospedale In attesa della costruzione del nuovo, l’Umberto I non va
abbandonato
di
LUCA SERGIO
I PROBLEMI della Sanità li vive ogni giorno a
contatto con i ricoverati della Divisione di Medicina del presidio
ospedaliero di Frosinone e con quanti gli si rivolgono. Quindi è un
addetto del settore e perciò può parlare con cognizione. Ma il dott.
Benito Savo è anche uno che fa politica da una vita ed è sindaco da anni a
Torrice, il luogo natìo, prima nel Psi e da tempo in Forza Italia. Alle
regionali dell’anno scorso ha ben figurato e adesso si presenta alla
Camera dei deputati, collegio di Frosinone. Lo abbiamo intervistato per
fare il punto sullo stato della sanità frusinate. Dott. Savo, che ne
facciamo dell’ospedale di Frosinone? «In attesa di vedere finalmente
realizzato il nuovo in Via Fabi, ritengo che vada fatto il possibile per
ristrutturare i reparti perché i cittadini non possono essere assistiti in
queste condizioni. Ribadisco quello che mi è capitato di dire nei recenti
convegni di Forza Italia e cioè che la centralità della struttura non può
essere messa in discussione, sia per la sua posizione geografica e sia
perché connotazione del capoluogo. Sulla ristrutturazione possibile a
breve e medio termine dei reparti abbiamo avuto la disponibilità del
manager Cavallotti e così dicasi sull’assicurazione che saranno istituite
neurochirurgia e neurotraumatologia». Ritiene utile il collegamento in
rete di tutti gli operatori? «Senza dubbio e in quest’ambito sono
dell’avviso che il proposito del direttore generale dell’Asl vada
sostenuto. È particolarmente utile il collegamento con i medici di base,
con i quali noi medici ospedalieri dobbiamo trovare forme di sinergia
necessarie, sia nella fase pre che post-ospedaliera e ad essi si deve
consentire l’accesso in ospedale in modo che si apprendano le nuove linee
guida del trattamento domiciliare dei pazienti. Ne conseguirà una migliore
assistenza domiciliare e una maggiore efficacia degli operatori in
periferia, con indubbi vantaggi sulla spesa». Che ci dice sulle liste
di attesa? «Il dott. Cavallotti si è impegnato a ridurle di molto. Per
comprimerle, è necessario potenziare i servizi ricorrendo alle più moderne
tecnologie e cercando personale qualificato. Bisognerebbe pure
sensibilizzare il mondo accademico affinché siano ampliati gli accessi ad
alcune specializzazioni, particolarmente carenti. Mi riferisco alla
cronica mancanza di anestesisti-rianimatori». E sulla Città Bianca? «Sono
favorevole all’ingresso del privato nella Sanità, però deve essere
complementare al pubblico e non sostituirvisi».
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