Ceccano/Santa Maria della
Pietà I sindaci in coro:
«Serve un
ospedale con tutti i reparti»
di CLEMENTE RINALDI
No al "S. Maria della Pietà" declassato, ridotto ad ospedale di serie B. Più servizi, invece, per un
bacino di utenza di quasi 60 mila persone (Ceccano e il suo comprensorio). Le
richieste all'Azienda sanitaria provinciale arrivano dagli amministratori di
diversi centri della valle del Sacco, protagonisti ieri mattina di un vertice
presso il municipio ceccanese. Scopo della riunione, convocata dal sindaco
Maurizio Cerroni, era discutere del futuro dell'ex psichiatrico, per la cui
riconversione sono stati spesi circa 15 miliardi di fondi regionali.
Un'importante struttura che però la Asl sembra intenzionata ad utilizzare, in
pratica, come sede di primo soccorso, privata di sale operatorie, con attivi i
reparti di dermatologia, oculistica, medicina, psichiatria. Ma Ceccano e il suo
vasto hinterland (Amaseno, Arnara, Castro dei Volsci, Giuliano di Roma, Patrica,
Vallecorsa, Villa S. Stefano) pretendono maggiore attenzione alle esigenze di
salute dei suoi abitanti. Ecco dunque la nascita di un "fronte comune". Al
termine dell'incontro di ieri tra Cerroni e i suoi colleghi è stato diramato un
comunicato ufficiale. «L'ospedale "S. Maria della Pietà" deve diventare - si
legge nel documento - sede di pronto soccorso, con tutti i reparti che ne
conseguono: chirurgia, medicina, ortopedia, psichiatria. Necessaria pure
l'istituzione del servizio di dialisi». Si chiede anche che «le eventuali
decisioni definitive sulla destinazione dell'edificio da parte dell'Azienda
sanitaria vengano prima esaminate e discusse con i sindaci del comprensorio, al
fine di valorizzare adeguatamente la nuova struttura». Un altro intervento sulla
vicenda è quello dei Ds di Ceccano, che hanno scritto una sorta di lettera
aperta a Carmine Cavallotti, direttore generale Asl: «Dottor Cavallotti, dia
veramente dimostrazione di essere un manager, di capire la reale esigenza del
territorio. Un comprensorio di 60 mila utenti ha bisogno di un ospedale vero,
non di una "succursale"». Il direttore viene invitato ad armarsi di «coraggio e
senso di responsabilità, affinché il "S. Maria", ottimamente ammodernato,
ritorni ad avere il giusto ruolo nella sanità provinciale a sud del capoluogo».
Per i Ds sarebbe «assurdo non investire su una struttura come Ceccano, con ampio
parcheggio, collegata con la ferrovia e l'autostrada. L'ospedale di Frosinone,
d'altronde, "scoppia" letteralmente».
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