Giornata caos al centro per l’impiego di Frosinone/C’è chi ha iniziato la fila la sera prima dormendo in
macchina Ressa per un lavoro che, forse, non
c’è In mille alla selezione per 21 barellieri.
Forza Italia: «Ma l’Asl non può assumere»di RAFFAELE CALCABRINA
Un giorno di ordinaria
disperazione. Un altro. L'ennesimo trascorso dai disoccupati ciociari in fila
davanti all'ufficio di collocamento, nella spasmodica attesa di un posto di
lavoro. Ieri i centri per l'impiego della provincia erano incaricati di svolgere
le selezioni, per conto dell'Asl di Frosinone, per l'assunzione, a tempo
indeterminato, di sessanta barellieri (21 a Frosinone). Più di mille i senza
lavoro ed i precari (alcuni con contratto a termine presso la stessa Asl)
accalcatisi negli uffici del capoluogo. Ma tutto ciò rischia di essere inutile:
l’assessore regionale Antonello Iannarilli accusa il manager Cavallotti di aver
predisposto assunzioni illegittime, che non sarebbero comprese nella pianta
organica dell’ente (vedi box). C'è chi ha cominciato la fila la sera prima, intorno alle 22,
dormendo in macchina, qualcun altro si è presentato a notte fonda, i più alle
prime luci dell'alba. Non sono mancati i ritardatari, giunti in mattinata e
ammessi lo stesso in fila visto che il termine di scadenza per aver diritto a
mettersi in coda era fissato alle 12. In tanti sono venuti da fuori città:
Alatri, Veroli, Arce, Ceccano. I disoccupati si sono organizzati da soli: è
stata compilata una lista dei presenti, che poi, al momento dell'apertura degli
uffici, è stata consegnata ai funzionari preposti alla selezione. A Frosinone
erano due i punti scelti per la raccolta delle domande: il centro per l'impiego
di piazza San Tommaso d'Aquino e la Provincia. In coda per ore, molti hanno
perso la pazienza. Complice, anche i locali inadeguati, la situazione si è fatta
caotica. Sono intervenuti i carabinieri, anche se non c'è stato alcun incidente
di rilievo. Uomini, donne, mariti e mogli insieme, disoccupati di lunga data,
lavoratori in mobilità, lavoratori socialmente utili, disabili: questo
l'identikit di chi ieri ha fatto una fila di almeno cinque ore. All'appello non
sono mancati disoccupati provenienti anche da fuori regione, alcuni giunti da
Napoli. Più di qualcuno li guardava male. «Vengono a rubarci il lavoro», era la
considerazione che facevano in tanti, a testimonianza di una sorta di guerra fra
poveri. C'è chi urla, impreca, protesta, minaccia di chiamare la forza pubblica.
«Magari!» gli fa eco un esasperato lavoratore del centro per l'impiego. Poi le
solite, interminabili, discussioni sulla fila. I disabili vengono lasciati
passare davanti. C’è chi protesta: «In tanti, che disabili non sono, si sono
spacciati per invalidi, e ci hanno superato». Erano tre le categorie ammesse
alla selezione in piazza San Tommaso: disoccupati con figli a carico (quelli
senza carico di famiglia venivano dirottati alla Provincia), portatori
d'handicap e lavoratori di pubblica utilità. Ma la fila era unica. Di qui altre
proteste. Intorno a mezzogiorno sono spuntati panini e acqua; chi poteva, una
volta preso i moduli, è andato via: tanto il suo turno sarebbe arrivato dopo
ore. Gli altri sono rimasti, chi sotto il sole, chi accalcato all'interno degli
angusti locali. E senza neanche un bagno a disposizione. Alle 16 era già tutto
finito. Le serrande abbassate e gli uffici deserti. In attesa della prossima
selezione e della prossima ressa.
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