Alatri/L’odissea di un utente costretto a
rinunciare alla visita al reparto di ortopedia dell’ospedale «Ore di coda, ammassati e senza sedie»
di RAFFAELE CALCABRINA
Lunghe file,
pazienti che si alzano la mattina alle 5 nella speranza di esser visitati e
pazienti, che, al limite dell'esasperazione, rinunciano a stare in coda. Questo
il panorama del reparto di ortopedia dell'ospedale di Alatri. Troppi pazienti e
pochi medici. Difficile, se non impossibile, garantire un servizio in tempi
accettabili. «Martedì scorso sono andato al pronto soccorso di Alatri per
farmi medicare un piede - racconta Sergio Caponera di Fumone - mi hanno fatto
una fasciatura provvisoria in attesa delle lastre. Il giorno seguente mi è stato
detto di fare una visita ortopedica, ma i dottori visitano solo il martedì ed il
giovedì. Quindi il giovedì, alle 9, mi sono recato al reparto di ortopedia, dove
c'erano almeno un centinaio di persone in fila. Non c'era né una sedia per
sedersi né un po' di spazio per stare in piedi. Non c'era nessuno a dare
indicazioni e così, dopo mezz'ora di attesa, visto che il piede mi faceva male
sono andato via. Mi sembra di essere tornati indietro di trent'anni. Mi chiedo:
come si può gestire un servizio in questa maniera? Dopo aver visitato 50
pazienti prima di me con che occhio mi visiterà il dottore?». Dal reparto
di ortopedia di Alatri dicono che «ci sono pochi medici e infermieri. Non si
riesce a soddisfare le esigenze dell'utenza. Il servizio ambulatoriale tra
l'altro viene svolto una volta completato il lavoro nel reparto». Quanti sono i
medici a lavorare ad ortopedia? «Siamo in quattro - risponde uno di loro - per
contratto dovremmo fare una visita ogni venti minuti. Facciamo quel che
possiamo. Se dovessimo soddisfare solo l'utenza di Alatri andremmo bene così
come siamo. Il 70% dell'utenza però viene da fuori Alatri, da Frosinone,
Amaseno, Vallecorsa, Ceprano. Vuol dire che offriamo un servizio migliore
rispetto ad altre strutture, ma con quattro persone i tempi di attesa sono
quelli che sono. Inoltre sono soli 20 giorni che lavoriamo in locali idonei».
Quanti altri medici ci vorrebbero? «Almeno altri due e un altro infermiere. Sono
quattro anni che lo abbiamo fatto presente all'Asl, ma non abbiamo avuto
risposta. Mi spiace per i pazienti costretti a ore d'attesa, ma anziché
protestare da noi, dovrebbero sollecitare la direzione sanitaria. La situazione
ora rischia di peggiorare perché nel periodo estivo, lavoriamo di più».
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