Ceccano. Ospedale abbandonato «S. Maria della Pietà», le
riunioni non bastano
di
PIETRO ALVITI
CECCANO - Ad oltre quattro anni dal crollo
dell’ospedale di via Roma e dall’inizio del calvario della struttura
sanitaria fabraterna e naturalmente dei cittadini bisognosi di cure, i
sindaci del territorio sembrano riprendere iniziativa. Cerroni li aveva
convocati sabato scorso a Palazzo Antonelli: ne è scaturito un ordine del
giorno che però si limita a chiedere una consultazione in vista di
eventuali decisioni definitive sulla destinazione della struttura che
potranno essere deliberate dalla Direzione dell’Azienda sanitaria locale.
Ci si sarebbe aspettati l’apertura di un tavolo di confronto, la
richiesta magari di un incontro pubblico con il direttore generale
dell’Asl, una proposta concreta di utilizzo della struttura ospedaliera
del S. Maria della Pietà. In questo complesso sono stati spesi
recentemente quasi dieci miliardi in ristrutturazioni: il rischio ora è
che manchino i soldi per attrezzature così che i reparti non potranno
funzionare al meglio delle loro possibilità. I sindaci del comprensorio
hanno dimenticato che questa mancanza di possibilità dura da quattro anni
ormai, che per lungo tempo i pochi strumenti diagnostici venivano
utilizzati parzialmente, tanto che se un poveraccio cadeva di pomeriggio
doveva attendere la mattina dopo per la radiografia. Così il personale
è migrato altrove, i medici hanno preferito ospedali in cui macchinari e
strumentazioni permettessero loro lo svolgimento della professione nel
miglior modo possibile. L’unica cosa che è sembrata contare in questi anni
è stata la destinazione del personale infermieristico e ausiliario; una
sorta di battaglia sindacale che ha perso completamente di vista le
esigenze dei cittadini ammalati e lo sviluppo di un terreno clientelare
utilizzato per scopi ben diversi da quelli della sanità. E di fronte a una
tale situazione i sindaci si limitano a una specie di diffida che sembra
non avere alcun valore.
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