Cronaca di Frosinone

Domenica 13 Maggio 2001
Il Lazio, con un aumento del 33 per cento, detiene il primato per i consumi a carico dello Stato
Fuori controllo la spesa per i farmaci
In pole position nell’impennata debitoria, insieme alla nostra regione, Sicilia e Calabria

di WANDA CHERUBINI

LA SPESA per i farmaci a carico dello Stato è fuori controllo e la regione Lazio insieme alla Calabria ed alla Sicilia detiene il primato per i maxi consumi.Nei primi due mesi dell'anno la spesa netta per pillole e sciroppi a carico dello Stato è cresciuta al ritmo del 31,2 per cento. L'aumento per questo anno si attesta intorno al 33 per cento.
La spesa pubblica per i farmaci potrebbe cioè a fine anno crescere di oltre i 5300 miliardi di lire, dai quali detrarre 1700 miliardi stanziati dalla Finanziaria per risarcire le Regioni del mancato incasso dei soppressi ticket. Rispetto al Duemila nella nostra regione la spesa farmaceutica netta è salita del 35,6 per cento, la spesa lorda del 23,4 per cento e la spesa per le ricette del 17, 7 per cento. Aumenti che portano, quindi, il Lazio in pole position insieme alla Sicilia e subito seguito dalla Calabria per l'impennata della spesa farmaceutica. Gli ultimi dati a disposizione dell'Osservatorio nazionale sull'impegno dei medicinali sono estremamente indicativi. La media nazionale della spesa farmaceutica tra gennaio e febbraio è cresciuta del 31,2 per cento.
Con dieci regioni (4 al Sud, una al Centro, il Lazio, 5 al Nord) oltre la media. La vicina Umbria, al contrario del Lazio, insieme al Piemonte sono state le regioni più parsimoniose, rispettivamente con una spesa farmaceutica del 19,3 e del 25,4 per cento. Di interesse anche l'analisi dei consumi che indica una impennata della spesa per i farmaci delle classi rimborsabili (A e B) pari al 15,2 per cento, accompagnata da una crescita delle confezioni del 4,8 per cento. Per i farmaci pagati, invece, direttamente dai cittadini (classe C) la spesa è calata dell'8,4 per cento ed il numero di confezioni dell'8,1 per cento.
Ciò si deve essenzialmente a due cause: il maggior ricorso alla gratuità da parte dei cittadini invogliati dall'assenza di ticket e lo spostamento in classe A di farmaci prima a pagamento.
Quindi, insieme alla spesa per i contratti e per le convenzioni, a quella per lo specialista e per l'acquisto di beni e servizi, le uscite a carico del Sistema sanitario nazionale per i farmaci si confermano uno dei capitoli maggiormente sorvegliati da parte del Governo e delle Regioni. E sempre la questione farmaci è al centro di uno dei tavoli di monitoraggio appena insediati al ministero del Tesoro. E tante sono le preoccupazioni che altrettante le prime ipotesi di contenimento delle uscite.
Tra queste le ultime proposte indicate da parte regionale riguarderebbero la limitazione delle pluriprescrizioni e l'introduzione del prezzo di riferimento per classi omogenee di farmaci, abbandonando il principio della bioequivalenza per adottare invece quello della "pari efficacia" delle specialità.
Ma contro questa ipotesi si è subito schierata Farmindustria che non crede alla necessità di una manovra aggiuntiva e comunque pretende decisioni concordate e ragionevoli per tutti.