Intervista al nuovo sottosegretario di Stato alla Sanità, ieri in visita in
Ciociaria
Cursi: "E ora voltiamo pagina"
"La concorrenza tra pubblico e privato migliora i serviziCesare
Cursi è nato a Roma nel 1942. E' coniugato con due figli. Avvocato
cassazionista, dal 1970 al 1980 è stato consigliere comunale di Sant'Oreste
(Roma) e dal 1971 al 1976 capogruppo presso la XIX Circoscrizione del Comune
di Roma. Dal 1976 al 1981 è stato consigliere provinciale di Roma e
presidente della Commissione Affari Generali e Personale. Eletto consigliere regionale del Lazio nel 1980 e riconfermato nel 1985, ha assunto la presidenza della IV Commissione permanente. Dal 1985 al 1987 è stato direttore del Gabinetto del presidente del Senato
Fanfani e nel 1987 capo della Segreteria del presidente del Consiglio. Eletto deputato al Parlamento nel 1987, è stato poi riconfermato nel 1992. Sottosegretario ai Trasporti e alla Marina mercantile nel Governo Amato dal giugno 1992 al maggio 1993. Nel 1999 è stato nominato assessore allo Sviluppo economico alla Provincia di Roma. Da lunedì scorso è sottosegretario alla Sanità nel governo
Berlusconi.
UNA festa doppia per il neo sottosegretario alla Sanità Cesare Cursi: il matrimonio a cui ha presenziato ieri a Castrocielo (ospite della famiglia Meglio) e il ritorno in Ciociaria. «Mi piace sempre molto tornare qui - dice compiaciuto - La mia frequentazione della Ciociaria risale al lontano 1976; ero consigliere provinciale a Roma e mi occupavo dì assistenza psichiatrica. Strinsi così
una profonda amicizia con Fernando Lucchetti, primario a Ceccano, ed Enrico Martella. Da allora torno volentieri da queste parti. Qui ho tanti amici, specie a Sora: gente splendida in una terra
meravigliosa».
Veniamo ai temi, della sanità. Si parla con insistenza di un buco da 10 mila miliardi ereditato dal Governo precedente.
E' vero?
«La Corte dei conti fa il suo mestiere rilevando le incongruenze nella gestione della sanità. Forse non saranno 10 mila miliardi, ma
certo è che il disavanzo è grande. D'altra parte la sanità regionale è decollata da poco tempo. Ne sa qualcosa Storace che si è ritrovato un buco da 7.500 miliardi e sta facendo miracoli per porvi rimedio. Comunque sia, ci vorrà del tempo».
Non sarà che per raddrizzare i conti si tornerà ai famigerati ticket?
«Vede, credo vada fatta una distinzione sulla spesa farmaceutica. Per le categorie svantaggiate come
anziani, disabili, bambini e malati cronici è essenziale confermare l'esenzione totale.
Per il resto vedremo. Certo è che ci vuole un «utilizzo diverso e più attento dei farmaci. Occorre educare i cittadini
in questo senso per evitare sprechi. Punteremo sulla sensibilizzazione dell'opinione pubblica. Ottimizzare la spesa sanitaria vuol dire poter
offrire servizi migliori a tutti e gratuiti ha chi ne ha davvero bisogno».
In questa direzione va l'uso dei farmaci generici da parte delle Asl. Che risparmio prevede e come suggerisce di utilizzarlo?
«Credo nell'autonomia e nel decentramento amministrativo. Penso dunque che il risparmio ottenibile dovrà essere gestito dalle singole
Regioni. Ognuna deciderà quando e come impiegare le sue risorse. Mi auguro lo facciano investendo in ricerca, tecnologia, strumentazione e specializzazione del personale sanitario, anche per evitare che i nostri migliori "cervelli" si rifugino all'estero».
Qual è il rapporto ideale tra pubblico e privato in campo sanitario?
«Quello di concorrenza. Solo così si possono offrire servizi migliori a costi più contenuti. C'è bisogno di un mix virtuoso tra pubblico e privato che può
essere vincente anche in termini occupazionali. Credo poi che chi non
"funziona" debba essere mandato a casa, così come avviene nel settore privato. Lo Stato è oggi come una grande azienda e dunque il personale deve adeguarsi a certi criteri di efficienza tipici del privato».
La riforma Bindi è contestata da più parti, specie dai medíci. Che intendete farne?
«Confermo quanto sostenuto dalla CdL in campagna elettorale: la riforma Bindi va azzerata, conservando solo quei pochi punti positivi. Al centro di tutto va messo il cittadino, la dignità e la professionalità del personale medico e sanitario. Punteremo sulla formazione e l'aggiornamento degli addetti ma anche dei manager».
E l'edilizia sanitaria?
«Serve un monitoraggio complessivo degli ospedali e delle case di cura private. Avremo così il quadro ideale per capire quali zone hanno bisogno di nuove strutture e quali ne hanno fin troppe».
L'onorevole Savo propone un Pronto soccorso per ogni comune; il manager Cavallotti punta invece ad avere più ambulanze da dislocare sul territorio. Quale delle due soluzioni le pare più praticabile?
«E' possibile trovare una linea di compromesso tra le due soluzioni. Bisogna però fare i conti con le risorse regionali disponibili».
Come assicurare il soccorso nei centri montani più isolati?
«Penso a una rete di eliporti. La Giunta Storace si sta muovendo proprio in questa direzione». Paolo Romano
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