Cronaca di Frosinone

Venerdì 8 Giugno 2001
Anagni/Liste d’attesa sempre più lunghe: tre mesi per un intervento
Sale operatorie nuove, ma chiuse

di PAOLO CARNEVALE

Da una parte si risolve l’emergenza cardiologia, ma dall’altra parte scoppia la grana della mancanza di camere operatorie, che costringe ad estenuanti attese dell’ordine di 2-3 mesi. Decisamente non si placano le acque all’ospedale di Anagni, a ridosso di una stagione estiva che da sempre è il periodo più difficile per la sanità locale. Giusto una settimana fa era stato Giuseppe Palombo, dei comunisti italiani, a lanciare l’allarme. «Già da tempo nel reparto cardiologia non si accettano le chiamate d’emergenza. Se va avanti così potremmo essere costretti a ridimensionare anche l’attività di corsia. In pratica l’anticamera dello smantellamento». Una protesta che aveva provocato la risposta della direzione sanitaria dell’ospedale che aveva reso noto l’arrivo di tre medici e di una ventina di infermieri per tamponare la situazione. Arrivo poi verificatosi. Ma sempre Palombo ieri è tornato alla carica denunciando un’altra pecca nel sistema ospedaliero della Città dei Papi. Ovvero «la presenza in chirurgia di due sole sale operatorie, una destinata alle emergenze ed una invece alle operazioni programmate. Ci sarebbero altre due sale da tempo pronte, ma non ci sono i soldi per allestire le attrezzature che servirebbero a renderle operative. Si parla ogni volta di un contenzioso da una trentina di milioni con la Regione, poi di altro ancora. Ma la verità è che quelle sale non funzionano. Con tutto quello che ne consegue in termini di funzionalità e di attesa per i malati». Una situazione che è stata definita in modo curioso da uno dei responsabili del reparto chirurgia, il dottor Palmieri: «Noi facciamo quello che possiamo, ma certo sarebbe come far correre Schumacher con una Cinquecento: chiaro che per quanto si possa fare, non si può andare veloci più di tanto». Da parte della direzione sanitaria ancora una volta nessuna smentita: solo una precisazione relativa al fatto che «le camere sono pronte ma gli strumenti non ci sono, e certo noi non sappiamo perché. Chiaro che in queste condizioni le liste di attesa aumentano. A parte le emergenze che devono essere garantite, per il resto, ad esempio nei reparti di urologia o di otorino, si può dover aspettare anche due o tre mesi. Speriamo di poter risolvere questa situazione nel giro di qualche mese, a luglio o almeno all’inizio di settembre».