Alatri. La pronipote del Papa ringrazia per il
delicato intervento la cui metodica sarà pubblicata da
Lancet
«I chirurghi mi hanno salvato
la vita»
COM’È
vero che in provincia - malgrado le cronache quasi giornaliere - non c’è
soltanto la malasanità! Ora i riconoscimenti arrivano pure dall’estero.
Per la precisione dalla Polonia, da Varsavia, che essendo la patria di
Papa Giovanni Paolo II, non poteva in un certo senso non riguardarlo
direttamente. Infatti a prendere carta e penna è stata, come informa
l’Azienda sanitaria, una pronipote del Pontefice, insegnante in Italia per
soggiorno turistico in comitiva che a Fiuggi è stata colpita da triplice
aneurisma dell’arteria aorta e a due iliache. «Un intervento complesso e
delicato, di eccezionale difficoltà a causa della triplice localizzazione
aneurismatica e all’urgenza». Trasportata immediatamente all’ospedale di
Alatri, è stata operata dall’équipe dell’Unità operativa di Chirurgia
diretta dal prof. Walter. «La diagnosi e le metodiche dell’intervento
- rende noto l’Unità centrale informazione e comunicazione pubblica
dell’Asl - verranno scientificamente documentate dai chirurghi e dai
radiologi del presidio ospedaliero alatrense, protagonisti
dell’intervento, nel prossimo fascicolo della nota rivista medica
internazionale "Lancet"». Tutto si è risolto felicemente per cui, tornata
a casa, la pronipote di Giovanni Paolo II ha inviato una lettera di
ringraziamento al primario di chirurgia dell’ospedale con la quale si
manifestano «parole di grande gratitudine per avermi salvato la vita,
perché è proprio questo l’unico modo per definire l’operazione alla quale
sono stata sottoposta». «I medici chirurghi che mi hanno visitato a
Varsavia - prosegue l’insegnante polacca fornendo ulteriori rassicuranti
particolari sul decorso post-operatorio - parlano con grande ammirazione
del modo con cui è stata effettuata l’operazione e della veloce prognosi
della mia malattia. È proprio grazie ai medici, ed in particolar modo al
dott. Giuseppe De Bernardis e a tutto il gruppo operatorio, che sono
riuscita a riprendermi così in fretta. Ringrazio anche il dott. Di Rocco
per il supporto che mi ha offerto dopo l’operazione, tutte le infermiere
ed il personale del reparto. Vorrei ancora aggiungere che l’organizzazione
del lavoro del reparto, la professionalità e la competenza del gruppo, mi
hanno veramente impressionata». Questo caso è stato reso pubblico, ma di
quanti altri non si saprà mai niente perché nessuno scrive all’Asl? Eppure
rappresenterebbe un buon «referendum» su come funziona veramente la sanità
frusinate...
S. di N.
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