Cronaca di Frosinone

Domenica 8 Luglio 2001
L’ANALISI DOPO L’ALLONTANAMENTO DEL COORDINATORE AMMINISTRATIVO
Sanità malata? Colpa dei dirigenti che occupano posti non meritati
Il 90% dei responsabili dei vari settori è costituito da uomini della precedente gestione, mentre molti validi professionisti non vengono utilizzati

Il Consigliere regionale Alfredo Pallone (FI) interviene sulla situazione dell’Azienda Sanitaria di Frosinone, all’indomani dell’allontanamento del coordinatore amministrativo Andreina Raponi, vicina ora ad una nomina presso l’Assessorato regionale all’Agricoltura. Quell’assessorato, cioè, guidato da Antonello Iannarilli che in questi ultimi giorni non ha risparmiato critiche al manager Carmine Cavallotti "reo", appunto, dell’allontanamento della Raponi. Un comportamento, quello di Iannarilli, che pochi, nella stessa Forza Italia, hanno condiviso, al punto di lasciarlo (su questo argomento) quasi isolato.

Egregio direttore, l’incarico istituzionale in commissione Sanità della Regione mi permette di avere un punto di osservazione privilegiato. È noto che la precedente gestione ed i gravi problemi che hanno condotto all’avvicendamento del management dell’Asl, hanno determinato una situazione molto difficile da recuperare. In sei mesi non poteva determinarsi un deciso rovesciamento della situazione ereditata. In tempi non sospetti e con largo anticipo ho sostenuto che le Asl devono essere gestite con efficacia e trasparenza, investendo sulle professionalità in base alle capacità ed ai meriti e non per le appartenenze politiche. Ma non si può ignorare che il sano principio dell’alternanza, al momento, è pregiudicato dal fatto che circa il 90% dei dirigenti responsabili della precedente gestione si trova al loro posto e che troppe, incomprensibili, situazioni di scarso utilizzo di validi dirigenti ancora non sono state rimosse. Molte posizioni che rischiano oggi di consolidarsi e di incrostarsi, posizioni di vantaggio professionale non coniugate ai requisiti previsti, vanno rimosse e ricondotte nella normalità. Trasformismi, tatticismi politici, pur comprensibili in momenti elettorali, devono oggi cedere il passo alla chiarezza, al ricambio, alla possibilità, per quanti sono stati immeritatamente penalizzati in passato, di esser messi alla prova. La situazione dell’ospedale di Frosinone, ad esempio, preoccupa molto ed è sempre più necessario un forte progetto incentrato sulla costruzione del nuovo ospedale: va costruito rispettando i tempi brevi e prevedendo per Frosinone il recupero della tradizionale centralità ospedaliera nel panorama provinciale.
Ad un management della Sanità si chiede qualità gestionale e programmazione non certamente estemporaneità o qualità politiche. Ed allora se la pianta organica non ha ancora ricevuto il via libera dalla Regione, da un lato dimostra linearità di azione della Giunta regionale (non ha agito privilegiando le “appartenenze"), dall’altro crea qualche imbarazzo verso i tecnici aziendali. È bene, quindi, che i tecnici svolgano con maggiore attenzione il loro compito così come i manager. Se, ad esempio, ancor oggi (come accadeva in passato) si continuassero a liquidare indennità particolari ai tanti che hanno smesso di lavorare in corsia per stare dietro una scrivania, questo creerebbe gravi perplessità come pure ci sarebbe da preoccuparsi molto se si stessero occupando tanti posti di organico con la mobilità dall’esterno, pregiudicando nuova occupazione e le legittime aspettative del personale interno. Come pure non si può gioire alla notizia che l’Asl di Frosinone è stata esclusa, per mancanza di elisuperfice abilitata all’atterraggio notturno (sebbene i fondi ci siano da anni) a vantaggio di Latina, delle basi di riferimento per eliambulanza dell’emergenza regionale.
Da alcuni giorni è stata presentata "la riorganizzazione aziendale": questo elaborato, a prima vista (le prime impressioni di solito non mentono mai), è più un elenco delle varie strutture, con relative competenze, di cui si compone l’azienda che un elaborato programmatico. L’aspetto programmatorio appare carente a tutto vantaggio dell’organigramma.
Ebbene: tutti (politici, tecnici e manager) devono avere la consapevolezza che il sistema maggioritario non permette immobilismo e, di contro, conferisce responsabilità che devono essere eserciate con chiarezza e capacità. Questo è richiesto soprattutto a chi gestisce la Sanità e questo è il motivo per cui il legislatore ha previsto un ampio margine (18 mesi) prima di sottoporre i manager a verifica: il principio è quello di affrancare le direzioni aziendali da ingerenze della politica, dalla logica del giorno per giorno, imponendo però programmazione, chiarezza e risultati. In ultimo, ma non per importanza, mi preme sottolineare che, nella sostanza, il mio punto di vista e quello del partito tutto, non è diverso da quello di Antonello Iannarilli, il quale è, e rimane, un prestigioso punto di riferimento non solo di Forza Italia ma dell’intera Cdl.
Il presidente Alessandro Foglietta è un punto di riferimento importante, sia per il ruolo che ricopre a livello istituzionale, sia per le sue capacità politiche, ed è auspicabile che continui quel tavolo politico inaugurato dallo scrivente riunendo tutti gli eletti della Cdl, avendo noi tutti, un comune denominatore, gli interessi della gente sono molto più importanti degli interessi dei “singoli". Il problema semmai è ritrovare compattezza nella maggioranza, con spirito di lealtà, senza furbizie o malcelate egemonie.

Alfredo Pallone, vice presidente commissione regionale Sanità