Il Consigliere regionale Alfredo Pallone (FI)
interviene sulla situazione dell’Azienda Sanitaria di Frosinone, all’indomani
dell’allontanamento del coordinatore amministrativo Andreina Raponi, vicina ora
ad una nomina presso l’Assessorato regionale all’Agricoltura. Quell’assessorato,
cioè, guidato da Antonello Iannarilli che in questi ultimi giorni non ha
risparmiato critiche al manager Carmine Cavallotti "reo", appunto,
dell’allontanamento della Raponi. Un comportamento, quello di Iannarilli, che
pochi, nella stessa Forza Italia, hanno condiviso, al punto di lasciarlo (su
questo argomento) quasi isolato.
Egregio
direttore, l’incarico istituzionale in commissione Sanità della Regione mi
permette di avere un punto di osservazione privilegiato. È noto che la
precedente gestione ed i gravi problemi che hanno condotto all’avvicendamento
del management dell’Asl, hanno determinato una situazione molto difficile da
recuperare. In sei mesi non poteva determinarsi un deciso rovesciamento della
situazione ereditata. In tempi non sospetti e con largo anticipo ho sostenuto
che le Asl devono essere gestite con efficacia e trasparenza, investendo sulle
professionalità in base alle capacità ed ai meriti e non per le appartenenze
politiche. Ma non si può ignorare che il sano principio dell’alternanza, al
momento, è pregiudicato dal fatto che circa il 90% dei dirigenti responsabili
della precedente gestione si trova al loro posto e che troppe, incomprensibili,
situazioni di scarso utilizzo di validi dirigenti ancora non sono state rimosse.
Molte posizioni che rischiano oggi di consolidarsi e di incrostarsi, posizioni
di vantaggio professionale non coniugate ai requisiti previsti, vanno rimosse e
ricondotte nella normalità. Trasformismi, tatticismi politici, pur comprensibili
in momenti elettorali, devono oggi cedere il passo alla chiarezza, al ricambio,
alla possibilità, per quanti sono stati immeritatamente penalizzati in passato,
di esser messi alla prova. La situazione dell’ospedale di Frosinone, ad esempio,
preoccupa molto ed è sempre più necessario un forte progetto incentrato sulla
costruzione del nuovo ospedale: va costruito rispettando i tempi brevi e
prevedendo per Frosinone il recupero della tradizionale centralità ospedaliera
nel panorama provinciale.
Ad un management della Sanità si chiede qualità
gestionale e programmazione non certamente estemporaneità o qualità politiche.
Ed allora se la pianta organica non ha ancora ricevuto il via libera dalla
Regione, da un lato dimostra linearità di azione della Giunta regionale (non ha
agito privilegiando le “appartenenze"), dall’altro crea qualche imbarazzo verso
i tecnici aziendali. È bene, quindi, che i tecnici svolgano con maggiore
attenzione il loro compito così come i manager. Se, ad esempio, ancor oggi (come
accadeva in passato) si continuassero a liquidare indennità particolari ai tanti
che hanno smesso di lavorare in corsia per stare dietro una scrivania, questo
creerebbe gravi perplessità come pure ci sarebbe da preoccuparsi molto se si
stessero occupando tanti posti di organico con la mobilità dall’esterno,
pregiudicando nuova occupazione e le legittime aspettative del personale
interno. Come pure non si può gioire alla notizia che l’Asl di Frosinone è stata
esclusa, per mancanza di elisuperfice abilitata all’atterraggio notturno
(sebbene i fondi ci siano da anni) a vantaggio di Latina, delle basi di
riferimento per eliambulanza dell’emergenza regionale.
Da alcuni giorni è
stata presentata "la riorganizzazione aziendale": questo elaborato, a prima
vista (le prime impressioni di solito non mentono mai), è più un elenco delle
varie strutture, con relative competenze, di cui si compone l’azienda che un
elaborato programmatico. L’aspetto programmatorio appare carente a tutto
vantaggio dell’organigramma.
Ebbene: tutti (politici, tecnici e manager)
devono avere la consapevolezza che il sistema maggioritario non permette
immobilismo e, di contro, conferisce responsabilità che devono essere eserciate
con chiarezza e capacità. Questo è richiesto soprattutto a chi gestisce la
Sanità e questo è il motivo per cui il legislatore ha previsto un ampio margine
(18 mesi) prima di sottoporre i manager a verifica: il principio è quello di
affrancare le direzioni aziendali da ingerenze della politica, dalla logica del
giorno per giorno, imponendo però programmazione, chiarezza e risultati. In
ultimo, ma non per importanza, mi preme sottolineare che, nella sostanza, il mio
punto di vista e quello del partito tutto, non è diverso da quello di Antonello
Iannarilli, il quale è, e rimane, un prestigioso punto di riferimento non solo
di Forza Italia ma dell’intera Cdl.
Il presidente Alessandro Foglietta è un
punto di riferimento importante, sia per il ruolo che ricopre a livello
istituzionale, sia per le sue capacità politiche, ed è auspicabile che continui
quel tavolo politico inaugurato dallo scrivente riunendo tutti gli eletti della
Cdl, avendo noi tutti, un comune denominatore, gli interessi della gente sono
molto più importanti degli interessi dei “singoli". Il problema semmai è
ritrovare compattezza nella maggioranza, con spirito di lealtà, senza furbizie o
malcelate egemonie.
Alfredo Pallone, vice presidente commissione
regionale Sanità