Sconfessione per
la malasanità Tecniche più sicure all’«Umberto I» per operare i
tumoriCHIRURGIA del fegato, asportazione di tumori mediante
termo-ablazione con radiofrequenza, biopsie eco-guidate ed ecografia
intraoperatoria. Sono queste alcune delle metodiche utilizzate nel reparto
di chirurgia generale dell’ospedale di Frosinone. E poi giornalmente,
quasi come un riflesso condizionato, si scrive che in provincia esiste
solamente la malasanità. Non è vero affatto: ci sono tanti bravi medici,
professionalmente preparati e aggiornati, che danno un’assistenza
qualificata. Qualche giorno fa, nel reparto, è stata operata una
paziente affetta da carcinoma epatocellulare (tumore che si origina dalle
cellule del fegato) che presentava una lesione plurinodulare alla quale è
stato asportato, come informa un comunicato dell’Asl, il lobo sinistro del
fegato e sono stati distrutti altri due noduli tumorali mediante
termo-ablazione con radiofrequenza. «Da noi la chirurgia del fegato - dice
il dirigente Baldassarre Sansoni - viene eseguita in maniera ormai "routinaria". Dal ’98 a oggi sono stati eseguiti 42 interventi di
chirurgia epatica, in buona parte resezioni maggiori del fegato. Ciò è
stato possibile grazie allo sviluppo di professionalità, tecniche e
tecnologie curate dall’Azienda sanitaria. Per poter eseguire questi
interventi è, infatti, necessario disporre di una serie di presìdi
diagnostici e terapeutici quali l’ecografia interventistica in grado di
effettuare non solo la diagnostica ecografica per immagini ma anche le
biopsie eco-guidate e, soprattutto, l’ecografia intraoperatoria, esame che
possiede la migliore sensibilità per la rilevazione delle lesioni del
fegato. Un buon servizio di istologia e citologia, quale quello operante
nel nostro ospedale, è un altro presupposto indispensabile per l’accurata
tipizzazione delle lesioni, come un’accurata diagnostica per immagini che
sia in grado di definire la presenza, l’entità e la distribuzione delle
lesioni. Tutto questo è oggi disponibile nel nostro presidio e, tra breve,
con l’acquisizione della Tac spirale e della Risonanza magnetica, sarà
possibile fornire all’utenza tutte le opzioni necessarie per la più
accurata diagnosi delle lesioni epatiche». «Anche per il trattamento
- spiega ancora il dott. Sansoni - sono state sviluppate tecniche avanzate,
come la "RITA", con cui si esegue la distruzione delle masse tumorali
mediante radiofrequenza (come nel caso citato all’inizio, ndr) e numerosi
casi sono stati ormai trattati nel nostro reparto. La metodica può essere
utilizzata non solo durante l’intervento chirurgico, ad addome aperto, ma
sotto guida ecografica, anche per via percutanea con l’infissione di
aghi». Tutto bene, dunque, ma bisognerebbe fare qualcosa di più per
ridurre le lunghe liste d’attesa, ad evitare che gli operandi vadano fuori
provincia aggravando il deficit dell’Asl. Al direttore generale Cavallotti
l’onere di trovare la soluzione.
S. di
N.
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