Cronaca di Frosinone

Mercoledì 11 Luglio 2001
Sconfessione per la malasanità
Tecniche più sicure all’«Umberto I» per operare i tumori

CHIRURGIA del fegato, asportazione di tumori mediante termo-ablazione con radiofrequenza, biopsie eco-guidate ed ecografia intraoperatoria. Sono queste alcune delle metodiche utilizzate nel reparto di chirurgia generale dell’ospedale di Frosinone. E poi giornalmente, quasi come un riflesso condizionato, si scrive che in provincia esiste solamente la malasanità. Non è vero affatto: ci sono tanti bravi medici, professionalmente preparati e aggiornati, che danno un’assistenza qualificata.
Qualche giorno fa, nel reparto, è stata operata una paziente affetta da carcinoma epatocellulare (tumore che si origina dalle cellule del fegato) che presentava una lesione plurinodulare alla quale è stato asportato, come informa un comunicato dell’Asl, il lobo sinistro del fegato e sono stati distrutti altri due noduli tumorali mediante termo-ablazione con radiofrequenza. «Da noi la chirurgia del fegato - dice il dirigente Baldassarre Sansoni - viene eseguita in maniera ormai "routinaria". Dal ’98 a oggi sono stati eseguiti 42 interventi di chirurgia epatica, in buona parte resezioni maggiori del fegato. Ciò è stato possibile grazie allo sviluppo di professionalità, tecniche e tecnologie curate dall’Azienda sanitaria. Per poter eseguire questi interventi è, infatti, necessario disporre di una serie di presìdi diagnostici e terapeutici quali l’ecografia interventistica in grado di effettuare non solo la diagnostica ecografica per immagini ma anche le biopsie eco-guidate e, soprattutto, l’ecografia intraoperatoria, esame che possiede la migliore sensibilità per la rilevazione delle lesioni del fegato. Un buon servizio di istologia e citologia, quale quello operante nel nostro ospedale, è un altro presupposto indispensabile per l’accurata tipizzazione delle lesioni, come un’accurata diagnostica per immagini che sia in grado di definire la presenza, l’entità e la distribuzione delle lesioni. Tutto questo è oggi disponibile nel nostro presidio e, tra breve, con l’acquisizione della Tac spirale e della Risonanza magnetica, sarà possibile fornire all’utenza tutte le opzioni necessarie per la più accurata diagnosi delle lesioni epatiche».
«Anche per il trattamento - spiega ancora il dott. Sansoni - sono state sviluppate tecniche avanzate, come la "RITA", con cui si esegue la distruzione delle masse tumorali mediante radiofrequenza (come nel caso citato all’inizio, ndr) e numerosi casi sono stati ormai trattati nel nostro reparto. La metodica può essere utilizzata non solo durante l’intervento chirurgico, ad addome aperto, ma sotto guida ecografica, anche per via percutanea con l’infissione di aghi». Tutto bene, dunque, ma bisognerebbe fare qualcosa di più per ridurre le lunghe liste d’attesa, ad evitare che gli operandi vadano fuori provincia aggravando il deficit dell’Asl. Al direttore generale Cavallotti l’onere di trovare la soluzione.

S. di N.