Cronaca di Frosinone | |
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Martedì 24 Luglio 2001 | |
PIANO SANITARIO LOCALE UNA «moratoria» di «almeno quindici giorni» affinché l’Asl «possa chiarire ed integrare gli elementi di conoscenza mancanti». Con un impegno: «Alla ripresa dei lavori a fornire tutti i circostanziati e dettagliati pareri nello spirito di un franco e costruttivo dialogo e con la massima apertura alle concrete esigenze dell’Azienda». Così sostengono otto sindacati (Fsi-Fapas, Savis, Unsiau, Faress, Ugl, Snatoss, Sunas-Rsu e Sunas) riuniti nella Federazione autonoma che hanno chiesto la sospensione degli incontri sul Piano sanitario locale al direttore generale Carmine Cavallotti e, per conoscenza, al presidente della giunta regionale Storace, all’assessore competente Saraceni e al presidente della commissione regionale Sanità Foglietta. Perché questa presa di posizione a concertazione iniziata, anzi in via di conclusione? Perché le organizzazioni hanno riscontrato negli elaborati ben sette motivi che impongono un approfondimento del Piano sanitario locale mentre, per quanto attiene la Pianta organica, «elaborata ancor prima che termini la concertazione», «appare come una sottovalutazione della concertazione stessa e può apparire come una sottovalutazione del ruolo delle OO. SS.». Vediamo sinteticamente le obiezioni. La prima:non sono stati rilevati indici epidemiologici e numerici, fabbisogni, realtà territoriale, «necessari parametri di riferimento». Seconda: «non è stato fornito il piano strategico a breve, medio e lungo termine e i relativi obiettivi». Terza: «non è stato preliminarmente adottato l’atto aziendale di diritto privato». Quarta: non si ritiene «adeguatamente elaborata la riorganizzazione dell’area amministrativa e questo sembra far pensare che nessun esperto amministrativo abbia contribuito alla stesura degli elaborati». Quinta: «non è stato quantificato il costo economico per sostenere la spesa derivante dai molteplici incarichi di natura dirigenziale e non è quindi allo stato adeguatamente identificabile l’entità complessiva delle spese per il personale e la loro sostenibilità per il bilancio». Sesta: «non è percepibile la filosofia sanitaria funzionale alle reali esigenze». Ultima obiezione: gli elaborati non sono stati esaminati dal comitato di rappresentanza dei sindaci, peraltro «sottoposto a procedure elettorali di ricostituzione, e quindi non può svolgersi una fondamentale parte delle procedure previste dalla legge». Insomma, se le cose stanno così, 15 giorni di pausa forse non basteranno. S. di N. |