PONTECORVO Ancora paura per lo smembramento e la
riduzione dei reparti nella struttura sanitaria Pasquale Del Prete, non
bastano le garanzie Alla ricerca di progetti di rilancio alternativi in attesa che
gli amministratori intervenganoPONTECORVO - Chi difende le sorti del «Pasquale del Prete»? Gli
amministratori comunali ancora brancolano nel buio. Tutti recitano «a
soggetto» per ingannare gli elettori, ma intanto il nosocomio viene
smantellato, ricorrendo alla tecnica del «carciofo»: foglia a foglia fino
alla consumazione. Per ridurre i danni, gli amministratori dovrebbero
proporre al manager dell’Azienda sanitaria locale di Frosinone Carmine
Cavallotti un progetto di lungo respiro. Ma
il sindaco Roscia e il suo assessore Reccia non hanno ancora colto la
drammaticità del momento: se non sarà escogitato un progetto di rilancio,
istituendo eventualmente un corso di formazione professionale per gli
operatori sanitari, il «Pasquale Del Prete» resterà soltanto una struttura
vuota. Credere alle lusinghe del direttore generale Cavallotti
significa prestare il fianco ai suoi disegni oramai manifesti. «Il
problema è drammatico - ha puntualizzato il consigliere comunale Patrizia
Danella, e come lei la pensano molti cittadini - ma nessun amministratore
osa contrastare l’azione del manager Cavallotti. Occorre sostenere
l’azione dei sindacati - ha aggiunto il consigliere Danella - per evitare
la diminuzione del personale negli ospedali, che poi si riverbera
inevitabilmente sulla qualità del servizio. Il fatto è che si procede
senza una seria progettualità e senza indicare i tempi di attuazione».
Il sindaco Roscia dovrebbe convocare un Consiglio comunale per
approfondire le problematiche del Pasquale Del Prete. In quella sede si
dovrebbe formare una commissione mista per discutere con Cavallotti del
futuro Polo D. Anzi, al dibattito dovrebbero essere invitati anche i
sindacati di categoria per approfondire gli aspetti peculiari del Pasquale
Del Prete. E da quella riunione dovrebbe emergere il ruolo che il presidio
ospedaliero dovrebbe avere nel Polo. «Soltanto se - conclude il
consigliere Danella - si avrà la certezza dell’itinerario da seguire per
lo sviluppo futuro, si potrà valutare la possibilità di riconvertire una
parte della struttura per ospitare centri di formazione professionale. Lo
sviluppo di qualsiasi attività dovrà poggiare sulla elevazione delle qualità
professionali».
U.P.
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