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Lunedì 6 agosto 2001 | |
POLITICA/Marzi su tutte le furie: "Non la convocherò più, non amo
perdere tempo" Conferenza dei Sindaci, ko Manca il numero legale dopo la bagarre sul "peso" di piccoli comuni LA Conferenza dei Sindaci della provincia di Frosinone, convocata per deliberare sull'organismo sanitario di sua competenza, ha registrato l'ennesimo nulla di fatto e Marzi è andato su tutte le furie. Tutt'altro che balneare l'atmosfera che ha portato al fallimento ma una serie di contrasti circa il significato della rappresentanza dei diversi Comuni nell'ambito dell'organo consultivo: in sostanza i sindaci dei piccoli comuni (quelli con meno di 5000 abitanti) hanno preteso che si votasse affinché il loro peso all'interno del costituendo organismo fosse pari a quello dei comuni più grandi. Marzi ha ritenuto degna di ammissione l'istanza di voto pur nella consapevolezza che la ratio delle norme in materia di sanità è di altro segno, ed ha subito una cocente delusione nel vedere che anche sindaci di comuni «grandi», come Ceccano e Veroli, hanno votato con quelli «piccoli». Il risultato è stato la bagarre e, anche questa volta, nonostante la presenza all'inizio dei lavori di 70 primi cittadini, è mancato il numero legale al momento decisivo. Con rammarico devo constatare - ha dichiarato Marzi - che anche in quest'ambito si debba finire per perdere tempo a causa della rincorsa alle poltrone. Voglio ricordare a tutti i colleghi però che spesso si tratta di "sgabelli di Fra Cristoforo", quelli a tre gambe, malfermi, dai quali si rischia di cadere. In materia di sanità la ratio della legge è tale che in assenza della conferenza dei sindaci le competenze sono demandate al Comune capoluogo, dunque le pretese dei Sindaci dei piccoli comuni ne sono al di fuori. Ancor meno capisco le posizioni di altri Sindaci di comuni più grandi, forse in cerca di consensi, ma tutto ciò non è funzionale a un andamento amministrativo efficace. Io non sono abituato - continua Marzi - a perdere tempo. Questa è già la terza domenica che sottraggo alla mia famiglia per ottenere nulla. Presenterò un quesito agli organi preposti per sapere se l'attività del capoluogo può essere bloccata da un piccolo centro e non convocherò più la Conferenza dei Sindaci, a meno che non ci sia il parere favorevole di tutti i partiti». Dario Facci |