Intoppo su una richiesta di modifica del regolamento, poi manca il numero legale
Conferenza sindaci a vuotoSembrava la volta buona dopo due tentativi andati a vuoto. Quando ieri mattina presso il salone dell'AusI in via Fabi si
è riunita l'assemblea dei sindaci chiamata ad eleggere il comitato di rappresentanza per la sanità, all'appello hanno risposto
71 dei 91 sindaci. Ben oltre il numero legale.
Questa volta ci siamo, deve essersi detto il sindaco del capoluogo, Domenico Marzi, presidente dell'assemblea. Invece è stato un cattivo profeta perché alla fine tutto si è concluso con un nulla di fatto.
Anzi, con un problema in più. Cosa è accaduto. Andiamo per ordine. Fatto l'appello e dichiarata valida l'adunanza è stato
messo in discussione il regolamento, la cui approvazione era propedeutica
alla nomina del comitato. Bene, la grana è esplosa subito per bocca del sindaco di Terelle, Mimmo
Leone il quale ha posto il problema della rappresentanza dei comuni con popolazione
inferiore ai 5.000 abitanti. In sostanza ha proposto una modifica al regolamento nel senso di introdurre all'art. 7 una norma che prevede la presenza di diritto di un sindaco dei comuni più piccoli.
Marzi ovviamente ha fatto presente che la richiesta era in contrasto con la norma della legge regionale che disciplina
la materia, sottolineando altresì che il problema avrebbe potuto essere risolto in via attraverso un preventivo accordo tra i sindaci interessati. «Per quanto mi riguarda - ha detto Marzi - sarei ben felice che nel comitato siano rappresentati i comuni
con meno di 5.000 abitanti, ma non possiamo andare contro la norma».
Sull'argomento si è sviluppato un vivace dibattito che il presidente ha chiesto mettendo in votazione l'emendamento proposto da Leone. La votazione ha dato il seguente esito: 35 voti favorevoli, 20 voti contrari, 14 astenuti e 2 assenti.
A questo punto l'assemblea ha deciso per una breve pausa per consentire di riordinare le idee. Ma alla ripresa dei lavori ecco la sorpresa: il numero dei presenti da 71 si era ridotto a 36: ben 35 sindaci o loro delegati se l'erano squagliata all'inglese facendo venire meno il numero legale. A questo punto a Marzi non è rimasto altro che sciogliere
la seduta non senza aver prima assicurato l'intenzione di inviare un quesito all'ufficio legale della Regione Lazio e al Ministero della Funzione in ordine alla richiesta dì modifica del regolamento.
Tutto sommato è stata un'occasione sprecata: intanto perché non è stato possibile nominare il comitato di rappresentanza che avrebbe potuto svolgere, in una fase molto delicata come quella che l'Ausl sta vivendo in queste settimane, una funzione molto importante; in secondo luogo perché, sic stantibus rebus, la rappresentanza dei comuni in tema di politica sanitaria resta tutta nelle mani del sindaco di Frosinone.
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