Cassino/San Raffaele, bloccati dalle
barriere architettoniche all’ingresso Bimbi
disabili, clinica vietata Ospedale proibito per due bambini disabili che insieme ai loro genitori
avrebbero dovuto rendere visita a familiari ricoverati al San Raffaele di
Cassino. E' quanto risulta da denunce presentate domenica sera ai carabinieri
dai genitori infuriati per il trattamento ricevuto dall'addetto alla portineria
della struttura sanitaria. In base alla denuncia il portiere avrebbe impedito
l'ingresso dell'auto nel parcheggio interno nonostante il padre del bambino
avesse esibito un tesserino che ne attestava le sue condizioni fisiche. Il
genitore a questo punto avrebbe parcheggiato all'esterno e con il bambino in
carrozzella si sarebbe diretto, su indicazione sempre del portiere, verso una
scalinata per accedere all'interno della clinica. «Il portiere - afferma
la madre del bambino - si è rifiutato di aiutarci a sollevare la carrozzella
sulla rampa della scala e a questo punto mio marito ha telefonato ai carabinieri
i quali sono arrivati subito sporgendo denuncia dell'accaduto. Sicuramente la
direzione della clinica non è responsabile del comportamento di un suo
dipendente, comunque noi abbiamo subito un disagio grave tanto che siamo tornati
a casa senza poter visitare una mia parente ricoverata in questa struttura. Un
episodio analogo è capitato poco dopo anche ad un'altra signora». La direzione
del San Raffaele ridimensiona i fatti sostenendo che si sarebbe trattato
soltanto di una incomprensione tra l'addetto alla portineria e i genitori del
bambino disabile. «Qui non ci sono barriere architettoniche per nessuno- afferma
un dirigente- ed anzi ci sono percorsi appositamente studiati per permettere
l'ingresso di persone disabili. C'è stata un po' di confusione e di fretta
nell'agire da parte del genitore che anziché rivolgersi alla direzione ha
chiamato i carabinieri. Di solito facciamo parcheggiare all'interno della
clinica i portatori di handicap. Siamo dispiaciuti per questo episodio».
D. Tor.
|