Cronaca di Frosinone | |
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Venerdì 3 Agosto 2001 | |
FACCIA A FACCIA TRA ASL E SINDACATI CONFEDERALI NON bastano le nuove specialità mediche e chirurgiche. Le organizzazioni sindacali confederali si presenteranno oggi al tavolo di concertazione sul Piano sanitario locale e la dotazione organica presentati nei giorni scorsi dal direttore generale dell’Asl con un articolato documento sottoscritto dai segretari generali Mollica (Cgil), Fratarcangeli (Cisl), Fracasso (Uil) e di categoria Della Rosa (Cgil-Fp), Ricci (Cisl-Fps) e Matassa (Uil-Fpl), inviato ieri al dott. Carmine Cavallotti, con il quale si chiedono parecchie modifiche e integrazioni. I sindacati premettono che «un Piano sanitario credibile e di qualità» debba prevedere «risorse disponibili», costi, distrettualizzazione per l’assistenza primaria, socio-sanitaria e integrazione funzionale tra territorio e ospedale, politica e cultura della prevenzione, qualificazione e riqualificazione del personale, «corretto e regolato rapporto pubblico-privato» con questo che deve essere integrativo e non sostitutivo e, infine, integrazione con il sociale tramite convenzioni con i comuni al fine di aprire centri diurni per riabilitazione, istruzione e formazione professionale a favore dei portatori di handicap. «Pur apprezzando ? si sostiene nel documento ? la scelta di istituire nuove specialità mediche e chirurgiche, anche allo scopo di ridurre la mobilità passiva: pneumologia, ematologia, emodinamica, hospice, chirurgia toracica, cardiovascolare, neurospinale, oncologica, e quella di rideterminare i posti letto di terapia intensiva portandoli da 18 a 35, collocandoli nei 4 poli ospedalieri ed i posti di unità intensiva cardiologica che da 10 diventano, sempre secondo il piano, 18, ritengono necessaria l’adozione di scelte finalizzate in prospettiva alla specializzazione e razionalizzazione per branche di attività degli attuali presìdi ospedalieri». Le modifiche più consistenti richieste riguardano l’area ospedaliera (tra cui la ridistribuzione dei posti letto «in modo difforme tra i vari poli», la distribuzione delle specialità «poco chiara» e si chiede la conferma della «proposta di creare un Servizio delle professioni sanitarie distinto per aree»), ma non meno trascurabili sono quelle dell’area territoriale (per il Dipartimento Prevenzione si chiede di «prevedere una unità operativa di impiantistica ed antinfortunistica interdistrettuale») e della amministrativa, per la quale si rileva che «non appare evidente un effettivo decentramento delle risorse umane verso la periferia». Cgil-Cisl-Uil, infine, sottolineano in merito alla dotazione organica che «il fabbisogno di personale sia sottostimato rispetto alle reali esigenze», soprattutto per quanto riguarda gli infermieri (previsti in 1.735 unità, «quindi soltanto 497 posti vacanti). «Per questo riteniamo ? terminano i sindacati confederali ? che le proposte di piano sanitario locale e di dotazione organica richiedano, in ogni caso, una valutazione congiunta nella sua reale fase attuativa, considerata la vastità e complessità della materia e che tale volontà delle parti risulti nell’atto deliberativo». S. di N. |