Cronaca di Frosinone

Sabato 4 Agosto 2001
CASSINO In via di ultimazione le procedure per sbloccare i fondi regionali
Soldi all’ospedale vecchio
Lamentele e reclami da parte dei familiari di alcuni ricoverati

CASSINO - In attesa della costruzione del nuovo ospedale, i cui lavori procedono a ritmo regolare e se non vi saranno intoppi la sua inaugurazione è prevista per i primi mesi del 2004, come ha reso noto lo stesso manager dell’Azienda sanitaria locale di Frosinone Carmine Cavallotti, una pioggia di miliardi cambierà volto all’attuale nosocomio «Gemma De Bosis». Sono, infatti, in via di ultimazione le procedure burocratiche presso la Regione per sbloccare il finanziamento di sette miliardi destinato ad una serie di interventi all’interno dell’attuale struttura sanitaria cassinate. Un progetto concepito nel rispetto delle vigenti normative in materia igienico ambientale, sicurezza e la vivibilità negli ospedali. In particolare, verranno effettuati lavori per prevedere un numero maggiore di uscite di sicurezza, oltre al rifacimento delle camere di degenza, molte delle quali saranno destinate a ospitare due letti, in luogo degli attuali otto posti per camera. Intanto alcuni parenti delle persone ricoverate nei giorni scorsi hanno denunciato alcuni episodi di malasanità che hanno coinvolto i loro congiunti.
«Dovevamo trasportare mio padre al pronto soccorso, ma abbiamo trovato la strada che conduce al reparto di primo intervento ostruita da alcune autovetture che erano state parcheggiate male - ci ha riferito un cittadino che nei giorni scorsi ha accompagnato il suocero al pronto soccorso - per trovare il proprietario dell’autovettura parcheggiata male abbiamo impiegato diversi minuti, con mio suocero che ha avuto un sospetto attacco di cuore. L’accesso al pronto soccorso andrebbe disciplinato in maniera più adeguata, altrimenti in caso di trasporto di malati gravi ci potrebbero essere anche seri problemi». Lamentele si sono registrate anche per il cattivo funzionamento dell’apparecchiatura per la Tac, che per alcune settimane non ha funzionato a causa della rottura di un tubo radiogeno. «L’abbiamo riparata proprio nei giorni scorsi - ha assicurato il direttore sanitario del polo sanitario D, Ettore Cataldi - abbiamo cioè provveduto alla sostituzione della parte non funzionante. Ma questo accade in tutte le strutture sanitarie del mondo, quando si ha a che fare con una macchina che effettua circa cinquemila esami all’anno».