Turni
massacranti all’Umberto I per far fronte, con il personale ridotto
all’osso, alle richieste dell’utenza Pronto soccorso sempre in
affanno
di
SILVANO CIOCIA
ESPLODE la rabbia del personale al Pronto
Soccorso dell’Umberto I di Frosinone. Turni massacranti, ininterrotte
richieste di prestazioni a malati con problemi respiratori, cardiaci e
svenimenti dovuti anche all’eccessivo caldo. Una richiesta di interventi
che si aggira ogni giorno sulle 200- 300 prestazioni. Il personale è
ridotto all’osso e nemmeno se ne intravede il rinforzo per cui la
situazione sta diventando difficile non solo per chi chiede di essere
curato ma soprattutto per gli operatori che non sanno a quale santo
votarsi per l’incessante correre da una parte e dall’altra e per prestare
le prime cure ai malati. Organico dimezzato. Sì, è proprio così. La
situazione al Pronto Soccorso del presidio è al limite del collasso. «Il
lavoro a cui siamo chiamati - ci dice un medico - meriterebbe più
attenzione prima da parte della Direzione e poi dei vertici. E non sono
bastate nemmeno le reiterate richieste e, in qualche caso, proteste del
responsabile della divisione, l’attivo e preparato dott. Gianfranco
Sallustio, che cerca in ogni modo di tamponare la situazione che ogni
giorno però sta diventando più difficile». «Siamo continuamente sotto
pressione, non possiamo nemmeno permetterci di fare una pausa ? ci dice un
altro medico ? e questo stato di cose potrebbe andare anche a discapito di
una buona qualità del servizio.» Situazione ad alto rischio, dunque, anche
per colpa delle ferie soprattutto se si considera che su Frosinone
confluiscono pazienti da tutti i comuni del comprensorio e particolarmente
dall’autostrada del Sole con un continuo trasporto di traumatizzati».
Il grido d’allarme del personale medico, paramedico e ausiliario deve
essere ascoltato ed un provvedimento urgente a questo punto s’impone da
parte della dirigenza, con il rinforzo del servizio con altro personale al
fine di offrire all’utenza una prestazione che non può essere né limitata
né dequalificata. Nonostante ciò l’abnegazione, la professionalità e la
bravura del personale, almeno fino ad ora, è stata sufficiente a tamponare
più di qualche grave emergenza. Fino a
quando?
|