Cronaca di Frosinone

Lunedì 6 Agosto 2001
Turni massacranti all’Umberto I per far fronte, con il personale ridotto all’osso, alle richieste dell’utenza
Pronto soccorso sempre in affanno

di SILVANO CIOCIA

ESPLODE la rabbia del personale al Pronto Soccorso dell’Umberto I di Frosinone. Turni massacranti, ininterrotte richieste di prestazioni a malati con problemi respiratori, cardiaci e svenimenti dovuti anche all’eccessivo caldo. Una richiesta di interventi che si aggira ogni giorno sulle 200- 300 prestazioni.
Il personale è ridotto all’osso e nemmeno se ne intravede il rinforzo per cui la situazione sta diventando difficile non solo per chi chiede di essere curato ma soprattutto per gli operatori che non sanno a quale santo votarsi per l’incessante correre da una parte e dall’altra e per prestare le prime cure ai malati.
Organico dimezzato. Sì, è proprio così. La situazione al Pronto Soccorso del presidio è al limite del collasso. «Il lavoro a cui siamo chiamati - ci dice un medico - meriterebbe più attenzione prima da parte della Direzione e poi dei vertici. E non sono bastate nemmeno le reiterate richieste e, in qualche caso, proteste del responsabile della divisione, l’attivo e preparato dott. Gianfranco Sallustio, che cerca in ogni modo di tamponare la situazione che ogni giorno però sta diventando più difficile».
«Siamo continuamente sotto pressione, non possiamo nemmeno permetterci di fare una pausa ? ci dice un altro medico ? e questo stato di cose potrebbe andare anche a discapito di una buona qualità del servizio.» Situazione ad alto rischio, dunque, anche per colpa delle ferie soprattutto se si considera che su Frosinone confluiscono pazienti da tutti i comuni del comprensorio e particolarmente dall’autostrada del Sole con un continuo trasporto di traumatizzati».
Il grido d’allarme del personale medico, paramedico e ausiliario deve essere ascoltato ed un provvedimento urgente a questo punto s’impone da parte della dirigenza, con il rinforzo del servizio con altro personale al fine di offrire all’utenza una prestazione che non può essere né limitata né dequalificata. Nonostante ciò l’abnegazione, la professionalità e la bravura del personale, almeno fino ad ora, è stata sufficiente a tamponare più di qualche grave emergenza. Fino a quando?