Ferentino
RISCHIA
lo chock anafilattico ... di
MARINA MINGARELLIRISCHIA lo chock anafilattico e non trova un
medico che la soccorra. L’ennesimo caso di malasanità si è verificato
l’altro giorno a Ferentino quando C.T., 50 anni mamma di due figli, è
stata punta da un calabrone all’avambraccio sinistro, mentre stava
stendendo dei tappeti fuori dalla sua abitazione. La donna, allarmata
dalle notizie riportate dalla stampa in merito ai temibili insetti, ha
telefonato immediatamente al centralino del 118. Gli operatori le hanno
risposto di recarsi tempestivamente al pronto soccorso di Ferentino. Ma
una volta arrivata all’Unità mobile, ha trovato un cartello nel quale
c’era scritto: « Siamo usciti con l’ambulanza, rivolgersi all’ospedale di
Frosinone o Alatri». Con il terrore che lo chock anafilattico potesse
scatenarsi da un momento all’altro, ha fatto il giro dell’edificio, nella
speranza di poter incontrare qualche «Santo» che la potesse aiutare. Ma
all’ingresso dell’ospedale, chiuso ormai da tempo, ha trovato soltanto il
portiere che leggeva tranquillamente il giornale. L’uomo - ha raccontato
la signora - senza scomporsi più di tanto le ha fatto capire che aveva
soltanto perso altro tempo. «Che ci viene a fare qui? Avrebbe detto -
se ha bisogno del medico deve rivolgersi al pronto soccorso di Frosinone.
La povera signora, che svolge il lavoro di bidella, è salita sulla
macchina fermandosi ad una farmacia sulla casilina. La prima che ha
trovato sul suo cammino. La farmacista l’ha invitata ad assumere
immediatamente due compresse di cortisone ed a spalmare sulla parte
dolente una crema specifica. «Certo è ha commentato la dottoressa - che
se lei fosse stata allergica al veleno degli imenotteri non avrebbe avuto
scampo. «Sto ancora tremando - dice la cinquantenne- per lo scampato
pericolo. Possibile che nessuno si preoccupi della salute dei cittadini? E
il Comune perché non provvede alla disinfestazione? Gli unici ad accorrere
sono stati i vigili del fuoco che hanno distrutto i nidi dei calabroni
killer vicino la mia abitazione». Se questa non è malasanità...
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