Situazione
sanitaria a Pontecorvo Ospedale «Del Prete», necessita trovare una
strategia di difesa
di
UMBERTO PAPPALARDO
PONTECORVO - Il dibattito sulla
sanità locale si avvia alla conclusione, anche alla luce della imminente
approvazione del Piano sanitario aziendale. La ferma presa di posizione
dell'on. Benito Savo sull'argomento ha accelerato la discussione.
Anche i sindacati sono sul piede di guerra per far accettare alcune
modifiche, le quali potrebbero rendere meno "ostico" il Piano predisposto
dal manager Cavallotti. A parte i tempi di
attesa per la diagnostica, occorre concentrare l'attenzione sulle priorità
assolute della sanità: far diventare autosufficienti le Ausl, finalizzando
le risorse. Per operare questo cambiamento radicale, occorrerà partire dal
basso, convocando la Conferenza locale per la sanità e costituendo un
autorevole Comitato di rappresentanza. E' noto che se l'organo collegiale
non esprimerà il parere, il processo di riorganizzazione della Sanità non
potrà essere definito, arrecando danni ai cittadini. In soldoni, il
sindaco, Riccardo Roscia, dovrà al più presto contattare i sindaci dei
comuni dell'Usl Fr-9 (Roccasecca, Colle S.Magno, Castrocielo, Aquino,
Esperia, Pico e Pastena) per concordare una strategia comune in difesa del
"Pasquale Del Prete". Il Club cittadino di FI si appresta a fare un
convegno per far conoscere le sua "terapia" per arrestare il disastro
della sanità provinciale. "Qualsiasi riorganizzazione aziendale -sostiene
Marino Iannarelli, presidente del Club azzurro- trova le sue
controindicazioni, allorché entra in palese conflitto con le problematiche
socio-economiche, presenti sul territorio. Il dissolvimento in atto del
"Pasquale Del Prete", senza indicare alternative compensative, costituisce
un dissipamento ingiustificato del denaro pubblico. La duplicazione
dei reparti, favorita dalle lobby mediche, va combattuta, perché contraria
agli interessi degli assistiti. Quando tale progetto collide con gli
interessi di una intera città, la comunità è legittimata ad opporsi "anche
fisicamente" alla realizzazione di una pianificazione i cui contorni
operativi rimangono volutamente indefiniti. Se non si contrasteranno
queste "spinte corporative", il ruolo di Cavallotti potrebbe anche essere
dichiarato "esaurito" per impossibilità sopravvenuta, lasciando il ruolo
alla politica".
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