Quella che sgorga dai rubinetti dell'ospedale non è potabile. Ma i pazienti
non lo sanno
Il doppio scandalo dell'acqua
L'Asl compra la minerale a 540 lire; al supermarket costa la
metàACQUA, ma quanto mi costi? Se lo chiedono i contribuenti ciociari che, attraverso il pagamento delle tasse, finanziano gli acquisti della Asl. Tra questi, anche quello dell'acqua minerale da distribuire al pazienti dell'ospedale di
Ceccano, che alla Asl (dunque ai contribuenti) viene a costare un occhio della testa.
Già, perché l'acqua che sgorga dai rubinetti dell'ex Santa Maria della Pietà non è potabile, almeno per ora. Non lo è da quando l'ospedale fu trasferito dopo il drammatico crollo della struttura di via Roma.
AI momento del trasferimento spiega il direttore sanitario del Polo B della Asl, Saverio Celletti, da cui l'ex Santa Maria della Pietà dipende ci rendemmo conto che l'impianto idrico era fatiscente, Così si iniziò a distribuire acqua minerale ai pazienti ricoverati. Poi, con i lavori di ristrutturazione, fu deciso di rifare ex novo le condutture e i serbatoi. E così è stato. Tuttavia, dalle analisi effettuate alcune settimane fa è risultato che del cloro immesso nell'acqua della condotta comunale non c'è più traccia al momento in cui l'acqua sgorga dai rubinetti. E' un fatto abbastanza
normale, poiché le tubature nuove assorbono gran parte del cloro per un
certo periodo di tempo. Poi tutto tornerà alla normalità. Ecco che tra
martedì e mercoledì prossimi rifaremo le analisi e, se tutto risulterà a
posto, l'acqua dei rubinetti tornerà ad essere potabile".
Il problema, dunque, sembra avviarsi a soluzione. Anche se gli interrogativi
non mancano: come mai nessun cartello avverte i pazienti ricoverati che
l'acqua dei rubinetti non è potabile? E perché gli ammalati non vengono
avvertiti tempestivamente? Ma soprattutto, per quale motivo l'Asl acquista
l'acqua minerale ad un prezzo quasi doppio rispetto a quello praticato dai
supermercati?
"Il problema dell'acqua potabile al Santa Maria della Pietà è ormai
in fase di soluzione - afferma il Direttore Generale dell'Asl, Carmine
Cavallotti - Per quanto riguarda invece l'acquisto dell'acqua minerale,
chiedete a chi ha sottoscritto l'ordinativo». Vale a dire il dottor Enrico Ferri, direttore amministrativo del Polo B della Asl: «Quella fornitura è bloccata - spiega il dirigente - L'ultimo ordinativo è stato sospeso
all'inizio di settembre proprio perché a breve avremo l'acqua potabile. Ho già dato disposizione all'Economato di acquistare l'acqua minerale che serve per i prossimi giorni direttamente al supermercato». E il dottor
Ferri ha fatto benissimo, visto che nelle principali catene di discount della provincia la stessa acqua minerale, cioè la «Guizza - Fonte di Valle Reale», imbottigliata a Popoli, in Abruzzo, costa quasi la metà rispetto al prezzo imposto dal fornitore della Asl, una ditta con sede in Ciociaria. Il conto è presto fatto. Da due anni in qua, la AsI acquista questo tipo di acqua minerale a 450 lire più Iva, vale a dire
a 540 lire per ogni bottiglia da un litro e mezzo. La stessa identica bottiglia viene messa in vendita nei supermarket delle catene «Eurospin» «MD» e «Sosty» a prezzi variabili da 270 a 498 lire. Una fornitura, questa, che si protrae da circa due anni, al ritmo di 540 mila lire al mese per mille bottiglie di «Guizza». Uno sperpero niente male, insomma, che manda in bestia i sindacati di categoria. «Paghiamo
quest'acqua a un prezzo esorbitante - afferma il segretario regionale del sindacato autonomo Unsiau, Fulvio Diana - E la Asl non può certo giustificare il tutto con il costo del trasporto e dell'Iva; anche ì supermercati, infatti, sostengono gli stessi costi sia per il trasporto che per l'Iva. La scusa, dunque, non regge. Siamo di fronte all'ennesimo caso di sperpero del denaro pubblico, in contrasto con le direttive della Regione e del Governo sul contenimento della spesa sanitaria. Mi chiedo: quanti soldi avremmo potuto risparmiare per destinarli alla manutenzione delle
apparecchiature e all'acquisto di nuovi macchinari». Paolo Romano
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