NINO PIZZO: BUONA, COMUNQUE, L'ALTERNATIVA DI FOIANO
"Il killer dell'ospedale? Le Usl"
Prima che nascessero il nosocomio verolano funzionava al meglio Nino Pizzo faceva parte del consiglio di amministrazione dell'Ospedale di Veroli dal
'74 al '79. Poi arrivarono le AsI e furono guai seri per l'Umberto I. Fu uno di quegli ospedali che venne un po' alla volta distrutto.
«Quando abbiamo lasciato l'ospedale che passò nella struttura della neonata
USL, il nosocomio verolano funzionava decentemente ed era di grande giovamento per la popolazione verolana e di quella dei comuni limitrofi. Con le nostre sessanta presenze giornaliere gestivano i reparti di medicina, di chirurgia, di ginecologia (da dieci anni non nasce più un bambino a Veroli e l'ufficio anagrafe potrebbe anche chiudere) e di pediatria, oltre ad avere consulenze esterne di ortopedia e di otorinolaringoiatra. Avevamo anche servizi ambulatoriali con un efficiente pronto soccorso».
Era il periodo d'oro dell'Umberto I che però cominciò a perdere colpi per colpa
della burocrazia e degli amministratori.
«Iniziammo, persino, a trovare difficoltà logistiche poiché alcuni medici di base, forse perché non trattati a dovere dalla precedente amministrazione ospedaliera, inviavano i pazienti in altre strutture. Quindi diminuivano di giorno in giorno i ricoveri. Si ebbero
così le prime avvisaglie perché i degenti cominciarono a diminuire».
Salì alla cronaca come l'ospedale degli aborti.
«Quello di Veroli fu il pioniere per l'applicazione della legge 194. Tant'è che a Veroli venivano da tutta le Regione».
Si cambiò marcia e si arrivò, un pò alla volta, alla chiusura di tutti i reparti con lo spostamento del personale a Frosinone. A Veroli rimase la vecchia struttura con qualche ambulatorio. Oggi ce ne sono una quindicina. E presto verranno probabilmente spostati a Foiano.
«Non sono contrario alla Clinica di Foiano (però deve funzionare) perché noi già nel 1978 in un convegno organizzato a Casamari dall'ente ospedaliero con i sindaci dei comuni di Veroli (Mario
Tarquini, Veroli, Marangi di MSG e Verrelli di Boville) si discusse di creare una struttura sanitaria ex novo nella zona di Casamari o anche nei pressi, purché fosse stata centrale rispetto ai tre comuni. Ancora non esisteva quella di Foiano, ma parlavamo di acquisire terreno e stabili vecchi della Città Bianca da riconvertire in struttura sanitaria come l'attuale. Anche perché si era facilitati in quel periodo per i cosiddetti lasciti di proprietà dei comuni
interessati».
Ci furono contestazioni, caro Nino, se non andiamo errati.
«L'allora consigliere comunale e provinciale Danilo Campanari e l'alto esponente dell'allora partito socialista, Coratti, in detto convegno intervennero contro la eventualità prospettata dai tre sindaci. Fecero in altre parole una sorta di controrelazione a quella ufficiale dei sindaci».
Veniamo ad oggi. Il problema è un altro. Si vorrebbero trasferire i poliambulatori a Foiano,
dove voi volevate, in tempi non sospetti, realizzare una struttura sanitaria pubblica.
«Sono favorevole se questi servizi saranno efficienti e non per dare al privato la gestione della salute della gente».
E nella struttura di Largo Alfedena?
«Mi chiedo: perché non adibirla ad un reparto di medicina con una dozzina di posti letto e con un primo pronto soccorso efficiente?. Inoltre ritengo sia indispensabile che il Cup, centro prenotazione, rimanga
a Veroli».
Come vedete, ci sono disponibilità e proposte alternative sulla vicenda ospedale. Lo spostamento, comunque, non
è fuori dal comune, ma nell'ambito del territorio comunale e con i servizi che sicuramente saranno migliori. E.C.
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