Roccasecca/Dramma di un giovane
malato Il Tar ordina il
ricovero, l’ospedale lo manda via
E nessuno cura Marco
di MASSIMO CECI
Il dramma di Marco non ha
fine. E nemmeno quello dei suoi genitori. Le strutture sanitarie continuano a
rifiutarlo: ad agosto Roccasecca, oggi Formia. Il giovane 27enne di Arce è
oligofrenico cerebropatico dalla nascita, e quando ha le crisi scaraventa la
mamma giù dall’autobus e spegne la macchina del padre in corsa. Quando ha le
crisi viene portato in ospedale, ma dopo pochi giorni viene dimesso. Perché lo
chiede lui. «Di più noi non possiamo fare. Colpa della legge che ha chiuso i
manicomi», rispondono duri dalla Asl. Ma un mese e mezzo fa il Tribunale
amministrativo del Lazio ha detto basta. Dopo che la clinica di Roccasecca lo
aveva dimesso perché «non rispettava i regolamenti della nostra struttura», i
giudici hanno ordinato alla Asl di Frosinone di ricoverare Marco in una comunità
terapeutica di tipo riabilitativo. Un ricovero non a base di psicofarmaci e
sedativi, ma di psicologi, assistenti sociali e concrete possibilità di lavoro.
Un ambiente dove Marco potesse essere davvero "curato", "ricostruito", e non
solo "calmato" e reso innocuo. Una pronuncia che per la prima volta in Italia ha
visto la magistratura sindacare una valutazione medica, ammettendo la
possibilità di contrastarvi. La Asl di Frosinone ha scelto Formia, ma anche
da lì è stato dimesso pochi giorni fa. «Lo hanno lasciato andare solo perché ha
chiesto di andare via», lamentano esterrefatti i genitori. «È come dire che se
un criminale vuole uscire di galera, il direttore gli dice: prego, esci e uccidi
- spiega l’avvocato che cura gli interessi dei genitori di Marco, Giorgio De
Santis - . Come si può dimettere su sua richiesta un paziente che presenta
malattie mentali di questa gravità e, per giunta, che è stato ricoverato su
ordine dei magistrati? Al momento ritengo che la Asl non stia ottemperando
all’ordine impartito dal giudice al direttore generale dell’azienda sanitaria.
Per questo sto preparando un nuovo ricorso al Tar e sto pensando di presentare
una denuncia penale nei confronti della Asl di Frosinone. Piuttosto, il problema
è un altro: Marco stesso ha chiesto di essere ricoverato in una comunità
riabilitativa, così come prescrive la legge. Ma da noi non c’è. Anche Formia è
inadeguata ad un recupero non solo sanitario ma anche e soprattutto sociale ed
affettivo. La mia azione legale andrà avanti all’infinito finché Marco non
otterrà il ricovero in una struttura adeguata, al momento esistente solo in
Lombardia e in Veneto. Non bisogna infatti dimenticare che le norme impongono
alle Asl di realizzare strutture di questo tipo per i malati di mente, e che se
non ci riescono la responsabilità è tutta loro e non certo dei privati
cittadini».
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