ASL Il manager Cavallotti consegna oggi ai
sindacati Piano sanitario e Organico definitivi Fsi: «Le nostre proposte vanno
accolte»
Gli autonomi fanno una serie di rilievi e chiedono di risolvere
vecchie carenze«NON
diciamo un "no" a priori, vogliamo però che siano accolte dal direttore
generale dell’Asl tutte le nostre proposte». Così Gennaro Scialò,
segretario provinciale della Federazione sindacati indipendenti (nove
associazioni sindacali recentemente confederatesi che, è stato detto,
rappresentano nell’Asl il 50% degli iscritti ai sindacati), il quale ieri
pomeriggio, nella sede dell’Ugl, ha tenuto una conferenza-stampa per
illustrare le proprie posizioni sul Piano sanitario locale, sulla
dotazione organica e su tante altre questioni sanitarie insieme ai
segretari provinciali e ai dirigenti dell’Ugl Rosa Roccatani, Biancamaria
Evangelisti (Sunas), Natalina Spiriti (Sunas-Rsu), Silvio Spiridigliozzi (Savis), Giulio Mastromattei
(Faress), Carmine Tiberia (Fapas) e al
segretario provinciale dell’Unsiau Fulvio Diana. Quali sono state le
parole d’ordine messe a base di tutta la politica sindacale prospettata
dalle nove associazioni (cui va aggiunta anche la decima, l’Unsiau, che
non è federata con la Fsi ma concorda in questo frangente, anche se Diana
ha sostenuto che andrà per la propria strada, specialmente per quanto
riguarda il rispetto della legge 241 e su tante altre questioni)? Le ha
riassunte Rosa Roccatani: «Chiediamo trasparenza, rispetto delle regole,
informazione, chiarezza e cambiamenti, anche se ci rendiamo conto delle
difficoltà incontrate dal manager a causa della pesante eredità del più o
meno recente passato». Dunque questi dieci sindacati attendono oggi di
verificare se il dott. Cavallotti ha recepito le loro proposte. Un’attesa
in fondo generale nell’ambiente dell’Asl cui si associa una certa
preoccupazione nel senso che c’è il pericolo che, come si dice?, venga
buttato il bambino insieme all’acqua sporca. Fuor di metafora: che per
avere un Piano sanitario e un organico al meglio non si ottenga niente di
niente e così la provincia dimostrerà, ancora una volta, di non sapersi
autogovernare, in un settore così importante come la Sanità. Perciò ci
vorrebbero da parte di tutti tanta buona volontà e collaborazione.
Insomma, dei punti di incontro e non di scontri. Orbene, la critica della
Fsi ai documenti di programmazione sanitaria e del personale è stata molto
netta. E la Federazione dei sindacati autonomi ha ripetuto concetti già
noti: assenza di piano strategico, di indagini epidemiologiche, di atto
aziendale, di obiettivi a medio e lungo periodo sulle esigenze di salute
della popolazione e del collegio di direzione, «istituito successivamente
alla divulgazione degli elaborati». Un Piano sanitario di «difficile
comprensione» dunque per il quale gli autonomi hanno proposto modifiche e
integrazioni sull’ufficio centrale infermieristico, sull’emergenza, sui
servizi socio-sanitari, sulle diverse aree dipartimentali, sui poli
ospedalieri, sui servizi del territorio e amministrativi e sulla
formazione. Analogo giudizio negativo sull’organico, in merito al quale è
stata soprattutto espressa preoccupazione sulla insufficienza di personale
in alcune strutture e sui dipendenti dei servizi che dovrebbero essere
appaltati all’esterno.
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