SORA All’ospedale «SS.
Trinità» Il reparto di urologia non
deve chiudere
di
CIRO ALTOBELLI
SORA - Grido d'allarme in difesa dell'ospedale
"S.S. Trinità" di Sora. A lanciarlo il consigliere regionale Romolo Rea a
causa della «ventilata ipotesi di chiusura del reparto di urologia del
presidio ospedaliero sorano, nel quale è attivo il servizio di
riabilitazione vescicale, l'unico in tutta la Asl, che nei primi sei mesi
di quest'anno ha già eseguito circa cinquecento prestazioni». Quello che
non va proprio giù all'esponente di Rifondazione è «la riconferma delle
strutture private operanti nel nostro territorio mentre vengono smembrati
servizi nelle strutture pubbliche, cosa che suscita la nostra più profonda
indignazione e condanna». Il consigliere regionale evidenzia che
«vogliono sopprimere il reparto di urologia ma allo stesso tempo vengono
mantenuti dieci posti di degenza» in una clinica privata di Sora. Ma è
l'intero Piano Sanitario Locale predisposto dai vertici aziendali a non
soddisfare Romolo Rea visto che «si fonda sul cannibalismo delle realtà
sanitarie esistenti sul territorio provinciale», prevede la riduzione dei
posti letto post-acuzie nell'ospedale di Ceprano e mette in discussione il
futuro dei presidi sanitari di Ceccano e Ferentino. Manca inoltre «un
disegno lungimirante che permetta di fare quel salto di qualità che ponga
fine all'emigrazione passiva dell'utenza verso strutture sanitarie di
altre province». Rea deplora quindi «il metodo adottato dalla Asl che non
ha visto sufficientemente il coinvolgimento delle forze politiche e
sindacali, non tenendo conto delle esigenze dei cittadini, trascurando le
professionalità di coloro che operano pur, tra mille difficoltà nella
sanità pubblica». Per questi motivi Rea chiede un incontro in sede di
Commissione Sanità regionale per discutere il Piano sanitario insieme alle
forze politiche, sociali, sindacali e degli stessi operatori della sanità.
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