Veroli/L’inchiesta scattata dopo alcune
denunce del sindacato. S’ipotizza l’abuso d’ufficio Città Bianca, indaga la procura La
polizia ha sequestrato le convenzioni tra la clinica e l’Asl
di ELISABETTA BOTTONI
Corre ai ripari
l’esecutivo regionale per salvare la clinica Città Bianca di Veroli. Finita nel
mirino anche della magistratura, che ha aperto un’inchiesta sui contratti con la
Asl. La sorte dei centocinquanta lavoratori della struttura sanitaria è
appesa ad un filo: il prossimo 20 novembre scade l’ultimo contratto che vincola
la Città Bianca alla sanità pubblica. Il rapporto è al capolinea, dopo una serie
di proroghe. Una collaborazione che permette alla clinica di restare aperta. «Ho
intenzione di proporre una legge regionale che regolamenti i rapporti tra
pubblico e privato, provvedimento che riguarderà tutto il Lazio e, quindi, anche
la Ciociaria», spiega l’assessore regionale alla Sanità Vincenzo Saraceni. «Con
questa legge, se approvata, anche il manager Cavallotti avrà a disposizione
soluzioni per continuare il rapporto con la Città bianca», dice ancora
l’assessore della Pisana. Il responsabile della sanità ciociara sembra
accogliere la proposta: «Potrebbe essere una soluzione - dice Cavallotti -. E’
importante comunque salvaguardare due servizi fondamentali garantiti dalla Città
Bianca: radioterapia e riabilitazione. E’ l’unica struttura in grado di fornire
queste prestazioni in tutta la provincia. E’ impensabile restare senza». Sul
fronte giudiziario, intanto, la clinica di Veroli è finita su un fascicolo della
procura del capoluogo nel quale si ipotizza l’abuso d’ufficio. L’inchiesta è
nata in seguito ad una serie di esposti finiti sul tavolo del magistrato alcuni
mesi fa, presentati da sigle sindacali. Le denunce parlano di servizi offerti in
regime di convenzione dalla struttura sanitaria privata, quindi pagati
dall’erario, prestazioni che invece avrebbe potuto offrire anche la sanità
pubblica. In sostanza, secondo gli esposti, i titolari della clinica sarebbero
stati favoriti. Così la procura di Frosinone ha inviato negli uffici della
Città bianca i poliziotti di digos e squadra mobile del capoluogo, che hanno
sequestrato i contratti. Due blitz della polizia, uno due settimane fa e l’altro
la settimana scorsa, per acquisire i contratti firmati sia dall’ex manager
Nicola Pugliese che dall’attuale responsabile della Asl Carmine Cavallotti.
L’inchiesta punta a scoprire se il rapporto tra Asl e clinica nasconda, o
abbia nascosto, illeciti per favorire gli imprenditori proprietari della
struttura di Veroli. In questo caso, l’ipotesi di abuso d’ufficio potrebbe
trasformarsi in corruzione, reato più grave. Sembra però che gli investigatori
non abbiano trovato traccia di questi presunti illeciti. Anzi. Secondo
indiscrezioni, i contratti sarebbero sostanzialmente regolare e che, malgrado i
sospetti, tutto sia perfettamente cristallino. Nessuno dei soggetti
coinvolti, sia in ambito pubblico che privato, risulta iscritto sul registro
degli indagati.
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