Cronaca di Frosinone

Sabato 6 Ottobre 2001
Protagonista della vicenda un paramedico alle dipendenze di una nota casa di cura del Cassinate
Maltrattava disabile, infermiere licenziato
A detta dell’uomo sarebbe stato proprio lui ad essere aggredito dal paziente

Lo scorso agosto, accusato di aver maltrattato e schiaffeggiato un paziente disabile, è stato licenziato in tronco. Ma lui, infermiere cinquantenne della frazione Olivella di Sant'Elia Fiumerapido, dipendente fino a due mesi fa di una affermata clinica medica privata del cassinate, sostiene che le cose, sono andate in tutt'altro modo. Tanto da aver impugnato il licenziamento. Il prossimo 26 ottobre i suoi legali, gli avvocati Oreste Cifalitti e Lara Capitanio, incontreranno i dirigenti della clinica per procedere al tentativo di conciliazione. Se dovesse fallire, si andrà in aula, davanti al giudice del lavoro. «La verità è che sono stato io ad essere aggredito. Ho reagito per difendermi -ha spiegato ai suoi avvocati- così come avrebbe fatto chiunque altro al mio posto». La società contesta al suo ex dipendente di avere -in un impeto di collera dovuto forse alla insopportabile calura- umiliato e colpito a suon di sberle il malcapitato paziente che, zuppo di sudore, chiedeva di essere assistito e «cambiato». Diverso, invece, il racconto dell'infermiere. Dice di essersi difeso dall'improvviso scatto di rabbia del paziente, un minorato mentale dalla mole considerevole (pesa più di un quintale) che, in preda ad una crisi di nervi, gli avrebbe lanciato contro il «pappagallo» pieno di urina. Gli avvocati Oreste Cifalitti e Lara Capitanio si preparano a dare battaglia. Hanno già sollevato un'eccezione preliminare per costringere la clinica ad indicare le fonti di prova che hanno motivato il licenziamento. E inoltre hanno «ripescato» un caso analogo già trattato dal tribunale di Roma. I giudici capitolini si pronunciarono a favore del ricorrente, anche in quel caso un paramedico. La sentenza recita che quando la violenza sul paziente è eccezionale, quando si verifica una sola volta e non viene reiterata -cioè non viene elevata a consuetudine- allora non può giustificare provvedimenti drastici come il licenziamento.

Lo.Frat.